Cap.15 Rose rosse

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GRACE

La notte dovrebbe portare consiglio ma, a quanto pare, questo non accade con me. Mi sento così in colpa per aver trattato Jason in malo modo. Non mi sono fermata ad ascoltarlo, l'ho attaccato come se lui fosse la causa dei miei problemi ma so benissimo anche io che non è assolutamente così. Mi sento così frustrata, sola.

Finché non avrò l'auto parcheggiata sotto casa, non riuscirò a dormire serenamente.

Continuo a non trovare pace tra le lenzuola. Mi giro prima a destra, poi a sinistra.

Basta, non ne posso più.

Mi alzo di scatto portando le coperte e le lenzuola su un lato.

Sono le tre del mattino e tra tre ore esatte la mia giornata inizierà a prendere forma. Se sarà una giornata positiva o negativa lo scoprirò solo nell'esatto momento in cui metterò piede fuori casa. Per prima cosa, devo parlare con il signor Joe. Non accetterà mai che io torni a lavorare per lui, chissà cosa gli ha detto Jason per convincerlo così facilmente. Magari gli avrà promesso dei soldi in cambio ma detesto anche solo l'idea che lui abbia potuto fare una cosa simile. Detesto l'idea che lui abbia potuto "comprarmi" in qualche modo.

Vago per casa, noncurante del pavimento ghiacciato che accoglie i miei piedi caldi. Raggiungo la cucina e prendo una bevanda dal frigo. Un bel bicchiere di latte di cocco allieterà la mia nottata o almeno lo spero. Morfeo non ha nessuna intenzione di cullarmi tra le sue braccia stanotte così decido di indagare un po' su quell'uomo tanto misterioso quanto imprevedibile.

Accendo il portatile e noto due notifiche. Due email che provengono rispettivamente dal Luxury e dalla White Enterprise. Per quanta voglia io abbia di conoscere il contenuto delle due, rimando. Spulciare la vita del signor White è molto più importante ora. Se decido di lavorare con e per lui, devo sapere a cosa vado incontro.

I giornali dicono di lui che ha 30 anni e che è uno degli imprenditori più in gamba e più giovani di Chicago. Ha ereditato l'azienda alla tenera età di 20 anni dal padre. Numerose interviste, sorrisi sgargianti sulle prime pagine dei magazine più in voga, volontariato, attivismo. Quest'uomo potrebbe scrivere un libro per tutte le esperienze che ha già collezionato a quest'età.

Io a 20 anni ancora ero immersa tra i libri universitari e a quasi 30 mi ritrovo senza un lavoro fisso, con un auto in culo al mondo e con debiti che finiranno per seppellirmi viva.

Continuo la mia ricerca in modo scrupoloso. A quanto pare il lavoro è tutto ciò che realmente gli interessa. Nessuna testata giornalistica parla di lui assieme ad una donna. Neanche il più piccolo scoop! La sua vita privata resta privata... in tutti i sensi. Pensavo di poter cavare maggiori info dai giornali ma non mi resta altro se non la nuda realtà che già conosco: nella vita del signor White non c'è posto per una donna. Almeno non ora.

Leggo le due email prima di spegnere il computer. A quanto pare le mie dimissioni non solo sono state accordate ma, hanno già trovato qualcuno pronto a sostituirmi. Hai capito il signor White! Ha pensato proprio a tutto!

Sapere che quel verme di Joe ha trovato qualcuno pronto a rimpiazzarmi mi solleva l'umore. Almeno non correrò il rischio di rovinare le mie giornate a causa di questo dispiacere. La seconda email non ha un testo scritto. Contiene semplicemente il contratto. Giusto per sottolineare il fatto che ad averlo firmato siamo stati in due. Guardo l'orario, è stata inviata un'ora fa. A quanto pare mr. Tenebroso soffre di insonnia proprio come me.

Sorrido; forse tutto questo è stato davvero utile per la mia tranquillità interiore. Non che mi interessi la vita privata del mio – futuro – capo. Voglio solo essere pronta per quello che affronterò una volta varcata la soglia dell'azienda come dipendente e non più come Grace Johnson.

