1. Misterious guy

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Tutto ebbe inizio l'11 Settembre 2012. Era il primo giorno di scuola. Dovevo fare il quarto anno di liceo. Vivevo a Los Angeles insieme a mia madre e mio fratello.
Con tutta la forza che avevo uscii dal mio amato letto per prepararmi. Feci una rapida doccia, mi lasciai cullare dall'acqua calda e pensai a come sarebbe stata la giornata.
A scuola non ero né una di quelle popolari né una sfigata. Ero semplicemente me stessa, e lo sono tutt'ora. Alcuni mi dicevano di essere acida, fredda o asociale. Se solo sapessero l'inferno che avevo dovuto passare, le notti passate a bagnare il cuscino e la paura di camminare tranquillamente per strada senza farmi acchiappare.
Nessuno sapeva quello che avevo dovuto subire per più di un anno.
Ma l'inferno è passato. Sono caduta e mi sono rialzata, o almeno spero...
Dopo vari minuti uscii dalla doccia e mi asciugai per bene. Mi vestii, pettinai e truccai, presi lo zaino ed uscii di casa, senza fare colazione. Non la facevo mai.
Non misi neanche il piede fuori che una voce attirò la mia attenzione. 《Hei sorellina, cos'è questa fretta?》
Mi girai e vidi mio fratello ancora in pigiama appoggiato sullo stipite della porta della cucina. Aveva un'aria assonnata e i capelli arruffati. Era comunque adorabile.
《Jack, sai che esco sempre prima per incontrare Jessie.》dissi.
Lui rise scuotendo la testa.
《Certo che lo so. Ma non mi saluti?》
《Scusami.》sorrisi e andai da lui per abbracciarlo.
Amavo mio fratello, era una persona fantastica e mi era sempre accanto.
《Ci vediamo dopo sorellina.》mi diede un bacio sulla guancia.
《A dopo fratellone.》detto quello uscii di casa e mi incamminai verso scuola.
Mia madre non c'era a casa. Lavorava come infermiera e ogni mattina usciva alle 5 per andare all'ospedale. Spesso faceva anche turni di notte.
Mio padre invece... beh, mio padre aveva deciso di lasciarci.
Aveva tradito mia madre e alla fine avevano divorziato. Aveva deciso di farsi una nuova vita con un'altra donna. Per me non era più mio padre quell'uomo. Ci aveva abbandonati come cani e soprattutto aveva fatto soffrire nostra madre, che lo amava davvero tanto. E lui se ne era fregato. Non ci contattava neanche per vedere se stavamo bene o se almeno eravamo ancora vivi. Niente.
Persa nei miei pensieri, non mi resi conto che ero già arrivata al cancello della scuola. Era presto e c'erano poche persone. Jessie non era ancora arrivata, così andai a sedermi su un piccolo muretto, il nostro solito posto.
L'estate stava passando e cominciò a fare fresco.
Mi strinsi nella mia giacca.
Dopo pochi minuti arrivò Jessie. Camminava in tutta la sua bellezza, con quei perfetti capelli ondulati di un color castano scuro con qualche sfumatura di nero, quei occhi grandi e azzurri come l'oceano e poi quel sorriso stupendo e brillante.
Era vestita sempre benissimo.
A volte la invidiavo. Era così dannamente bella e riusciva ad essere sempre ottimista. Era l'esatto contrario di me e non capivo come riuscisse a sopportarmi.
Era fantastica, era quel genere di persona che vorresti accanto, pronta a difenderti, a tenerti su di morale e ad ascoltarti, quando nessuno lo fa.
Era diventata come una sorella ormai per me, era l'unica con cui avessi stretto più fiducia.
Mi saltò addosso e mi strinse in un caldo abbraccio, che ricambiai.
《Mi sei mancata Kate.》disse staccandosi dall'abbraccio.
《Anche tu.》le sorrisi.
《Allora che mi dici?》mi chiese sedendosi accanto a me sul muretto.
