Cap.43 Venere in Paradiso

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DISCLAIMER: 18 ++++ SONO PRESENTI SCENE ESPLICITE


JASON

Grace è di una bellezza divina. Se dovessi paragonarla a qualcuno ora, la paragonerei a Venere. O all'angelo più bello dell'intero paradiso. Non so cosa diavolo stia smuovendo in me ma pendo dalle sue labbra, letteralmente. L'ascolterei per ore e non mi annoierei. Le ciocche ribelli che fuoriescono dalla sua acconciatura improvvisata, incorniciano alla perfezione il suo viso, esaltando il color nocciola dei suoi occhioni. Se in questo momento non fosse qui, a due centimetri dal mio volto, giurerei quasi che non è reale. Ma lo è. Eccome se lo è. E saperla dalla mia parte è un qualcosa che smuove ogni mio singolo organo.

«Jason? Mi stai ascoltando?», chiede improvvisamente.

Annuisco con fare disinvolto.

«Sei un pessimo bugiardo», mi dà uno scappellotto leggero sul braccio, «pessimo ma dannatamente sexy», continua maliziosa.

«Ah, davvero?», chiedo, avvicinandomi a lei lentamente.

Mi ritrovo a un centimetro dalla sua bocca. I suoi occhi mi scrutano – famelici e pieni di desiderio – mi soffermo sulle sue labbra, sfiorandole appena.

«Miss Johnson ha ordinato il dolce, giusto?», lecco il suo labbro inferiore lentamente, soffermandomi sull'angolo della bocca, «e dolce sia», continuo con voce flebile.

Grace si contrae in una piccola espressione di piacere. Chiude gli occhi e lascia andare indietro la testa, divaricando leggermente le gambe.

È pronta per me. Eccome se lo è.

Un sorriso compiaciuto appare sul mio viso: come ho potuto resisterle fino ad ora?

L'aggrappo dai fianchi, portandola a me. Il suo respiro è sempre più corto, stenta a mantenere il contatto visivo. La mia erezione preme su di lei, irruenta e non controllabile.

«Dove preferisci», dico, lasciandole carta bianca.

Grace indietreggia leggermente, guardandosi attorno. Certo, c'è l'imbarazzo della scelta, casa mia è davvero spaziosa. Tuttavia spero davvero che scelga la vasca idromassaggio. Se l'idea di farla mia li prima era solo una nuvola di pensiero, ora potrebbe diventare realtà.

«Intanto, hai giocato sporco. Non dovevi cenare in accappatoio. Anzi, in tovaglia», mi rimprovera dolcemente, «io avrei bisogno di una bella doccia, mi accompagni?».

Questa volta il mio sorriso è sfacciato.

Jason 1 – Grace 0.

«Speravo me lo dicessi», accorcio la distanza tra di noi, «la vasca idromassaggio è di là», continuo, afferrandole la mano.

«Vasca idromassaggio?», chiede stupita, quasi incredula.

«Hai ordinato un dolce degno di un ristorante stellato, miss Johnson. Siamo ancora all'inizio».

Grace tiene salda la mia mano come non ha mai fatto prima d'ora. Senza troppo preavviso, con un gesto fugace, l'afferro lungo le gambe e la prendo in braccio.

«Sei forse impazzito? Mettimi giù!», ridacchia.

«Non ci penso minimamente», costello di baci il suo collo, «sei mia. Completamente mia».

«Sei un Re cattivo», sussurra eccitata.

«Oh, non hai osato dirlo davvero?».

Grace stringe le sue mani al mio collo, accarezzandolo leggermente.

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