15. Avere la testa fra le nuvole

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Il ticchettio dell'orologio era ben scandito. I ragazzi del sesto anno stavano finendo l'esame teorico di Difesa Contro le Arti Oscure e quando la campana suonò, i fogli volarono nelle mani del professore.
«Bene ragazzi, vi auguro delle buone vacanze!»
Remus raccolse penne e inchiostro e li mise dentro la sua borsa. Pensò intensamente alla domanda numero cinque e se lo stava ripetendo a mente sperando che fosse effettivamente quella la risposta corretta.
«Forza, Moony.»
James lo spronò per fare più in fretta e uscire dall'aula. Era sempre così durante gli esami, l'ultimo ad uscire, come se così facendo le risposte alle sue domande potessero modificarsi.
Sirius e Peter erano fuori in corridoio ad aspettarli, parlavano della prima domanda a cui Peter era stato più insicuro, ma per tutto il resto era abbastanza sicuro di sé.
Andarono fuori per prendersi una boccata d'aria.
«Finalmente ci possiamo reputare liberi!» Sirius stirò le braccia verso l'alto. «Mi sono stancato, troppo studio.»
«Pensa al prossimo anno che ci saranno i MAGO.»
«No, no, no. Prongs sta' zitto!»
Si tappò le orecchie con le mani, scappando da James che gli ripeteva come un mantra la parola MAGO.
Peter rise a crepapelle e li seguì sotto un albero.
Remus era subito dietro di loro, che li osservava sorridendo. Si tolse la borsa a tracolla, la posò sull'erba e si sfilò la toga. Faceva caldo, ma si era alzato un bel venticello. Il fruscio delle foglie accompagnava le risate di James e Sirius. Questi si fermò per prendere fiato, guardò verso di lui portando indietro i capelli e gli fece una smorfia.
«Che c'è?»
Remus scosse la testa, sorridendo in imbarazzo. «Niente, non posso guardarvi?»
Sirius schioccò la lingua sul palato e si guardò in giro. «Stavi guardando me.»
«Tu e James. Non montarti la testa, Black.»
Il suo sorriso da Malandrino folgorizzò Remus. Nemmeno si accorse che le ragazze erano arrivate aggiungendosi al loro gruppo dopo l'esame. Era rimasto imbambolato a fissare Sirius che giocava ancora con James a rincorrersi, la pluffa comparsa chissà dove, e Peter, Marlene e Mary si erano unite al loro gioco di passaggi.
Sirius era l'unico che si era tolto la cravatta, che lo infastidiva sempre quando faceva troppo caldo. Remus lo aveva sfilato via un sacco di volte a letto, usandolo per tutt'altra cosa.
Uno schiocco di dita davanti alla sua faccia lo risvegliò da quei innumerevoli pensieri. Sbatté gli occhi e si trovò Lily seduta accanto a sé. Anche lei era solo con la camicia. Tutti quanti lo erano, ora che ci faceva veramente caso.
«Hai finito di avere la testa fra le nuvole?»
«I-io»
«È da cinque minuti che ti parlo e mi hai solo fatto un cenno» disse Lily, imitando il suo gesto. Sembrò più un tic spastico. Remus si mise a ridere e si scusò.
«Stavo ancora pensando agli esami.»
«Sì, come no, hai la saliva che ti scende dalla bocca» scherzò lei, e rise appena Remus cercò di asciugarsi, ma lo aveva preso in giro.
«Non sei spiritosa.»
«Mi diverto con poco. Allora, come sono andati gli esami?»
«Bene, anche se...»
«Dai, non iniziare con le tue paranoie! Avrai preso per la maggior parte O e altri E.»
«Se lo dici tu» sospirò. «Quest'anno sono arrivato con l'acqua alla gola.»
«Eri troppo impegnato con una certa persona, grazie al ca-»
«Lily!»
La ragazza scoppiò a ridere e lui divenne tutto rosso per la vergogna. Era vero, era stata tutta colpa di Sirius se lo studio quest'anno era passato quasi in secondo piano. Non ci poteva fare nulla se entrambe le parti si erano dichiarate e avevano passato per la maggior parte del tempo insieme a fare cose. Ed era meraviglioso, cavolo se lo era. Amare ed essere amati era una sensazione talmente appagante che tutto il resto poteva benissimo passare secondo piano, che gliene fregava a Remus.
No, non doveva prendere sottogamba lo studio. Sospirò e si distese sull'erba per osservare il cielo azzurro.
Lily lo imitò, e dopo di lei si distesero tutti gli altri, le teste di ognuno che si toccavano e guardavano le nuvole nel cielo.
Sirius, accanto a lui, posò la mano sulla sua, stringendola. Remus gli sorrise, scontrando le loro fronti, finché non iniziarono a baciarsi e tutte le preoccupazioni degli esami scomparvero in un attimo.
«Ragazzi, ragazzi! Siete vomitevoli!» proruppe James.
«Sbaciucchiatevi da un'altra parte!» disse Lily sorridendo contenta per i suoi amici.
«Lasciateli stare! Sono così carini.»
«Mary, tu li spieresti persino a letto.»
«Non lo volevo sapere Marlene» disse Remus staccandosi da Sirius, che sbuffò infastidito.
«Scommetto che se fossero stati James e Lily a sbaciucchiarsi non avreste detto nulla.»
I due nominati arrossirono fino alla punta dei capelli.
Mary scosse la testa. «No, il contrario.»
«Perché proprio io e lui?»
«Perché siete la cosa più vicina ad una coppia in questo gruppo, oltre me e Remus» spiegò Sirius con calma, mentre afferrava Remus per la mandibola e baciarlo. «E questo lo faccio quanto mi pare e piace.»
«E se io non volessi?» chiese Remus, alzando un sopracciglio.
«Shh, mica sei stato interpellato.»
Remus alzò gli occhi al cielo e non volle discutere. I battibecchi continuarono e la leggerezza era tutta lì, in quel piccolo gruppo in cui parlavano di tutto e niente.

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