𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 19

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"È 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚, 𝐢𝐧 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐮𝐨𝐦𝐨,

𝐥'𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 è 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐚 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨.

𝐍𝐨𝐧 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐟𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚,

𝐚𝐥𝐭𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐮𝐧 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐝𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐯𝐚𝐧𝐭𝐢."

(𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐁𝐨𝐫𝐬𝐞𝐥𝐥𝐢𝐧𝐨)

『♥』

La cena stava proseguendo bene, io e Joseph parlocchiavamo commentando i pezzi di sushi, la sua espressione quando gli lasciai quelli piccanti era troppo divertente. Il viso rosso, gli occhi fuori dalle orbite e lucidi, tossicchiava cercando di non morire e io non riuscii a trattenere una risata. La produzione ci aveva lasciato anche della Coca Cola, così ne stappai una e gliela versai nel bicchiere, lui subito si affrettò a fermarmi.

«No oh ma che stai a fa'?»

«Fidati di me, è un trucchetto che mi hanno insegnato per non sentire troppo il piccante o il pepe», risi ancora leggendo nel suo sguardo la preoccupazione, già che aveva la bocca in fiamme, pure le bollicine della Coca? Gli versai il contenuto nel bicchiere e prese titubante una grossa sorsata, restò fermo e in silenzio qualche secondo tenendo lo sguardo basso, poi si rimise dritto.

«C'hai ragione», e ridacchiò guardandomi, rimanevano ancora un paio di pezzi e, sentendoci pieni, rallentammo il ritmo, volendo finire tutto quanto. Mi lasciai andare sulla sedia nel momento stesso in cui lui decise di fare una pausa, alzò lo sguardo su di me, sapevo mi avrebbe fatto domande, me lo sentivo, «come sta andando il compito?», eccola.

«Bene, ho rischiato di farmi male cadendo dal tavolo, ma tutto bene», lui continuava a guardarmi incuriosito e così, si appoggiò con i gomiti sul tavolo, «e non ho ancora deciso la persona da avere con me durante la coreografia».

«È così difficile scegliere? Non puoi chiederlo a Kumo o... a Nicholas», nel sentire il nome del castano con cui litigai la settimana prima, guardai Joseph con l'espressione da "fai sul serio?" e infatti, si mise a ridere.

«Nicholas è l'ultima persona che sceglierei in questo momento. E comunque sì, è difficile, ti ricordo che devo concludere con un bacio e io non bacio per finta»

«Ah no? Non riesci?»

«Non fare il finto sorpreso», gli lanciai un chicco di riso che gli si attaccò proprio sulla fronte, «ti è spuntato un brufolo, meglio schiacciarlo, lascia che ci pensi io», feci per alzarmi dalla sedia e lui si tolse rapidamente il chicco dalla faccia.

«Non provarci, tieni quelle mani lontano dalla mia faccia», e di tutta risposta mi lanciò il suo fazzoletto usato che rimbalzò sul mio naso, «sei una rompi balle», mi punzecchiò di nuovo.

«Da che pulpito viene la predica», e ci mettemmo tutti e due a ridere, mi risedei e pian piano riprendemmo a mangiare, «a parte gli scherzi, davvero, non ho ancora deciso. Probabilmente lo farò sapere il giorno stesso della registrazione», dissi mettendomi un pezzo di salmone in bocca.

𝔇𝔞𝔪𝔪𝔦 𝔲𝔫𝔞 𝔰𝔢𝔠𝔬𝔫𝔡𝔞 𝔭𝔬𝔰𝔰𝔦𝔟𝔦𝔩𝔦𝔱à ♥ 𝓗𝓸𝓵𝓭𝓮𝓷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora