Cap.29 La fuggitiva

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JASON

La riunione continua senza intoppi. Aver allontanato Grace da questa stanza ha giovato ai miei soci ma non a me. Non è nel suo ufficio, non so dove potrebbe essere finita.

«Jason, veniamo alle cose più serie. Hai qualche bozza per la campagna di Natale?», chiede Claire con tono stanco.

Annuisco. Frettolosamente apro il primo cassetto della mia scrivania ed estraggo un faldone contenente una miriade di fogli con disegni e informazioni utili. Sono ormai le diciotto passate e tra meno di un'ora l'azienda sarà completamente vuota. Non so se gioire o dispiacermi per questo. Anche Grace andrà via e questa sera, a malincuore, non potrò seguirla. Ho un sacco di lavoro arretrato e troppo poco tempo a disposizione.

Claire e Ryan, il tipo che non mi convince proprio, stanno esaminando i fogli.

«C'è qualcosa che non va?», chiedo con tono leggermente stizzito.

Claire fa spallucce. Credo sia la prima volta che non riesce a darmi una risposta decisa.

«Non so Jason... c'è qualcosa che non mi convince in questa linea. È troppo sempliciotta».

Sobbalzo. Poggio entrambe le mani sulla scrivania e mi fermo a fissare Claire intensamente.

«Sempliciotta?!», borbotto, «stai scherzando?», continuo infastidito.

Non osa rispondermi, sa che se lo farebbe, la nostra conversazione terminerebbe nel peggiore dei modi. Ho promesso a me stesso che avrei mantenuto la calma in sua presenza ma rende tutto troppo difficile.

«Caffè per tutti!»

La voce di Grace riecheggia nell'aria. Alzo lo sguardo e la vedo entrare nell'ufficio, raggiante. È spensierata, sembra che l'intensa giornata lavorativa non l'abbia minimamente sconvolta.

È arrivata al momento giusto. Il mio cuore si tranquillizza alla sua vista, l'ossigeno torna pian piano nei miei polmoni e saperla qui al mio fianco mi rasserena. Forse, se faremo tardi, si tratterrà un po' di più.

«Grace! Pensavo fossi già andata via», bisbiglio, guardandola intensamente.

«Come avrei potuto?! Avete l'aria di persone un tantino disperate», risponde ironicamente.

Ryan scoppia a ridere. Mi giro verso di lui e lo fulmino. Non sopporto che riservi tutte queste attenzioni a Grace.

«Ci mancava solo l'ironia della sempliciotta»

Claire borbotta dal lato. Grace non ha sentito, io sì. L'intimidisco con lo sguardo, facendole capire che non è passata inosservata. Sbuffa, spero almeno che abbia afferrato il concetto. In mia presenza non voglio che si rivolga a lei in malo modo. In realtà, anche aldilà della mia presenza deve rispettarla e trattarla correttamente. Eppure, non mi era mai capitato prima d'ora. Solitamente Claire non ha mai trattato nessuno così.

«Allora, dove siete rimasti?», chiede Grace entusiasta, sorridendo.

Claire alza gli occhi al cielo, portando una mano sulla fronte.

«Intanto, siediti», la incalza Ryan, lasciandole il posto.

Tossisco nuovamente. Cosa sta cercando di fare? E soprattutto, perché non le ho detto io di sedersi al mio posto?

Grace gli sorride teneramente, accettando quel suo invito. Ryan ricambia allo stesso modo, soddisfatto. Da qui a poco sento che il mio corpo si ribellerà a tanta tensione. Le mie mani prudono, sbottono leggermente la camicia. È come se non riuscissi a respirare liberamente.

«Bene, Claire pensa che queste bozze siano troppo semplici per la White enterprise», attiro l'attenzione su di me, sperando di non dover assistere ancora a questo squallore.

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