... il giorno dopo ...

Sono ancora indecisa sul da farsi. Sono davvero arrabbiata con Jason per ciò che ha fatto. Seppur per il mio bene, non doveva essere sua l'ultima parola. Spettava a me decidere come e quando raggiungerlo. Sono consapevole del fatto che il contratto riporti anche la mia firma ma oggi non ho nessuna intenzione di andare in azienda. In realtà, non ho nessuna intenzione di farlo anche per i giorni a venire. Dovrò sbollire un po' prima di potermi presentare nuovamente alla 'corte' di Jason... anzi, del signor White.

Il mio telefono squilla ininterrottamente.

Parli del diavolo e spuntano le corna

Rifiuto la chiamata per l'ennesima volta e lascio che il getto d'acqua calda, proveniente dal soffione della doccia, accarezzi la mia schiena. In inverno, a causa del mio colorito chiaro, rischio quasi di confondermi con la neve.

Sorrido pensando alla neve, a quanto vorrei vederla scendere giù dal cielo almeno per Natale.

Mi asciugo in fretta. Indosso il mio paio di jeans preferiti, degli stivaletti bassi e una camicia con un maglioncino sopra. Non vorrei raffreddarmi troppo. Guardo nell'armadio i vestiti ben stirati e raccolti in modo magistrale. Non è da me ma questo testimonia il fatto che per la White Enterprise avrei cambiato anche le mie abitudini. Non che io sia una disordinata cronica ma... stirare non è proprio il mio forte.

Spazzolo i capelli e mi trucco leggermente per dare un po' di colore al mio viso spento e visibilmente stanco. Indosso il cappotto rosso ed esco di casa.

Una volta fuori, rimango sbalordita alla vista di una berlina nera parcheggiata proprio al lato del mio marciapiede.

L'adrenalina percorre velocemente il mio corpo al solo pensiero che possa esserci Jason all'interno.

Scendo presto dalle nuvole. Non è lui. Un uomo si affretta a raggiungermi.

«Buongiorno, lei è la signorina Johnson?»

«Ehm... sì. Chi lo chiede?»

L'uomo non risponde. Lo vedo voltarmi le spalle per aprire la portiera dell'auto.

Mi porge un mazzo di rose rosse, con bigliettino al seguito e prima che io possa chiedergli maggiori spiegazioni, sale in auto e mette in moto.

Inalo l'odore dei fiori che, per l'occasione, sembrano essere stati appena raccolti. Chiudo gli occhi e sorrido come una sciocca. Chiunque li abbia mandati, ha buon gusto. La composizione è una delle più carine e romantiche che abbia mai visto.

Sarei dovuta uscire per incontrare Kelly ma la curiosità di saperne di più su questo fascio di fiori mi mangia l'anima. E così rientro nuovamente in casa.

Apro lentamente il bigliettino. Il mio cuore scalpita. All'interno non trovo nessuna firma, solo una semplice frase.

Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?

Romeo e Giulietta. Shakespeare. Lo riconoscerei anche tra mille. Non ho la più pallida idea di chi possa essere il mittente. Scruto a fondo il biglietto, cercando di scoprire qualcosa in più ma tutto questo non porta nessun risultato.

«Cosa ho fatto per meritare tanto romanticismo?», bisbiglio emozionata.

Cerco un vaso per poterle sistemare. Per quanto ami il nero, non voglio che appassiscano in fretta. Mi prenderò cura di loro almeno fino a quando non scoprirò di chi è stata questa splendida idea. È difficile lasciarmi senza parole ma questo sconosciuto oggi è riuscito alla grande in questa impresa!

«Ecco fatto! Ora sì che è tutto perfetto!»

Le sistemo nel vaso e le guardo con aria sognante. Non ho mai ricevuto dei fiori così belli. Arrossisco emozionata. Il mio cuore sembra essersi finalmente tranquillizzato.

Dopo dieci minuti esco di casa. Non sono solita fare ritardo, spero solo che Kelly possa perdonarmi. La giornata è iniziata nei migliori dei modi, speriamo solo che non finisca nel modo opposto. Sono fiduciosa e soprattutto... felice.

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