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Dopo quella frase andai a dormire non volevo pensarci, ma i miei sogni erano rivolti solo a lui, aprii gli occhi erano le 4:30 mi vestii e andai in palestra, l'unico modo per sfogarmi, verso le 5:10 stavo facendo un pausa quando sentii un sospiro mi girai e ancora lui basta.

-buongiorno sofia- lo guardai -giorno- lui si girò e in un ghigno -di cattivo umore, dormito male- mi stava prendendo per il culo spero di si, lui sa perchè sono così ne sono sicura -lei invece dormito bene- voglio parlare ma mi devo trattenere; non rispose e non so se mi sta bene così o forse no, lui mi sta trattando male so che non gli interesso ma almeno coerenza è quella che chiedo, continuai allenamento tranquillamente e poi andai a fare colazione.

PASSARONO 4 GIORNI

Oggi missione ho riposato sto bene, e ho la mente fresca per quello che devo fare, ci divisero in piccole squadre e ovviamente ero con konig che coincidenze, non dissi nulla, non parlai e atterrammo, era semplice non farci colpire dai talebani ma noi dovevamo colpire loro, due a destra e due a sinistra controllammo il luogo era pulito nessuna traccia dei talebani anzi alcuni erano morti, ci stavamo ritirando ma sentimmo uno sparo e poi due, io e il mio compagno andammo sul luogo uno dei nostri era morto e -sofia dov'è konig- mi guardai introno e non lo vidi -bene, io vado di là e tu di là facciamo così il primo che lo trova avvisa e andiamo all'aereo- lui annuì e entrai nell'edificio neanche due passi e lo vidi li con un colpo di proiettile nel fianco avvisai il mio compagno e lo portammo all'aereo.

Era ferito e perdeva tanto sangue -sofia ho chiamato la base l'infermiera non c'è- guardai il kit d'emergenza e poi konig -ci penso io, passami quello e aiutami a spogliarlo- lo spogliammo e il colpo non era tanto profondo lui era tanto sofferente, ma dovevo aiutarlo, presi il necessario e gli levai il proiettile e lo ricucii per poi bendarlo.

passarono giorni e non lo trovavo da nessuna parte, allora decisi di andare di nascosto nel suo ufficio per chiederci di incontrarci, ma mi venne la morte addosso quando sentii la sua voce con quella di ghost arrivare verso l'ufficio mi nascosi sotto la scrivania appena in tempo, lui si sedette e toccò il mio ginocchio si piegò e spalancò gli occhi gli feci con il dito di non dire niente

-konig tutto bene? te lo consiglio di nuovo prenditi delle ferie o qualcosa- lui sbruffò appoggiando il piede sulla parte più debole del mio corpo spingendo la punta più in profondità

-no Simon, posso riposarmi anche qui, non voglio andarmene ,non ne ho bisogno-

-secondo me si, magari invita qualcuna a cena- lui rise e ridisse la stessa frase di prima con una riposta di Simon ma non ci feci caso ero concentrata a trattenere altro, ma il rumore della porta che si chiude mi fece ritornare alla realtà

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