Appuntamento.

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Capitolo16

Picchietto il piede contro il pavimento, guardando per l'ennesima volta il mio orologio da polso con impazienza. Sono già le nove, lui sarebbe dovuto essere qui due ore fa.

Sbuffo amareggiata, tornando a leggere il mio libro. Mordicchio le pellicine poste alle punte delle miei dita con nervosismo.

Perdendo del tutto la concentrazione, mi alzo dalla poltrona, andando in bagno per controllare il trucco e l'acconciatura. Sorprendentemente sembra tutto intatto. 

Sospiro guardando la mia immagine riflessa nel grande specchio che occupa quasi metà delle parete del bagno.

Indosso un vestito aderente nero, che arriva poco più sopra delle mie ginocchia e possiede un'abbondante scollatura. Quasi stento a credere di essere io. 

In questi anni non ho mai curato molto il mio aspetto, ma questa sera mi sono davvero impegnata. Voglio apparire carina, o,perchè no, bella, ai suoi occhi. 

Torno in soggiorno, riprendendo posto sulla poltrona. Controllo ancora una volta l'ora. Sono le nove e venti. Finalmente, qualcuno bussa alla porta e mi alzo in piedi, affrettandomi ad aprire. 

"Ciao." il ragazzo davanti a me mi saluta. I suoi occhi scuri mi scrutano gioiosi e un leggero sorriso nasce sulle sue labbra rosee e fini. 

"Ciao." sforzo un sorriso, fingendomi entusiasta di vederlo. E' un bel ragazzo, niente da ridire, ma dopo due ore di attesa la mia pazienza si sta esaurendo. 

I miei occhi viaggiano sul suo corpo e per poco non mi viene un colpo al cuore. Come diavolo si è vestito? Perchè assomiglia ad un motociclista sbandato?

"Kensy." sorride.

"Carter." sorrido a mia volta, stringendo la sua mano mentre il suo nome esce dalle mie labbra. 

"Cay, gli amici mi chiamano Cay." mi corregge alzando gli occhi al cielo in modo quasi impercettibile. Annuisco.

"Lieta di conoscerti Cay." dico sorridendo, ripetendomi mentalmente più volte di mantenere la calma. 

"Ho fatto tardi?" chiede confuso, quasi dispiaciuto. Oh quanto vorrei picchiarlo... mi ricorda qualcuno...

"Oh... un paio d'ore, ma non fa niente." mormoro vagamente, facendogli intendere che va bene e che non me la sono presa, ma non è affatto così.

Alex continua a ripetermi che al primo appuntamento devo fingermi stupida, ho sempre cestinato questo suo consiglio e forse è per questo che i miei primi appuntamenti hanno fatto schifo. 

2007, primo appuntamento con Greg Downson. Quel cretino mi ha palpeggiato il sedere ed è finito in ospedale con il setto nasale rotto. 

2008, primo appuntamento con Danil Skeil. Quel imbecille si è ustionato, per colpa mia, dopo aver parlato male di Alexis. 

2008, primo appuntamento con Michael Carpenter. Beh lui era troppo noioso e mi sono sono addormentata sul tavolo del bar, ma lui tornando a casa è stato investito da un ciclista. 

Da allora, nessuno nel mio liceo mi ha mai chiesto di uscire. Strano, vero? Eppure io sono così dolce...

 "Ho fatto un po' di cose mentre ti aspetavo, Marie mi aveva avvisata che non sei un tipo puntuale, perciò..." blatero riportando l'attenzione su Carter, diamine, Cay.

"E Whrent che ti saresti lamentata." dice di rimando. Ricambio il sorriso falsamente. Questo è peggio del mio ex capo per dincirindina. Ma da dove spunta tale idiota?

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