05. He's very protective, almost obsessive (1/2)

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❗️𝑽𝒊 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒍𝒐 𝒖𝒏 𝑻𝑾 𝒂𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐

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❗️𝑽𝒊 𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒍𝒐 𝒖𝒏 𝑻𝑾 𝒂𝒍𝒍'𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐. ❗️







Ginger's POV.

La prima reazione che ebbi a quella richiesta fu il silenzio, le mie labbra come sigillate. Mi aveva appena mormorato un gongolante «andiamo», e io non riuscivo a capacitarmene.

Andare con lui... dove?

Si aprirono un migliaio di scenari nella mia testa, tutti diversi e strani, e nessuno di questi sembrava promettere bene. C'era qualcosa, forse l'istinto, che mi suggeriva di andarci cauta.

Eppure la voglia che avevo di allontanarmi da lì era più forte di tutto il resto. Volevo non dover rivedere quelle persone mai più. Quindi mi alzai, seppur con titubanza, mi sistemai la felpa sui fianchi e mi mostrai pronta a seguirlo.

Lui mi fece un breve cenno col capo per indicarmi quale direzione prendere, ma prima che ci allontanassimo, un pugno di voci e schiamazzi ci seguirono come uno strascico di insidie.

«Uhu...», uno dei suoi amici — Retth, supposi — ammiccò con lo sguardo, alzando e abbassando le sopracciglia in modo innaturale, volto alla provocazione. «Vacci piano, imprenditore!»

«Non ti dimenticare i preservativi...», Aimee fece scivolare lenta lo sguardo derisorio su di me, dal cuoio capelluto sino alle punte dei piedi, scoppiando poi in una risata fragorosa.

Mi feci piccola, mordendomi il labbro superiore per evitare di rendere evidente la mia espressione affranta. In quell'attimo provai una cosa che non mi era nuova, ma che non provavo da tempo: vergogna. Provavo vergogna e non avevo fatto niente.

«Già... evita brutte sorprese!» sghignazzò Aimani, recuperando un cubetto di ghiaccio dal drink che reggeva in mano per lanciarlo addosso a Felix. Lui lo evitò con successo e poi ridacchiò al mio fianco, scuotendo il capo.

«Che idioti», commentò con tono giocoso, intimandomi di accelerare il passo per aumentare la distanza dal suo gruppo di amici. Camminai a testa bassa per qualche metro, poi non riuscii più a tacere.

«Non sono cambiati di una virgola», mi lasciai sfuggire con voce apatica, così sottile e distante che per un attimo immaginai non mi avesse sentita. Ma l'aveva fatto eccome, perché rimase a fissarmi imbambolato.

Esitò su cosa dire. «Loro sono solo un po'... così.»

Già. Un po' così.

«Così come? Molto amichevoli?», ironizzai.

Felix si strinse nelle spalle, prendendo le loro difese. «Devi solo conoscerli meglio, poi non sono male.»

«Oh, immagino.»

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