Amici ritrovati.

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Capitolo14

Siamo tornati alla vita di sempre, o quasi, da ormai un paio di giorni. Justin mi ha detto che non avrei più lavorato in ufficio fino a quando non avremmo messo fine alla nostra relazione e a me va più che bene. 

Dopo l'episodio imbarazzante accaduto a Boston ho a malapena l'audacia di rivolgergli parola, il coraggio che avevo accumulato nei giorni precedenti è andato a farsi fottere. 

'Dannazione Kensy, modera il linguaggio.' mi rimprovera Lizzie e non posso far altro che darle ragione. Non è da me usare certe parole. 

Non riesco a smettere di pensare a quel breve istante in cui la pelle di Justin era a contatto con la mia, il mio seno schiacciato contro il suo petto bagnato e ricoperto da alcuni tatuaggi di cui fino ad allora ignoravo l'esistenza. Mi viene la pelle d'oca al solo pensiero. 

Ma la cosa che mai riuscirò a dimenticare è la grande figuraccia fatta agli occhi di mio padre. Il pover'uomo è rimasto traumatizzato dalla scena a cui ha dovuto assistere: sua figlia mezza nuda, coperta a malapena da un lenzuolo, e suo genero intendo a coprirsi il suo amichetto con una maglia. 

Nelle ore che hanno seguito l'episodio, prima della nostra partenza, è riuscito a malapena a volgermi uno sguardo. 

E' stato fottutamente imbarazzante, soprattutto quando è arrivato il momento di salutarci e lui non sapeva come abbracciarmi. 

Cavolo, vorrei che esistesse una macchina del tempo o qualcosa in grado di far dimenticare a tutti questo avvenimento. 

Ho chiesto a Justin per quale motivo fosse nudo sul balcone di casa mia, lui ha detto, come se niente fosse, che era appena tornato dalla palestra e che, dato che papà gli ha detto che la casa era vuota, poteva farsi una doccia nel bagno collegato alla mia camera. Ha spiegato che, come suo solito fare, aveva gli auricolari e che questo è il motivo per cui non ha sentito le mie grida. Si è spogliato e poi boom, gli sono finita addosso. 

Cose dell'altro mondo, vero? Chi è il cretino che ascolta musica tutto nudo? Signori e signori, Justin Bieber! Qualcuno gli consegni un premio per la sua demenza. 

Tra una settimana l'avvocato di Simon, il nonno defunto di Justin che ha incasinato la mia vita a sua insaputa, ha voluto fissare un'appuntamento con Justin per parlargli del testamento e già da oggi avrebbe iniziato le sue ricerche sulla nostra relazione. Io sarò l'ultima ad essere sottoposta ad un suo interrogatorio. Spero solo che questa storia finisca al più presto possibile, nel frattempo mi godo la mia vita lontano da Justin. 

Senza accorgermene mi ritrovo a camminare verso la cucina e guardo nel frigo, alla ricerca di qualcosa di dolce da mettere nel mio stomaco, ma mi ricordo di essere stata via un'intera settimana e che il frigo, come l'intera dispensa, è vuoto. Ci sono solo un po' di farina, uova e dello zucchero. Un'idea mi passa per la testa e, dato che non ho molto da perdere, inizio a darmi da fare. 

Dopo aver ordinato una pizza a domicilio, comincio il mio lavoro. Voglio imparare a cucinare i dolci. Io amo mangiare cose zuccherose e amavo le torte di mia nonna Carmela. 

Lei aveva un negozio di dolci e i suoi affari andavano alla grande, per di più mi riempiva di dolci e a me questo piaceva. 

Le avevo promesso che un giorno avrei seguito le sue tracce, ma sappiamo tutti che non sono Buddy Valastro in cucina. Oggi però voglio tentare, non ho niente di meglio da fare. 

Mal che vada regalerò la torta a Miss Stews, l'antipatica vecchietta zitella del secondo piano.

Aiutandomi con una ricetta trovata online, finisco di impastare i pochi ingredienti e, fiera di me, inforno quella che presto sarà una torta. Nel frattempo arriva la mia pizza e, dopo aver preso i soldi, apro la porta al fattorino. 

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