02. Lies, lies, lies

6.8K 346 490
                                    


Ginger's POV

Hoppsan! Denna bild följer inte våra riktliner för innehåll. Försök att ta bort den eller ladda upp en annan bild för att fortsätta.



Ginger's POV.


Lui roteò gli occhi al cielo e le sue labbra si distesero in un sorriso tirato, fasullo. «Buona vigilia anche a te,» mormorò con ironia.

Masticai tutta la rabbia che la sua presenza mi stava facendo provare, digrignando i denti. «Mi dici che cavolo ci fai qui?» gesticolai veloce, desiderando che rispondesse senza troppi giri di parole.

Jake sbuffò, alitandomi in faccia profumo di dentifricio alla menta. «Rilassati. Sono qui per le feste.»

«È una presa in giro, vero?» continuai, non riuscendo a credere che i suoi piedi stessero sul serio calpestando l'uscio di casa mia. Era surreale.

«Perché? Dovevo tingermi il naso di rosso come Rudolf per dimostrarlo?»

Spiritoso. Davvero tanto.

I suoi occhi saettarono veloci dietro la mia sagoma, facendomi intuire volesse entrare. Così socchiusi la porta in uno scatto, parandomi davanti alla sua visuale. «Anche tu hai il brutto vizio di stalkerare la gente, dimmi?»

«Prego?»

«Come sai il mio indirizzo?» continuai, ma lui non si smosse di un millimetro. Il suo tono rimase lo stesso, forse con una punta di veleno in più

«Mi accusi di stalking... credi che avrò bisogno di un avvocato?»

«Non sono in vena di scherzi e non voglio parlare con nessuno, quindi-»

«Pensi io sia qui per parlare con te?» mi stoppò, inarcando un sopracciglio con fare antipatico. Socchiuse gli occhi, e le iridi azzurre si trasformarono in due semicerchi.

Qualunque fosse il motivo, non m'importava. Magari l'aveva mandato proprio Sage, o Esther — o come diamine si chiamava —, nel tentativo di convincermi a ricucire i rapporti. O forse l'aveva mandato... lui.

No, non poteva essere così. Solamente pensarlo mi fece avvertire un brivido lungo ogni centimetro della schiena. Scartai a priori quell'ipotesi, accartocciandola nella testa come un foglio senza valore.

«Sai cosa? Non mi interessa. Ma come ho detto, non voglio parlare con nessuno, perciò...», feci per chiudergli la porta in faccia, ma bloccò il mio gesto con un piede, pressando così tanto da costringermi a mollare la presa. Serrai le labbra in un'espressione dura.

«Senza offesa, capelli rosa, ma il mondo non gira attorno a te. Mi ha invitato Albert», spiegò, stranamente calmo, rifilandomi l'ennesimo di quei sorrisi finti che sembravano lanciare sfide silenziose.

«Sì, certo, come no!»

«Libera di non crederci», si strinse nelle spalle.

«E perché diamine avrebbe dovuto?»

OFFLINE VOL. 3Där berättelser lever. Upptäck nu