17. Ti va di ballare?

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Ascoltavamo il vinile di Bowie, ognuno perso nei propri pensieri. Seduti sul divano, Sirius ed io non parlammo per diversi minuti. Avevamo perso ogni briciolo di ottimismo, dopo che i nostri compagni dell'Ordine erano stati uccisi senza alcuna pietà.
Non vi è traccia di umanità nella guerra, e per un po' di tempo, speravo che fosse a nostro vantaggio.
Mi stavo solo illudendo di una bella favoletta.
Il disco finì e Sirius si alzò per metterlo daccapo. Abbassò la puntina del giradischi e il suono della batteria ricominciò a invadere la stanza.

Pushing thru the market square
so many mothers sighing
News had just come over,
we had five years left to cry in

Sirius la canticchiò, legando i suoi capelli in due blande trecce. Si girò per venire verso di me e allungò la mano.
«Ti va di ballare?» sorrise, e io non potevo dirgli di no.
Seguii i suoi passi che erano lenti e la musica ci accompagnava con le sue note dolenti.

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