Feci spallucce.
《Niente, mi sono annoiata tutta l'estate, apparte le uscite con te. Tu?》le chiesi.
《Ho dovuto sopportare mia madre e mia sorella che litigavano quando siamo andate in montagna dai nonni.》
《Oh povera te.》risi.
《Già.》ridacchiò anche lei.
Stavo per dire qualcosa quando ad un tratto un ruggito di macchina mi fece voltare. Era una ferrari bianca davvero bella e pulita. Molti la guardavano come se fosse una nave aliena. Beh, forse perché eravamo in un liceo e nessuno era mai venuto con una macchina così lussuosa.
Il ragazzo che guidava parcheggiò la macchina ed uscii, insieme ad un suo amico. E minchia, se dico che era bello direi una bugia, perché era tremendamente bellissimo.
Lineamenti perfetti. Labbra carnose a forma di cuore. Naso leggermente all'insù. Capelli biondo cenere tirati in una cresta perfetta. E occhi color nocciola o miele, alla luce erano più accesi, come quelli di un lupo.
Era vestito con dei pantaloni neri a cavallo, una semplice canottiera bianca, orologio al polso e collana d'oro, cappello e scarpe della supra e gli occhiali da sole. Aveva anche qualche tatuaggio sul braccio.
Non sapevo che a scuola ci si poteva venire vestiti così.
Sembrava Dio sceso in Terra, tutti lo ammiravano, mentre lui si incamminava verso il cancello.
Forse era un nuovo alunno, non lo avevo mai visto.
《E adesso chi sono questi due?》chiese Jessie.
《Non lo so.》risposi non togliendo neanche per un secondo lo sguardo da lui. Estrasse un pacchetto di sigarette dalla tasca e ne prese una. Iniziò a fumare e ridere insieme al suo amico. Aveva un sorriso mozzafiato.
《Qualcuno qui si è incantata del nuovo arrivato.》Jessie mi diede una gomitata, facendomi uscire dai mei sogni. Scossi la testa e mi girai verso di lei ridendo.
《Che idiota.》
《E perché?》mi guardò confusa.
《Sai che non voglio pensare ai maschi.》sospirai.
《Kate lo sai che f-》non la lasciai finire che la intrerruppi.
《E non mi venire a dire la solita romanzina che non potrò essere single a vita. Dopo quello che è accaduto...》 chiusi gli occhi prendendo un bel respiro.
Non volevo pensarci...
《Hei hei lo so, tranquilla. Non volevo farti stare male. Dimentica il passato, vai avanti.》disse Jessie accarezzandomi la schiena.
《Fosse facile》mormorai.
《Beh e se ti dicessi che qualcuno adesso ti sta guardando?》
《Cosa?》chiesi e seguì il suo sguardo.
Vidi il ragazzo di prima che mi guardava intensamente. In quel momento i nostri occhi sembravano calamite. C'era qualcosa in quello sguardo che mi dava i brividi. Sembrava che mi guardasse nell'anima, aveva degli occhi così profondi e davvero bellissimi.
La sua bellezza era qualcosa di indescrivibile, ragazzi come lui erano davvero rari.
Dopo qualche secondo, che a me sembrarono secoli, distolsi lo sguardo, imbarazzata.
《Oh oh, e questo cos'era?》
《È spaventoso il suo sguardo.》sussurrai accennando un sorriso.
《Nah, secondo me già gli piaci.》rise.
Non ebbi neanche il tempo per ribattere che la campanella suonò, segno che dovevamo entrare. Prima di oltrepassare il cancello, vidi il ragazzo intento a parlare con Stephanie e le sue amiche, cheerleadors.
Cercai di non darli importanza ed entrai. Come al solito avevo i corsi insieme a Jessie. Entrammo in classe e ci sedemmo ai soliti posti.
《Wella!》sobbalzai per lo spavento, cosa che fece anche Jessie.
《Mike che problemi hai?》disse lei furiosa girandosi. Michael rise e si sistemò meglio al suo banco dietro di noi.
