Se non oggi, domani.

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"Cazzo, devo smetterla di fumare."

Qualche volta mi chiedo quale pensiero passa per la sua testa, ma subito dopo mi dico che è meglio non saperlo, perché magari posso scoprire altre cose che toccano il mio cuore solo per maltrattarlo, spezzarlo.

"Continuiamo a parlare, ti prego. Adoro parlare con te." Un piccolo sorriso mi viene involontariamente da fare, ma non posso permettermi di dare a questa donna un'altra possibilità, non dopo quello che è successo.
Ma se questo è uno dei suoi pensieri, allora ho cambiato totalmente idea: vorrei poter leggerle nel pensiero ogni giorno, anche perché così mi risparmierei tutta la fatica che faccio ogni giorno per capirla.

"Non mi sembra così grave. Ci sono cose più brutte da affrontare nella vita." Rimango scioccata per le sue parole, come ha potuto far uscire certi termini dalla sua bocca? "Cose più brutte di questa?" chiedo allibita. "Macarena le avrebbe superate." Batto le mani sulla scrivania dalla rabbia e subito dopo lancio la bottiglietta d'acqua dall'altra parte della stanza. "Scusami se non posso essere Macarena, ma preferisco essere me stessa che un personaggio di finzione!" Questa volta batto il pugno sulla scrivania, poi incrocio il suo sguardo. "Io ho" sospiro, appoggiando la testa sulla mano. "Ho bisogno un rapporto sano con te, voglio stare bene con te. Ma tu non vuoi capire la gravità della cosa, ne provare a migliorare." Annuisce, spegnendo la sigaretta sul mio posacenere. "Ok, basta con le stronzate." Si alza, per inginocchiarsi davanti a me e dopo aver afferrato le mie mani, fa un solo respiro profondo. "Siamo adulte e dobbiamo comportarci da tali. Sono disposta a cambiare e a capire i problemi che affliggono questa relazione, ma ti prego non mettere fine a tutto questo." dice, mantenendo lo sguardo sul mio.
"Spero di conquistarti di nuovo, Maggie Civantos, perché ti amo anche io."
Rido, mentre piango di gioia, però nello stesso momento cerco di essere più fredda con lei. Ma come faccio dopo un ti amo così originale, e spero anche sincero? Infatti la prendo dalla maglia per tirarla alla mia altezza e subito dopo la bacio dolcemente. "Perdonami. Se non oggi, domani." supplica, con occhi sinceri.
"Ma oggi ricordami di eliminare i filmati delle telecamere."
*******
Oggi non sono felice, ne triste.
Qualcosa dentro di me turba la mia felicità, e io come sempre non riesco a mandare via i miei demoni. Ma daltronde, come posso essere felice se sono in una situazione come questa? E come faccio ad essere triste dopo aver sentito un ti amo uscire dalla bocca della donna che mi ha fatto perdere la testa, sia in modo positivo che negativo. E si, sinceramente, ho paura di tutto questo, un mondo che ai miei occhi risulta sconosciuta, perché ovviamente non è un contesto che si affronta tutti i giorni. Non so come comportarmi e infatti, si era capito, ma adesso che so come funziona non comprendo il perché non riesca ancora ad agire come si deve. Così mi guardo intorno e vedo i bambini che ancora non sanno quali siano i veri problemi della vita, ed è proprio qui che mi viene da piangere, perché bambini si è una volta sola e non lo si capisce fino a quando non si è adulti. Una domanda, a questo punto, mi sorge spontanea: perché da bambini si vuole essere grandi, ma quando si è grandi vogliamo ritornare bambini?
Beh, ci ho ragionato molto anche io. I bambini tendono a guardarsi intorno, come lo sto facendo io, e vedono gli adulti, per lo più i loro genitori che prendono come esempio in continuazione. Vedono la loro forza, il loro coraggio e la loro determinazione, perché non mostrano davvero cosa provano, per i loro figli devono farsi forza, anche se dentro stanno per crollare ed io ammiro il loro lavoro, come lo ammiravano i bambini, che desideravano essere grandi per avere le loro caratteristiche e per non stare dietro alle regole. E poi crescono, crescono e non comprendono perché loro hanno tutti questi problemi, mentre i loro genitori sembravano non averli.

"Ma tu sei Macarena?" Qualcuno interrompe i miei pensieri, piombandomi davanti. "No." rispondo fredda, ma mostrando comunque il mio falso sorriso che porto da quando sono adolescente. "Maggie. Però si, ho interpretato Macarena." Riprendo a me la calma, la serenità, che potrebbero portarmi queste tre ragazzine. "Possiamo farci una foto?" Annuisco, continuando a sorridere, anche se il nome usato da loro per chiamarmi, ha scosso le acque dentro di me.
Fatta la foto, mi abbracciano e mi chiedono come sto, se mi è piaciuto Vis a Vis e... "Cos'è successo tra te e Najwa?" Contraggo la mascella, stringendo i miei pugni che nascondo dietro la schiena. Anche se ci avevo risolto e anche se ci eravamo di nuovo unite, non signicava niente. Io sono ancora rinchiusa in uno scatolone, che uso come protezione. "Non credi che sia un po' privato l'argomento?" La guardo dritta negli occhi, mentre pongo quella domanda. Ma non posso sembrare minacciosa, i social esistono e le persone amano il gossip. "Si, scusa." "Non preoccuparti." Sorrido e subito le accarezzo la schiena. "Buona giornata, ragazze." Le saluto e le guardo andare via, urlando dalla gioia.
Decido di andarmene anche io dal parco, dato che si sta facendo tardi.
Metto la retromarcia e indietreggiò per andarmene dal parcheggio. Percorro la solita via, mentre guardo la strada con attenzione perché ormai è notte e in una decina di minuti sono arrivata a destinazione, così mi sgancio la cintura e apro lo sportello, ma all'improvviso fermo ogni mio movimento: mi sono scordata di farmi la ceretta alle gambe e se continuo a guardarle mi verrà da cavarmi gli occhi, ma non posso tornare a casa, poiché sarei troppo in ritardo al mio ritorno.
Dopo cinque minuti mi rassegno e metto un piede fuori dalla macchina e, subito dopo, l'altro, mentre respiro l'aria fresca della sera, che riesce a calmarmi di un minimo.
Busso alla porta d'ingresso, dopo aver fatto tre scalini e neanche passati due secondi vengo pregata ad entrare in casa.
"Mi sei mancata." dice Najwa, tra un bacio e l'altro. "Anche tu." rispondo, sorridendo e accarezzando i suoi morbidi capelli profumati. "Ti ho fatto un piatto speciale." Va verso la cucina, invitandomi a seguirla. Sento un buon odore invadermi le narici, credo proprio sia davvero un piatto speciale. "Ti raggiungo subito, devo andare in bagno." "Vai, vai." Appoggio la mia borsa e il giacchetto sul tavolo, proseguendo dopo per il corridoio che mi porterà all'ultima porta a sinistra, dove troverò il bagno. Abbasso i miei pantaloni e dopo le mutande, per svuotarmi la vescica, ma subito noto i miei lunghi peli, non posso più resistere. Dopo aver fatto pipì, mi metto alla ricerca della lametta di Najwa; è la mia prima volta con la lametta e in realtà ho paura di tagliarmi o qualcosa del genere.

"Pensavo fossi caduta nel cesso." dice Najwa, girando il contenuto nella pentola. "Dovevo cagare." Ride, girandosi poco dopo verso di me. "Dai, vieni qui." Senza farmelo ripetere, vado da lei e anche se non mi ha chiesto di farlo, l'abbraccio da dietro, lasciando dolci baci sul suo collo. "Mi accompagni di là?" Ridacchia alla mia richiesta, ma fa finta di niente. "La cena può aspettare." Le mie mani iniziano a percorrere il suo corpo, ma decidono di fermarsi sulla sua parte intima ancora coperta dai pantaloni. "No, sennò si fredda." risponde, ma appena la mia mano destra entra nei suoi pantaloni si morde il labbro e spegne i fornelli. Prendendola dai fianchi la volto verso di me. "Se vuoi posso direttamente farti venire qua sopra." dico, avvicinandomi alle sue labbra. Subito caschiamo in un bacio passionale, che involontariamente ci fa spogliare delle nostre vesti. In un batter d'occhio, siamo sul suo letto a regalarci a vicenda gemiti e urla per il piacere.

Lo Yin e lo Yang.Where stories live. Discover now