Prologo | Fuochi d'artificio a Saint Andrews

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Le ripetute esplosioni dei fuochi d'artificio e lo schiamazzo della gente che esultava al rintocco della mezzanotte segnavano il momento perfetto per una scopata clandestina.

Non mi capitava molto spesso, ma ultimamente Saint Andrews era a corto di bei ragazzi, e in occasione della notte di San Silvestro era semplice approfittare dei turisti per un po' di sano divertimento.

«Foda-se, vou-me vir!» Ansante, la sua voce roca sfiorò la pelle del mio orecchio. Non avevo la benché minima idea di quello che avesse appena pronunciato; non mi interessava nemmeno. Il tizio non conosceva l'inglese, non ci eravamo neanche baciati ed eravamo finiti in quello squallido bagno di quell'altrettanto squallido bar, soltanto grazie al linguaggio del corpo e a qualche whisky di troppo.

«Oh, cazzo... Ti prego, fottimi più forte!» Non ero solito atteggiarmi da sgualdrina durante il sesso, ma stavo approfittando della sua non comprensione e per qualche strano motivo mi divertiva tirar fuori quelle espressioni più che indecenti. Farlo me lo faceva diventare ancora più duro.

La sua mano si posò sui miei capelli. Li sentii tirare con forza. «Cristo Santo quanto mi piace, più forte!» L'altra che mi colpisce una natica con forza, poi le dita stringono il mio fianco fino a fare arrossare la pelle tutt'intorno.

Brusco e scortese lo straniero, mi piace.

«Se continui così, credo che verrò in pochi secondi... Cazzo!» Dalla mia bocca un gemito incontrollato. Un attimo dopo mi arrendevo sulla parete che avevo di fronte mentre lo sconosciuto alle mie spalle non la smetteva più di muoversi dietro di me.

Dopo essersi chiuso la zip dei pantaloni, con aria soddisfatta, si passò una mano tra i capelli color cioccolato e poi la allungò verso di me. «Isaac.»

Scandì il suo nome in tono secco e deciso, con un vago accento del sud. «Isaac Ribeiro.» Mi fornì anche il cognome. Il forestiero era coraggioso. Io, invece di stringerla, non lo degnai di un ulteriore sguardo. Mi riabbottonai la camicia frettolosamente e corsi via senza dire nulla.

Per me si trattava soltanto di una scopata qualsiasi, non era importante presentarsi o trattenersi perdendo tempo in inutili convenevoli. Non l'avrei più rivisto e chissà quanto tempo sarebbe passato prima di trovare qualcuno capace a scopare divinamente in quel modo; grezzo e rude.

L'università di Saint Andrews era la terza più antica del Regno Unito, ed era stata la prima in assoluto ad essere istituita in Scozia. I ragazzi che la frequentavano erano per la maggior parte soporiferi e figli di una nobiltà patriarcale e misogina che stentavo a sopportare.

Henry era il mio nome, ma tra i corridoi della Saint Andrews, ero conosciuto come Lord Henry, figlio del Duca di Aberdeen. La mia vita, fino a quel momento, era un'armonia ben orchestrata di studi accademici e incontri sociali, una monotona melodia di noioso prestigio aristocratico.

Nonostante ciò, facevo estrema fatica a trovare una minima somiglianza con mio padre, e di questo ne ero più che soddisfatto. A differenza sua, possedevo un certo fascino, per non parlare poi dei miei addominali scolpiti e della dialettica notevolmente spiccata.

Trovare qualcuno nelle vicinanze che avesse avuto i miei stessi interessi, sembrava diventare sempre più difficile e pericoloso. Insomma, avevo imparato a fare molta attenzione ma non avrei facilmente rischiato di andare contro le leggi del Regno Unito, o per lo meno, se dovevo farlo, doveva valerne davvero la pena. Come lo era stato con Isaac.

Isaac.

Una volta uscito dal bar, il freddo pungente dell'aria scozzese sembrava intrecciarsi al ricordo delle sue gambe nude, quelle cosce definite e toniche che poco prima avevano sfiorato le mie.

Mi specchiai fugacemente sul finestrino di una Morris Minor. Il riflesso era ovattato dalla condensa. Mi aggiustai frettolosamente il colletto e i capelli arruffati, a cui le mani dello straniero si erano avvinghiate con la veemenza di uno tsunami e raggiunsi i miei compagni, più alticci di me, in preda ai festeggiamenti.

Ricordo di aver bevuto ancora del whisky. Poi soltanto che erano le prime ore del mattino del 1 Gennaio 1952, e non riuscivo più a smettere di pensare ad Isaac e al suo insopportabile odore di colonia imprigionato nella mia pelle.

La Costellazione di OrioneWhere stories live. Discover now