《Tanti.》fece spallucce e Jessie alzò gli occhi al cielo.
La prof entrò in classe insieme al ragazzo di prima con la sua ferrari.
Mi arrivò il cuore in gola. Jessie mi diede una gomitata, ma la ignorai.
《Ragazzi, da oggi avremo un nuovo compagno. Lui è Justin Bieber e viene dal Canada. È un anno più grande di voi, spero che non ci saranno problemi. Prego, signor Bieber, si accomodi.》
Justin prese posto poco più avanti a me. Il suo amico non c'era.
Stephanie e le sue oche cominciarono a ridere e a sbavare dietro di lui.
Quest'ultimo si girò verso di loro e le fece l'occhiolino.
La professoressa, dopo aver fatto l'appello, cominciò a spiegare. Cercai di stare attenta alla lezione, non badando alle occhiate di Bieber. Mi si drizzavano i peli sulla nuca ogni volta che quei occhi incrociavano i miei.
Dopo varie ore di lezione la campanella suonò, era ora di pranzo. Io e Jessie uscimmo dalla classe e andammo agli armadietti per posare la roba. Entrate in mensa, prendemmo da mangiare e ci sedemmo al nostro solito tavolo.
《Ok ragazza, hai fatto colpo.》disse Jessie di punto in bianco.
《Cosa?》corrugai la fronte.
《Oh andiamo, quel Bieber non si è staccato gli occhi da te neanche per un secondo.》cominciò a mangiare il suo panino.
《È ridicolo》dissi abbassando lo sguardo.
《Perché uno come lui mi dovrebbe guardare?》continuai.
《Chi è che ti guarda?》arrivò anche mio fratello sedendosi accanto a me.
《Nessuno》mormorai, cominciando a mangiare.
《Se qualcuno si avvicina a te...》
《Jack non succederà! 》sbottai.
A volte mi infastidiva quando faceva così, era sempre protettivo quando si parlava di maschi.
Lui alzò le mani come segno di resa e cominciò anche lui a mangiare.
Arrivarono gli altri nostri amici Adam e Michael.
《Ok la nuova professoressa di chimica mi sta altamente sui coglioni.》disse Adam.
《Adam, a te tutti i professori ti stanno sui coglioni.》Jessie prese un sorso dalla sua coca.
《Beh si, ma quella sa come farti impazzire.》
Cominciarono a parlare e a scherzare, mentre io rimasi in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.
Pensai alla mia vita. A quanto facesse schifo rispetto a quella dei miei amici. Loro si divertivano, facevano quello che volevano, mentre io rimanevo sempre a casa a fare l'asociale.
Uscivo di rado con loro in un pub o al cinema, avevo sempre paura di uscire.
Una volta anche io uscivo con loro, fino a quando non incontrai...
A svegliarmi dai miei pensieri fu qualcosa di freddo sulla mia spalla che mi fece sobbalzare. Mi alzai velocemente dal posto guardando scioccata Stephanie con un bicchiere vuoto in mano. Mi aveva buttato l'acqua addosso.
《Ma che diavolo?!》sbraittai, sentendo la rabbia percorrermi lungo le vene.
《Scusami non ti avevo visto.》disse con tono da finta preoccupata, ridendo sotto i baffi.
《Ma che cavolo ti prende?》si alzò Jessie.
《Non è colpa mia se lei sempre in mezzo deve stare.》disse Staphanie con aria fanatica, facendo ridere le oche dietro di lei.
《Come cazzo ti permetti?》apparve mio fratello e si mise davanti a me.
《Cos'è successo, piccola Katty? Non sai difenderti?》
Abbassai la testa come una stupida e rimasi in silenzio.
《Oh ma certo. Adesso fai tanto la santarellina, che dolce.》
Continuava a ridere deridendomi davanti a tutta la scuola
《Stephanie, smettila.》ringhiò mio fratello, ma lei lo ignorò.
