Arrabbiato.

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Capitolo22

Una settimana, siamo tornati da Santa Barbara una settimana fa. Fortunatamente, al nostro ritorno, i bambini stavano bene, in perfetta salute, e ho dovuto ricredermi nei confronti della segretaria di Justin.

Questo non significa che mi sta simpatica o altro. La donna rimarrà perennemente nella mia lista nera immaginaria.

Da una settimana io e Justin andiamo in perfetta sincronia. I nostri rapporti sono cambiati. Non so ancora definire cosa siamo dato che andiamo molte volte oltre ad un semplice bacio dal nostro ritorno, ma non abbiamo mai affrontato il discorso dello 'stare insieme'. Questo mi confonde. 

Anche se non mi è ancora chiaro il rapporto che c'è tra me e Justin, non ho intenzione di chiedere niente.

Finirei probabilmente per avere una risposta come la precedente volta, quando gli ho fatto presente che tra noi sarebbe potuto nascere qualcosa se avessimo continuato a mostrarci come coppia davanti agli altri.

'Tu credi davvero che tra noi possa esserci qualcosa?'

Justin è così odioso, freddo e menefreghista certa volte. Perchè non può essere un semplice uomo?

Adoro quando è dolce, premuroso e gentile, mi chiedo per quale motivo non possa essere sempre così. 

"Non sei per niente attenta." mi rimprovera con tono severo Chris, entrando in laboratorio. Mi toglie il pacco di farina dalle mani, guardandomi con un'espressione accigliata. 

"Scusa." sospiro portandomi una mano in volto, rendendomi conto di aver esagerato con la farina, rendendo l'impasto non lavorabile.

Devo smetterla di distrarmi e concentrarmi maggiormente sul mio lavoro, ma Justin occupa i miei pensiero giorno e notte e la cosa sta diventando straziante.

"Che ti succede bambolina? Cosa ti distrae fino a questo punto?" chiedo Chris dolcemente, poggiando il pacco sul grande tavolo della cucina.

Il suo viso è storto in una smorfia di uno che la sa lunga, mentre si avvicina a me. 

"Non abbiamo tempo per i miei problemi, dobbiamo preparare i dolci." mormoro tentando di cambiare argomento, ma Chris scuote la testa.

Quest'uomo è così testardo. Non può semplicemente fare finta di nulla e andare avanti con il suo lavoro?

"Questo giochetto con me non funziona, devo ricordarti che ho figli adolescenti?" chiede retoricamente. Scuoto la testa sospirando. Chris è una persona dolce e simpatica, ma molte volte i suoi atteggiamenti da impiccione mi ricordano mio padre. E il ricordo di mio padre mi porta imbarazzo, mi porta alla mente l'episodio accaduto l'anno scorso a casa sua con Justin. "Sputa il rospo." mormora poi l'uomo, guardandomi con un sorriso affettuoso. 

"E' che..." sospiro abbassando lo sguardo sulle mie scarpe da ginnastica. "Tra me e Justin continua ad essere tutto così confuso..." mormoro mordendomi l'interno della guancia.

Alzo di poco gli occhi, notando che mi sta guardando con disapprovazione. 

"Siete ancora così giovani e stupidi..." mormora tra se e se, ricevendo un'occhiataccia da parte mia. Stupida a chi? "Ti stai preoccupando per niente, lascia scorrere un po' di tempo e la situazione si farà più chiara." mi consiglia ignorando il mio sguardo atroce. 

"E se niente dovesse cambiare? Io non posso continuare all'infinito questo suo gioco." sbuffo portandomi una mano sulla fronte.

Non possa davvero, finirei col avere novant'anni, capelli bianchi, senza denti e zitella con venti gatti ancora innamorata di Justin, mentre lui fa la sua vita da felice pensionato con sua moglie.

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