5. Dispetto

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Fandom: Harry Potter

Remus camminava da solo per il corridoio. Aveva appena finito la lezione di Rune Antiche e stava per tornare nella sala comune di Grifondoro quando si ricordò che doveva inviare una lettera ai suoi genitori. Fece marcia indietro e andò alla guferia.
Tirò fuori dalla sua borsa una pergamena e rispose all'ultima lettera che sua madre gli aveva inviato. Lui, James e Sirius volevano passare le vacanze di natale insieme, per questo si stavano organizzando con le proprie famiglie.
Cercò il suo gufo e spedì la lettera. Mentre si dirigeva fuori, sentì delle voci provenire dalle scale.
Non si aspettò di vedere un gruppo di Serpeverde apparirgli davanti. Lo bloccarono al muro, comandati a bacchetta da Severus Piton.
«Bene, bene, bene. Cosa ci fai tutto solo, Lupin?»
Remus lo fissò torvo. «È così strano?»
«Di solito non sei in compagnia di quei tre bambocci?»
Dopo l'ultimo scherzo che i Malandrini gli avevano fatto, probabilmente voleva vendicarsi. Remus provò a liberarsi dalla presa di uno di loro, un certo Rosier, ma non ci riuscì.
Lo bloccarono e lo spinsero di nuovo dentro la guferia.
«Cosa volete fare?»
Remus aveva provato a restare tranquillo, ma quando Severus tirò fuori la bacchetta, sapeva che doveva iniziare a spaventarsi.
«Lo vedrai adesso. Questo è un nuovo incantesimo che ho inventato e volevo testarlo su qualcuno» disse con un sorriso maligno. Alzò la bacchetta e disse chiaro: «Levicorpus
I piedi di Remus si sollevarono e lo sospesero in aria. Remus gridò sorpreso, e la sua borsa scivolò per terra in mezzo alla paglia.
«Divertente, no?»
Gli unici a ridere erano i suoi amici.
«Va bene, molto divertente, adesso lasciami andare!»
I suoi occhi si accesero di una luce maligna. «Abbiamo appena cominciato.»
Il corpo di Remus iniziò a spostarsi contro la sua volontà. Provò ad aggrapparsi al davanzale della finestra, ma volò oltre. Il vento sferzò il suo viso paonazzo e gridò ancora più forte. Adesso, sotto di sé c'era il vuoto. Sarà stato a cento metri da terra. Se Piton avesse annullato l'incantesimo, sarebbe precipitato.
«Sev- Severus, per favore!»
Nemmeno gli altri Serpeverde stavano ridendo. Guardavano Remus preoccupati, perché probabilmente non era nei loro piani minacciarlo in quella maniera.
«Dovete chiedere scusa, hai capito?» disse Severus duramente.
Remus si divincolò e terrorizzato lo pregò ancora di lasciarlo andare, stava quasi per piangere.
«Che cosa diavolo succede?»
Per un attimo, parve di vedere Sirius, ma era un ragazzo molto simile a lui. Infatti, Regulus Black teneva il suo stesso sguardo freddo e cupo quando succedeva qualcosa che non era di suo gradimento.
Severus gli scoccò un'occhiata torva. «Ci stavamo divertendo.»
«Mettilo giù, da sotto potrebbero vederlo.»
Piton sbuffò e lo fece volare di nuovo dentro la guferia. Annullò l'incantesimo e Remus cadde a terra, lasciandolo andare.
Alzò lo sguardo verso di loro, sotto shock. Il volto di Regulus era ingrugnito, e fece una breve ramanzina da farli andare via tutti a testa bassa e con la coda fra le gambe. Poi, si accovacciò accanto a lui e gli raccolse la borsa, tendendogli la mano.
«Mi dispiace, stai bene?»
«Perché mi hai aiutato?» chiese ignorando la domanda. A parte il fatto che non stava per un cazzo bene, dato che fino a pochi minuti fa era sospeso a testa in giù a chissà quanti piedi da terra.
«Sei amico di mio fratello» rispose senza una nota particolare nella voce. «E quelli sono degli idioti.»
Remus si asciugò gli occhi e provò a respirare a fondo per avere il respiro più regolare.
Regulus aspettò pazientemente e lo aiutò ad alzarsi. Grato di quell'inaspettato sostegno, Remus non poté altro che ringraziarlo.
«Non dire niente a mio fratello, di me.»
«Perché?»
«Non voglio procurargli dispiacere.»
Remus lo fissò interdetto, visto che non aveva alcun senso la sua affermazione. Sirius sarebbe stato solo felice di sapere che suo fratello non era un pisciasotto come lo descrisse una volta.
Ma conosceva anche il lato brutale di Sirius. Avrebbe interpretato quel gesto come altro, e solo dio sapeva cosa frullasse nelle menti dei due fratelli Black, quando ragionavano da Black.
Ad ogni modo, Remus lo fermò e gli disse che non poteva nascondere ai suoi amici quello che era successo.
Regulus annuì. «Mi dispiace ancora. Hai una faccia da schifo.»
Detto questo, lo lasciò da solo, e lui non poteva che dargli ragione, perché era nauseato per ciò che gli era appena accaduto.
Tornò finalmente in sala comune ancora tremante. Si guardò continuamente alle spalle e poté definirsi davvero al sicuro solo dopo aver superato il ritratto della signora grassa.
Quando i suoi amici lo videro tornare in dormitorio in quello stato gli chiesero subito cosa fosse successo.
Raccontò loro tutto e scoppiò a piangere, perché alla fine non era più riuscito a trattenersi. Era stato umiliato e deriso in quel modo, rischiando di essere ammazzato. Non sarebbe successo, Piton non avrebbe mai rischiato di macchiarsi di una cosa tanto orribile, ma... quanta cazzo di paura aveva avuto. Per fortuna in suo soccorso era arrivato Regulus.
James e Sirius erano furiosi e promisero a Remus che si sarebbero vendicati per ciò che gli avevano fatto. Ma lui li implorò di non fare niente di avventato o di stupido. Peter allora intervenne. «Dillo almeno alla McGonagall. Lei li farà sicuramente espellere.»
«Hai idea delle loro famiglie, Peter? Quelli sono tutti dei raccomandati del cazzo. Ma hanno esagerato questa volta e la pagheranno cara.»
Sirius era ancora incazzato e voleva la sua vendetta contro Severus. Remus provò di nuovo a farlo ragionare, che sicuramente suo fratello li avrebbe strigliati come si deve.
Impallidì quando Sirius scoppiò in una risata cupa. «Ti pare che lo farebbe? È un viscido, proprio come tutti loro.»
«Regulus mi ha aiutato!»
«Vuoi che vada da lui per fargli un applauso? Sai quante volte è restato zitto mentre i miei genitori mi punivano con la Maledizione Cruciatus?»
Tutti restarono in silenzio, pensando a quanto fosse macabra quella visione.
Remus non demorse. «Mettiti nei suoi panni, era un bambino come te...»
«Non puoi capire!» urlò, il cuore pieno di risentimento. «Severus me la pagherà, non mi farai cambiare idea» sentenziò, prima di uscire dai loro dormitori.
Remus era sconvolto e si sentiva in colpa per averlo fatto arrabbiare. Aveva ragione, non poteva capire le loro dinamiche familiari e da una parte era meglio così, ma d'altra parte avrebbe voluto tanto supportare il suo dolore e la sua rabbia.

Fun fact: 'sta roba l'avevo sognata.

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