《Cosa c'è Kate? Sai, adesso Mark è in carcere solo per colpa tua.》
Alla pronuncia di quel nome mi si gelò il sangue nelle vene e alzai di scatto la testa, guardandola incredula.
《Che cosa?》sussurrai.
L'intera mensa ci stava guardando e l'umilianza si faceva sentire sempre di più. Volevo sotterrare.
《Mark non ti ha fatto niente e tu lo denunci?》si avvicinò lentamente verso di me.
《Tu non sai niente, troia!》urlò Jessie cercando di saltarle addosso, ma Adam la trattenne.
《A quanto pare devono difenderti loro. Tu non fai niente, sei solo un verme.》
《Tu non sai niente.》sussurrai mentre la vista si appannava.
《Lascia in pace mia sorella o dovrò usare le manieri forti.》la minacciò Jack. Lei rise di gusto.
《Sei ridicola Kate.》e detto questo se ne andò.
Tutti quanti nella sala avevano assistito a quella scena e i loro sguardi su di me mi uccidevano. C'era un grande silenzio, con qualche sussurro fra i diversi banchi.
Ero sempre stata così. Non avevo mai il coraggio di mettermi contro qualcuno dall'ultima fase che era successa.
Tutta colpa di Mark... e loro che lo difendevano anche. Lui mi aveva resa debole, invunerabile e fragile. Solo lui.
La gente inventava e tutti gli altri ci credevano. Ma a me non importava, potevano credere quello che volevano, io sapevo che non era vero.
Ma a volte mi facevo schifo da sola, perché ogni loro insulto, ogni critica mi rendeva sempre più debole.
Ignorando tutti gli sguardi e i sussurri, presi lo zaino, uscii dalla mensa e andai in classe.
Mi misi seduta all'ultimo banco, tanto l'aula era deserta. Misi le braccia incrociate sul tavolo e vi appoggiai la testa, cercando di non piangere.
Suonò la campanella e poco dopo la classe si riempì. La sedia accanto a me si spostò e qualcuno si sedette. Alzai la testa aspettandomi di vedere Jessie, e invece incontrai dei bellissimi occhi color miele.
《Ciao.》disse lui.
Rimasi in silenzio. Non avevo voglia di parlare, tanto meno con lui.
《Non sei di molte parole.》
Io continuai a guardare il banco fino a quando non lo sentii sospirare.
Poco dopo entrò Jessie, che mi guardò confusa vedendo Justin accanto a me. Mi diede uno sguardo come per dire: "Ne parliamo dopo" e si mise seduta da un'altra parte.
Entrò anche il professore e la lezione iniziò. Come sempre non diedi retta a quello che diceva quel dannato prof, ero immersa nei miei pensieri.
Pensai a cosa avesse contro di me Stephanie. Perchè mi odiava tanto?
Non sapeva niente di quello che mi era accaduto e andava in giro raccontando solo bugie. Si divertiva a farmi del male e a farmi sentire una merda davanti a tutti. Non capivo cosa le avevo fatto del male per meritarmi il suo odio. Era la più popolare della scuola e non potevo di certo attaccarla così come faceva lei con me, perché veniva protetta da tutta la scuola. Ed io chi avevo? Nessuno, se non mio fratello e Jessie.
Avevo cercato di ignorarla, ma sembrava non funzionare.
Volevo solo che mi lasciasse in pace.
L'amato suono della campanella mi svegliò dai pensieri, mancava solo un'altra ora.
Il ragazzo accanto a me non sembrava essere interessato alla lezione. Si divertiva a giocare con la penna o a scarabocchiare il suo quaderno.
《Allora, neanche il tuo nome vuoi dirmi?》chiese girandosi nella mia direzione, facendomi quasi prendere uno spavento.
《Kate.》risposi con un fil di voce. 《Carino.》
《Io sono Justin.》disse poco dopo rivolgendomi un sorriso da far mancare l'aria.
