Capitolo 2

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Isabelle.

Osservo le strade di Al Mansour che sfrecciano davanti ai miei occhi attraverso il finestrino della macchina che Sua Altezza è stato così generoso da condividere con una povera americana infedele.

Faccio una smorfia al ricordo della nostra conversazione all'interno della cella. Mi domando se avrò la possibilità di uscire dalla mia stanza o se ho scambiato una prigione per un'altra.

Il mio sguardo si posa sui grattaceli che sfidano le leggi di gravità, svettando maestosi contro lo skyline, neanche fossero usciti da un romanzo futurista. Qua e là macchie di verde sotto forma di giardini curati contrastano il grigio dell'asfalto e del cemento, oasi di tranquillità, dove le famiglie si riuniscono per passare una giornata all'aperto e dove i bambini giocano spensierati. Minareti si ergono fieri, punteggiando l'orizzonte con la loro eleganza slanciata e le cupole delle moschee si aprono verso il cielo azzurro. Tutto in questo paese grida opulenza, ricchezza, potere. Una chimera che ti tenta offrendoti ciò che nessuno può offrirti, la libertà. Che tua sia un criminale di guerra con le mani sporche di sangue, un mafioso che deve riciclare il denaro guadagnato illegalmente o semplicemente un evasore fiscale, in questo Paese sei il benvenuto. O almeno è ciò che si vocifera, perché non vi sono prove certe di tutto questo. Tutto ciò che è certo è che il denaro scorre a fiumi, almeno per una parte della popolazione.

- Sei taciturna piccola americana, inizi a pentirti della tua decisione? –

Mi volto verso la voce venata di ironia e lo trovo intento ad osservarmi.

Mi stringo nelle spalle, al diavolo se non è il comportamento da tenere difronte ad un Emiro. Tanto mi ha già giudica e condannata, quindi non ho nulla da perdere.

- Per pentirmi di qualche cosa avrei dovuto avere una scelta. Non mi sembra il mio caso, Vostra Altezza-

Solleva un sopracciglio, un lampo divertito nello sguardo.

- Sei alquanto spavalda per essere una che è viva grazie all'intervento di Rashid-

- Credevo la pena fosse la prigione Vostra Altezza, non la morte. Ho forse compreso male? –

Mi guarda per un lungo momento senza parlare.

- Mi domando se è coraggio o stoltezza quella che ostenti con tanta sicurezza-

- Immagino voi la chiamerete stoltezza –

- La chiamo l'ingenuità di chi non ha visto la realtà del mondo e non sa capire il pericolo quando lo ha di fronte –

- È una minaccia, Vostra Altezza? –

- Una mera considerazione, direi-

Annuisco, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Mi domando che cosa ci si aspetti da me all'interno del palazzo. E se sarò costretta a rivederlo. Spero altamente di no. Non ho mai incontrato un uomo più presuntuoso, arrogante e dispotico in tutti i miei diciannove anni.

Ad un tratto il Palazzo reale appare davanti a noi in tutta la sua maestosità. Sormontato da alte cupole che riflettono i vari colori della sabbia e della pietra, è rivestito di decorazioni in oro, cristallo e madreperla che gli danno il tocco da mille e una notte.

Peccato che tra le sue mura non viva un principe, ma un orco.

Mi accorgo che vi sono due edifici separati, di diverse dimensioni e me ne chiedo il motivo.

- Il grande palazzo ospita la corte reale, i ricevimenti ufficiali e le riunioni del Consiglio dei ministri. Il palazzo più piccolo, con un parco e spiaggia privata, è riservato al sovrano e alla sua famiglia- Spiega il mio riluttante compagno di viaggio come se mi avesse letto nel pensiero.

Cuori nel deserto (Serie Amore 3)Where stories live. Discover now