dodici

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Questa notte non avevo chiuso occhio ed erano ore che mi rigiravo nel letto per cercare di prendere sonno, senza sapere che ore fossero mi alzai e mi diressi in cucina: erano le 6.00 perciò decisi di riscaldarmi del latte e di provare in qualche modo a non pensare ad Alex. Era successo tutto in una frazione di secondo, la sua felpa, quella canzone, e poi...si stava davvero innamorando di me? Ma soprattutto io ero pronta dopo quello che era successo col mio ex?
Versai del latte in una tazza e mi sedetti sullo sgabello vicino la porta. fuori pioveva: ormai novembre era iniziato e io mi divertivo a guardare le gocce scivolare sul vetro della porta.
-Ehi sei sveglia?- disse Carola entrando.
-Si non riuscivo a dormire, anche tu vedo-
-Io ho lezione presto con la Celentano, tu hai lezione stamattina?-
-No-
-Allora va in camera a riposarti altrimenti non riuscirai ad affrontare al meglio le lezioni di oggi- mi consigliò la mia amica.
-Quella felpa- mi indicò mentre mi dirigevo verso la camera.
-Lascia perdere- sbuffai.
Neanche il tempo di toccare il cuscino che mi addormentai, mi svegliai dopo qualche ora: erano le undici, quando mi alzai e avevo ancora la felpa di Alex addosso. Avevo bisogno di levarmi il suo profumo. Feci una doccia veloce e indossai una tuta poi mi diressi in cucina. Dovevo parlare con qualcuno.
-Dov'è Luigi- chiesi ad Albe.
-Ehi buongiorno- sorrise lui.
-Albe dov'è Luigi, ho bisogno di parlare con lui- continuai impaziente.
-È fuori a fumare- rispose lui.
Uscii fuori di fretta senza prendere nemmeno il giubbotto e trovai Luigi e Luca a fumare.
-Luigi ho bisogno di parlarti- dissi al cantante.
-Ehi bellezza ciao dimmi tutto- rispose lui
-In privato e anche subito- continuai.
Così ci dirigemmo verso la camera rossa. chiusi a chiave la porta e ci sedemmo sul mio letto.
-Mi dici che ti prende- mi chiese.
-Gigi non lo so sono confusa- sbuffai.
-Oi tranquilla, c'entra Alex?- chiese lui forse avendo intuito la situazione.
-Si, io proprio non lo capisco. Appena sono entrata mi slittava in continuazione, poi è venuto da me in giardino e si è scusato, si è aperto con me: mi ha parlato della sua famiglia. Poi mi dedica le canzoni, a volte mi sembra di avere i suoi occhi addosso. Ha uno strano modo di chiamarmi, ieri sera mi ha dato la sua felpa eh beh...ha detto...- non riuscivo a continuare.
-Che ha detto-
-Che forse si sta innamorando di me- dirlo a parole mi sembrava ancora più duro, tenni lo sguardo basso e aspettai che Luigi dicesse qualcosa.
-Ti ha parlato della sua famiglia?- domandò.
-Si- risposi con un filo di voce.
-Alex non lo fa mai, nemmeno con me che sono il suo migliore amico. Per me è innamorato di te- disse.
Mi crollò il mondo addosso.
-Non è possibile-
-Ci parlerò io- concluse e io sorrisi.
-Vieni qui- disse e poi mi abbracciò
-È che io ho paura- ammisi, per la prima volta forse a me stessa.
-E di che?- domandò.
-Dell'amore-
-E perchè dovresti?- chiese Luigi confuso.
-Perchè in passato ho avuto una storia con un ragazzo che mi ha solo fatto del male- spiegai.
-Beh non è detto che i ragazzi siano tutti uguali no?- sorrise.
Non risposi. non era un argomento di cui mi piaceva parlare questo.
-Ti voglio bene Gigi- gli dissi.
-Anche io- rispose lui.

Era sera ormai e la stanchezza post-lezioni si faceva sentire perciò decisi che sarei andata in camera per riposarmi prima di cena ma quando entrai nella stanza delle gradinate trovai Alex a suonare il pianoforte. Era stupendo.
-Ehi- mi salutò lui.
-Ehi- ricambiai io imbarazzata.
-Com'era la felpa- sorrise, con le fossette.
-Pessima- scherzai io.
-Vieni qui- mi fece segno di accomodarmi vicino a lui e io un po' titubante decisi di accettare.
passano
giorni qui davanti a me
urlando sogni al cielo
aspettando che ricadano
Sussurrò guardandomi negli occhi e io abbassai lo sguardo per nascondere il rossore delle mie guance.
-Non ti nascondere, sei bella quando arrossisci- disse alex con tono calmo.
Potevo morire.
-Qual è la tua canzone preferita- chiese poi.
-"Il cielo nella stanza" di Gino Paoli- risposi.
-Pensavo una di Blanco- sorrise e io lo guardai sorpresa perchè stava tirando fuori quel lato dolce e semplice.
suona un'armonica
mi sembra un organo che vibra
per me per te
su nell'immensità del ciel
suonò Alex, poi si leccò le labbra guardandomi.
-in una lunga lunga fila di diversi- sussurrò spostandomi una ciocca dietro l'orecchio.
-Alex, O MIO DIO- disse Sissi entrando nella stanza.
-Tu dopo mi racconti- mi indicò e Alex scoppiò a ridere.
Poi i due mi lasciarono lì nel silenzio con un milione di domande.
Che aveva detto Alex? in una lunga lunga fila di diversi

spazio autrice
ciaoo! scusate per il capitolo un po' lungo ma penso che ne valga la pena. io vi dico solo questo: peparatevi.
a prestoo<33

hate me (le stelle lo sanno)Where stories live. Discover now