SCENA 8 - INTERNO NOTTE, SALOTTO DI CASA PAREGGIO

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Eugenio, in canotta e boxer, è seduto sul divano davanti a un televisore al plasma acceso su un telegiornale. La stanza è immersa nella semioscurità, il chiarore dello schermo è l'unica fonte di luce. Tra il divano e il televisore c'è un tavolino ottenuto applicando un ripiano di cristallo su un piccolo calcio balilla d'epoca. Alle spalle di Eugenio, fissato al muro con un gancio, c'è un hula hoop striato; dentro il cerchio dell'hula hoop, in una cornice di metallo, è appesa l'iconica immagine in bianco e nero di Marilyn Monroe con la gonna sollevata dal passaggio della metropolitana. Eugenio ha in mano una forchetta e mangia direttamente da un Tupperware dal contenuto incerto. Sul tavolino–calcio balilla ci sono il coperchio del Tupperware e lo smartphone. Il cellulare squilla, Eugenio posa posa Tupperware e forchetta e risponde.

EUGENIO

Pronto. Sì, tutto bene. Sto mangiando.

Eugenio controlla il coperchio del Tupperware.

EUGENIO

Qualcosa senza carne. Non so cosa. No, non ho avuto caldo. Non ho avuto caldo. Ok, metto il cappotto. Come va lì? Pronto?

Eugenio controlla il display e constata che la chiamata è finita. Posa il cellulare e fa per rimettersi a mangiare, ma esita un istante. Riprende il telefono e lo soppesa con fare amletico. Mentre in tivù passano le immagini dell'elezione di Trump, Eugenio scorre la rubrica fino a trovare Bo. Preme il tasto di chiamata e porta il cellulare all'orecchio. Dopo parecchi squilli qualcuno risponde, ma non parla.

EUGENIO

Pronto?

(silenzio)

Mi sente?

(silenzio)

Scusi il disturbo. Lei non mi conosce.

Finalmente la persona all'altro capo parla. È una voce femminile.

BO

(fuori campo)

Ciao, Eugenio.

Eugenio, occhi sbarrati, si alza dal divano.

BO

(fuori campo)

Eugenio Pareggio. Sei tu?

EUGENIO

Come fai a sapere il mio nome?

BO

(fuori campo)

So il tuo nome, so il tuo numero, so un sacco di cose su di te.

EUGENIO

Cos'è, uno scherzo?

BO

(fuori campo)

Non sarebbe un granché come scherzo. Non trovi?

EUGENIO

Chi sei?

BO

(fuori campo)

Il mio nome non ti direbbe niente. Io ti conosco, ma tu non conosci me. Almeno, non ancora. Sei libero domani alle cinque?

Eugenio interrompe la chiamata, getta il cellulare sul divano e si allontana di un paio di passi. Per qualche secondo fissa lo smartphone a distanza. Poi si riavvicina al divano, allunga una mano con la massima cautela, prende il cellulare e, maneggiandolo con la stessa delicatezza che userebbe per una bomba inesplosa, richiama Bo. Dopo un solo squillo, lei risponde.

BO

(fuori campo)

Il Mexicali. È un locale in via Valtellina. Facciamo alle cinque e un quarto?

EUGENIO

Cosa vuoi da me?

BO

(fuori campo)

Voglio solo vederti. Fare due chiacchiere. Tutto qui.

EUGENIO

Ma perché?

BO

(fuori campo)

Il messaggio che ti ho mandato oggi non era abbastanza chiaro?

EUGENIO

Questa è una cosa assurda.

BO

(fuori campo)

Cosa c'è di è assurdo? Che qualcuno possa innamorarsi di te?

EUGENIO

Io non so neanche con chi sto parlando!

BO

(fuori campo)

E se domani non vieni, non lo saprai mai.

Eugenio rimane immobile, in silenzio, col cellulare all'orecchio.

BO

(fuori campo)

Eugenio? Ci sei ancora?

EUGENIO

Facciamo cinque e mezza.


BoOnde histórias criam vida. Descubra agora