SCENA 23 - INTERNO GIORNO, STANZA DELLA CASA DI PRODUZIONE

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Sul tavolo ci sono quattro computer portatili accesi. Intorno al tavolo ci sono quattro sedie vuote. Su tre di esse sono sistemati dei cappotti scuri. Poco più in là c'è Eugenio. È steso sul pavimento, supino. Ha lo sguardo vitreo e la bocca semiaperta. Tony, Calcagno e Massimiliano, accovacciati tutt'intorno, sono chini su di lui. Tony gli molla una sberla. Eugenio si rianima, i suoi occhi tornano mobili.

EUGENIO

Ahia.

TONY

Come ti chiami?

EUGENIO

Eugenio.

TONY

Come mi chiamo io?

EUGENIO

Antonio.

CALCAGNO

(a Tony)

Non ti chiami Tony?

TONY

Che giorno è?

EUGENIO

Lunedì.

TONY

Ok, la testa gli funziona ancora.

Eugenio solleva il busto, si puntella coi gomiti.

TONY

Fai piano. Se ti alzi troppo in fretta è peggio.

CALCAGNO

Massimiliano, per favore, vai a prendere un bicchiere d'acqua.

MASSIMILIANO

Subito, signor Calcagno.

Massimiliano si alza ed esce dalla stanza.

CALCAGNO

Signor Calcagno... Di solito mi chiama così solo l'ufficiale giudiziario.

EUGENIO

Cos'è successo?

TONY

Dimmelo tu. Un secondo prima stavi bene, o almeno non peggio del solito, e il secondo dopo sei andato giù come un sacco pieno di patate.

EUGENIO

Forse sarà lo stress. Sto passando un brutto periodo.

TONY

In effetti non hai una bella cera.

EUGENIO

Negli ultimi tre giorni ho dormito due ore.

Massimiliano rientra con un bicchiere di plastica pieno d'acqua. Si avvicina al resto del gruppo.

MASSIMILIANO

Ecco.

CALCAGNO

Grazie.

Calcagno prende il bicchiere e se lo scola d'un fiato. Massimiliano lo fissa perplesso.

CALCAGNO

Che c'è?

Eugenio si alza in piedi. Tony e Calcagno fanno lo stesso.

EUGENIO

Comunque mi sono ripreso. Posso continuare.

Tutti tornano alle loro postazioni intorno al tavolo.

TONY

Ci mancherebbe pure che ci mollassi. Se non cominciamo a produrre dei risultati, il vecchio Presutti ci fa un culo come uno stadio.

CALCAGNO

Tu non l'hai mai visto incazzato. È veramente una iena.

EUGENIO

Ragazzi, un po' di rispetto. Magari a Massimiliano dà fastidio. È pur sempre suo padre.

MASSIMILIANO

Non si preoccupi, signor Pareggio. Finché sono seduto a questo tavolo, mio padre non è mio padre. È solo il mio datore di lavoro. E confermo che è una iena.

TONY

Ok, focalizziamoci. Storie di infedeltà coniugale che sembrino vere, e che possano andare in onda alla tivù generalista nella fascia preserale. Qualcuno ha qualche idea?

Qualche secondo di silenzio. I quattro si scambiano sguardi di sottecchi. Poi Eugenio alza una mano.

EUGENIO

Io una mezza idea ce l'avrei.

TONY

Mi accontento. Sentiamo.

EUGENIO

C'è un tizio. Uno sulla quarantina, sposato, senza figli, con un lavoro precario.

TONY

Uno nella media.

EUGENIO

E in generale una scarsissima gioia di vivere.

TONY

(annuisce)

Nella media.

EUGENIO

Un giorno questo tizio incontra una ragazza più giovane, molto più giovane, che manifesta un'attrazione di tipo sentimentale nei suoi confronti. E lui la rifiuta.

CALCAGNO

La rifiuta? Perché?

MASSIMILIANO

Perché è sposato.

CALCAGNO

Ma non doveva sembrare una storia vera?

EUGENIO

Malgrado tutto, però, cominciano a frequentarsi. Lui si accorge che lei lo fa stare bene come non gli capitava da un'eternità. Si avvicinano sempre di più, finché a un certo punto si avvicinano troppo. E la trama si complica.


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