Ricambiai e lo guardai per un po' di tempo. Mi persi in quei stupendi occhi. Aveva un colore bellissimo, ma c'era qualcosa nascosto dietro quel miele. Sembravano spenti e tristi.
Ero sempre stata brava a leggere negli occhi delle persone, vedendo se erano felici, tristi o arrabbiati.
Come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima...
E potei dire che nel suo sguardo c'era qualcosa di profondo e misterioso.
Mi fece l'occhiolino ed uscii dalla classe. Io continuai a guardarlo. Da dietro era ancora più bello.
Avesse una sola cosa brutta...
Levai lo sguardo da quella meraviglia, probabilmente imbarazzata e uscii anche io.

* * *

《Ok, perché quel figo assurdo era accanto a te?》chiese Jessie affianco a me, mentre uscivamo da scuola.
《Non lo so. Si è semplicemente seduto accanto a me e basta.》mi strinsi nelle spalle.
《Oh mio dio quanto sei fortunata. Hai fatto colpo sul nuovo arrivato, tra l'altro anche figo.》continuava a parlare come una tredicenne eccittata.
《Molto probabile gli ho fatto pena per la scena che ha visto in mensa. O voleva prendermi in giro.》
Infondo era semore così. Appena un ragazzo carino mi si avvicinava, dopo se ne andava subito vedendo il mio carattere di merda.
Jessie sbuffò.
《Oh andiamo, perché devi vedere sempre le cose negative?》
《Sono semplicemente realista. Aveva uno sguardo così freddo e pauroso... non lo so.》scossi la testa.
《Conoscilo meglio e vedrai che tipo sarà.》sorrise.
Avevamo passato il cancello e ci stavamo incamminando verso le nostre case.
《Non voglio conoscerlo.》dissi tenendo la testa bassa. Lei sospirò.
Eravamo arrivate all'incrocio e dovevamo separarci.
《Va bene. Che ne dici se questa sera vieni da me? Film e pop-corn?》
《Non lo so, forse si.》sorrisi.
《Ok. Allora a stasera.》mi abbracciò.
《Ciao.》dissi per poi incamminarmi verso casa.
Mio fratello era rimasto a scuola per gli allenamenti di calcio.
Arrivata a casa sentii dei rumori provenire dalla cucina.
《Mamma.》dissi sorpresa.
《Ciao tesoro.》mi salutò continuando a lavorare ai fornelli.
《Non dovevi essere al lavoro?》
《Si ma mi hanno dato una pausa. Fra un'ora rivado.》
《Ah. E quando arrivi?》
《Verso mezza notte.》sospirò.
《A scuola com'è andata?》chiese.
《Bene. Come al solito.》alzai le spalle.
《Stasera vado da Jessie.》
《Va bene amore. Non tardare.》
《Si mamma, a dopo.》
Le diedi un bacione sulla guancia e andai in camera mia. Misi lo zaino e la giacca sulla sedia della scrivania e mi buttai sul letto.
Cercai di non pensare a niente e riposarmi, ma non feci altro che pensare a Justin. Era tremendamente bello, ma era così... diverso.
Scacciai via quel pensiero e mi addormentai.

* * *

Mi svegliai di soprassalto sentendo il campanello suonare. Guardai l'orologio sul mio comodino ed erano lei sei di sera. Scesi dal letto a malavoglia e mi diressi verso le scale. Mentre scendevo mi strofinai le guance cercando di levare il trucco che sicuramente mi era calato.
Aprii la porta e per poco non urlai. Sentivo che il mondo stesse cadendo insieme a me. Il cuore cominciò a battermi così forte che credetti che potesse uscirmi dalla gabbia toracica da un momento all'altro, e il mio corpo tremò.
Sembrava fottutamente irreale, non poteva essere davvero lui...
La mia mano poggiata sulla maniglia cominciò a tremare.
《Hei dolcezza, ti sono mancato?》chiese con quel odioso ghigno sulla faccia.
Come faceva ad essere lì?

Love is Impossible || JB [REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora