Partenza

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Le prime luci dell'alba fecero capolino nell'oscurità del cielo notturno, e Hermione stava stesa su una sdraio, in balcone, avvolta in una coperta di pile, bevendo una tazza di tè caldo macchiato col latte. Grattastinchi dormiva beato ai suoi piedi.
Lei, invece, non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte.

Pensava e ripensava alle parole di Ginny, chiedendosi se avesse preso la decisione giusta. Rivedere Fred la emozionava e la impauriva, allo stesso modo.
La sicurezza che l'aveva pervasa il giorno prima, minacciava ogni minuto di vacillare, sotto i colpi delle domande che non lasciavano in pace la sua coscienza.
E se fosse crollata di nuovo, senza più riuscire a rialzarsi e andare avanti?
Ma soprattutto: se poi, in fin dei conti, Fred non avesse più voluto stare con lei? Se anche i suoi sentimenti per lei fossero andati perduti insieme al resto dei ricordi?

Si passò una mano tra i capelli ricci, e sospirò in preda alla stanchezza del turbine di emozioni che la stava scuotendo dalla testa ai piedi.
Non poteva tirarsi indietro; e poi, chi diceva che sarebbe andata male?
Non provarci, poteva anche significare passare il resto della vita a chiedersi cosa sarebbe successo se lo avesse fatto.

Un rumore di passi strascicati sul parquet, la riscosse dai suoi pensieri; si voltò per vedere l'amica avvicinarsi alle sue spalle con un sorriso sonnolento.
«Se ti conosco almeno un po', credo che tu non abbia dormito affatto.»
«Mi conosci molto bene» ribatté, annuendo.
Ginny uscì nell'aria fredda del mattino, e si sedette accanto all'amica, avvolgendosi anche lei nella coperta calda. Grattastinchi si agitò nel sonno, e svegliandosi a causa della rossa, andò ad accucciarsi sotto la sdraio.
«Sai, mi hai davvero sorpresa ieri. Non pensavo avresti accettato così
velocemente» disse sinceramente colpita.
Hermione fece una risatina, e abbassò lo sguardo.
«Anch'io, se vuoi sapere la verità. Forse nemmeno sapevo esattamente perché stessi accettando, ma ora sì» continuò tirando su col naso. Aveva la faccia congelata, ma non le importava. Trovava rigenerante, la freschezza delle prime ore del giorno che iniziava.
«Quindi?» chiese l'altra incuriosita.
«Perché ho capito che io tengo molto a Fred; e più di ogni altra cosa voglio che lui sia felice, e voglio aiutarlo. Anche se questo dovesse significare perderlo per sempre. Voglio almeno provare a farlo ritorni da me... voglio provare a ritornare ad essere quelli che eravamo prima dell'incidente. Voglio tornare agli scherzi, alle risate, agli abbracci, agli sguardi fugaci... E che torni una volta per tutte dalle persone che gli vogliono più bene» aggiunse, riferendosi alla famiglia Weasley, a Harry, a Lee Jordan, l'amico ai tempi di Hogwarts, ai suoi vecchi affetti. Ginny annuì contenta, e l'abbracciò forte.

Poche ore dopo, Hermione portò le due valige nell'ingresso; in spalla, uno zaino con i libri e i quaderni dell'Università.
«Ho mandato una lettera ai miei genitori, spiegandogli tutto; loro si occuperanno dell'appartamento mentre sono via. E, anche di Grattastinchi. Ron se sarà molto felice» disse, rivolgendo uno sguardo ironico verso la rossa. Non era un segreto la poca avversione di Ronald Weasley verso il suo gatto. Sentendosi chiamato in causa, il felino saltò giù dal divano, e si avvicinò alla padrona, per ricevere l'ultima carezza sulla testa schiacciata.
«Pronta?» chiese l'amica ridendo. Non vedeva l'ora di andare.
La riccia prese un respiro profondo, e disse
«Pronta».

Stavano per smaterializzarsi, quando Hermione la fermò.
«Cosa c'è?» chiese Ginny, in preda alla paura che l'amica avesse cambiato idea all'ultimo minuto.
«Devo chiederti una cosa importante...» disse l'altra chiudendo per un attimo gli occhi. Doveva saperlo, in modo da prepararsi meglio.
«Dimmi.»
«Lui... lui sì, ehm... si ricorda di me?» disse Hermione con voce tremante.
Gli occhi di Ginny si velarono di tristezza, mentre le rivolgeva uno sguardo quasi di scuse. Le prese una mano, stringendola nella sua.
«Io... ho cercato in tutti i modi di capire se ci fosse anche la minima possibilità che ricordasse e... oh, Herm... quando ti rivedrà sono sicura che lo farà, che servirà a smuovergli il cervello. Poi, è questo il piano no? Salvarlo dal vuoto, e riportarlo da noi» disse con l'intenzione di infonderle coraggio.
Hermione lo immaginava, ma sentirselo dire era molto più doloroso di quanto si aspettasse.
«Quindi quale sarebbe questo piano?» chiese accennando un sorriso.
«Dirò che sei un'amica che non vedo da parecchio tempo - non è una bugia! -, che è venuta a stare da noi per un po'. Semplice, ma efficace!» rispose la rossa ammiccando.
«D'accordo; allora, andiamo?»
Ginny le toccò lievemente la spalla, mentre Hermione cercava di calmare il nervosismo.
«Sei sicura di stare bene? Non dobbiamo partire subito, possiamo aspettare qualche giorno...» era impaziente, ma non voleva nemmeno costringerla a fare qualcosa che non si sentiva di fare.
Come riposata, la riccia scosse la testa, decisa.
«No, Gin. Ora, mai più» il rischio che potesse rimangiarsi tutto e tirarsi indietro, le appariva insopportabile.
Ginny le fece l'occhiolino, e in un secondo, scomparvero.

Un Amore RitrovatoWhere stories live. Discover now