18. Perfezione

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La partita di Quidditch era finita da soli cinque minuti e James desiderava scappare via negli spogliatoi. Avevano vinto per un pelo contro Tassorosso e la prossima partita sarebbe stata contro Serpeverde, quella definitiva della stagione.
Di solito non andava lì per farsi una doccia, ma tornava direttamente in sala comune, per essere subito pronto a dare inizio ai festeggiamenti della partita vinta. A parte lui, c'era solamente un suo compagno di squadra.
Entrò in uno dei box doccia e ci mise la bellezza di mezz'ora per lavarsi, il tempo necessario per assicurarsi che l'altro avesse finito e se ne fosse andato.
Sospirò e uscì, avvolgendosi nell'asciugamano, per poi vestirsi. Lo spogliatoio ormai era vuoto e lui dovette solo attendere. Non seppe per quanto tempo, perché non era un tipo molto paziente, almeno non in quelle occasioni. Ma quando sentì la porta aprirsi e chiudersi alle sue spalle, capì che era arrivato.
«Ti stai ancora vestendo, Potter?»
James sorrise e si alzò. Aveva indossato solo i pantaloni e prese la camicia. La indossò, mentre si voltava verso Regulus. Lui se lo mangiò letteralmente con gli occhi, che si erano accesi di una luce piena di lussuria.
«Non ero solo fino a poco fa, c'era un mio compagno di squadra» spiegò mentre si avvicina.
«Oh, capisco. E hai fatto cose anche con lui?» chiese con una leggera punta di gelosia.
James scoppiò a ridere. Quando fu abbastanza vicino gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
Regulus all'inizio cercò di allontanarlo, ma cedette subito, lasciandosi trasportare nella passione. Avvolse le braccia attorno alle sue spalle, per non farselo scappare via.
James però non avrebbe mai potuto lasciare andare Regulus. Era assuefatto dalla sua perfezione, a come i loro corpi combaciassero mentre si spingevano l'uno contro l'altro, soprattutto quando si trovavano su di un letto.
Si staccarono solo per riprendere fiato e neanche si accorsero che si erano spinti fino alla parete. James accarezzò la sua guancia e premette lì le sue labbra.
«Dovrei andare.»
«Aspetta ancora un po'... non ci vediamo da giorni.»
«Hai ragione, scusa» disse James comprensivo. Lo strinse forte in un abbraccio e la sua mente vagò subito su Sirius, che avrebbe pensato che si fosse perso da qualche parte. Scacciò via dalla mente il suo migliore amico, per tornare su Regulus, la cui mano scivolò giù, dentro i suoi pantaloni e strinse la patta con decisione.
«Qualcuno qui ha bisogno di una mano» lo provocò Regulus.
James non ci vide più.
«In ginocchio» ordinò, «adesso.»

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