No, sei assunta.

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Sono passate due settimane da quando sto cercando lavoro e oggi, una compagnia a cui ho lasciato il mio CV, mi ha chiamata.
Da domani sarò un impiegata di MediaMarkt. Mi hanno presa alla sezione computer. Non è il massimo, ma per ora mi accontento.
Oggi, invece, sono al mare. In un giornata con questo sole splendente, non posso fare altro che stare in spiaggia a... Oh mio Dio. Un surfista mi ha appena costretto ad abbassare i miei occhiali da sole, per squadrarlo. Come si dice in Italia: complimenti alla mamma, davvero. Devo per forza attirare la sua attenzione, ma non so proprio come fare. Meglio andare a prendere un margarita.
"Si. Un margarita, per favore." "Anche per me." Mi volto e quell'uomo col petto scolpito mi sorride. Spero solo di non bagnarmi.
"Grazie." dico alla barista, che mi porge il mio margarita. "Faccio io." Subito mi ferma, appena vede che afferro il portafoglio. Non può essere vero, cioè lui non può essere vero... Mi mordo inconsapevolmente il labbro, guardandolo, infatti appena me ne accorgo smetto subito e mi butto sulla mia bibita. "Come ti chiami?" chiede, alzandosi dallo sgabello del bar. "Maggie, tu?" domando, facendo lo stesso, per incamminarmi al suo fianco verso uno dei tavoli liberi. "Andrés." Anche il nome è.. Meglio focalizzarsi sul petto- No, voglio dire, sul modo che ha di parlare!
"Fidanzata?" Scuoto la testa dopo alcuni secondi, pensando a quella donna di cui non voglio neanche nominare il nome. "Nemmeno io."

Passo la giornata insieme ad Andrés, con il quale condivido in po' della mia vita. Ovviamente sciocchezze, dato che ci conosciamo da poco; anche lui ha condiviso la mia etica, raccontandomi la superficie di tante cose.
******
Nuovo giorno, nuovo lavoro.
A dir la verità non sono neanche emozionata, anche perché non mi piace molto, dato che anche lì ho a che fare con dei clienti maleducati. Però devo abituarmi, se voglio ancora avere una casa e del cibo con cui saziarmi.
"Buongiorno, le serve aiuto?" chiede una ragazza, masticando una gomma da masticare (molto professionale). "Si, salve. Sono qui per il posto di lavoro." Mi squadra, ridacchiando subito dopo. "Maggie?" annuisco, confusa. "Una come te non può stare qua." dice, abbassando la voce, mentre i suoi occhi viaggiano su tutto il mio corpo. "Come, scusa?" chiedo, cercando di nascondere la mia irritazione, mentre ricambio lo sguardo."No, dico. Che ci sei venuta a fare qua? Sto posto è per anime sperdute e tu mi sembri caduta dal cielo." Penso sia un complimento, poiché con quella gomma, continua a sbiascicare le parole. "Io sono Blanca. Dovresti vedere questo posto, forse la grafica è l'unica cosa positiva... Dai, vieni." Subito alza il tacchi, avviandosi all'ufficio del responsabile, che mi accoglie con un sorriso. "Stai calma." bisbiglia la ragazza, prima di andarsene. Per quale motivo dovrei stare calma, se sono già calma?
"Maggie Civantos, giusto?" chiede, digitando qualcosa sul computer. "Si." rispondo, con sguardo neutro. "Bene, sei qui per?" Boccheggio confusa, per la domanda appena fatta dal capo, Javier. "Per un lavoro-" Sbuffa una risata, picchiettando la mano sul suo stomaco. "Ottimo!" esclama, riprendendo a sé la serietà. "È ovvio che tu sia qui per un lavoro, ma in cosa ti specializzi? Era questa la mia domanda."
Ok, quella domanda poteva essere intesa in mille modi differenti da ciò che voleva intendere Javier. "Sono qui, al MediaMarkt-" Un'altra sua risata mi interrompe, alterando così il moo sistema nervoso. Ho sempre detto di avere poca pazienza e lui, comportandosi così, non mi aiuta per niente. "Sono qui al MediaMarkt, come se non lo sapessimo!" Continua a ridere, come un bambino. È un fottuto bambino, che... Adesso capisco perché Blanca mi ha detto di stare calma, ma è impossibile. Dannatamente impossibile.
"Posso continuare?" Il suo sorriso scompare dal suo volto, e dopo aver preso in mano una delle poche penne dal contenitore, inizia a scrivere su un foglio. "No." "Mi scusi?" chiedo allibita per la sua risposta. "No, sei assunta." Boccheggio nuovamente. Come si può assumere persone, senza neanche aver controllato che le capacità e gli studi indicati nel curriculum non siano false?
"Non controlla se sono realmente adatta a questo lavoro?" domando, esponendo i miei dubbi. Muove la testa, negando. "Una settimana di prova mi basterà." "Una settimana? E nel frattempo come presume che io mi mantenga?" chiedo, sbottando con acidità. La sua scarsa diplomazia mi sta facendo diventare pazza.
"Non è un mio problema in realtà. E poi anche tu mi hai detto di controllare se sei degna di stare qui." Spalanco la bocca per le parole usate dal capo. Come se fosse un privilegio stare in questo posto...
"Adesso puoi andare e cominciare la prova, lì c'è la maglia dello staff. Quella vera te la darò solo se passi l'esame, insieme alla targhetta del nome." Mi sorride, indicandomi con lo sguardo la porta. Mi sta cacciando dal suo ufficio. Che maleducazione!
Mettendo la borsa in spalla, prendo la maglia dello staff e mi dirigo all'uscita, dove trovo Blanca a chiacchierare con due colleghi. "Oh, Maggie!" esclama Blanca, ridendo. "Vieni, vieni." dice, facendomi un cenno di mano, per raggiungere lei e i suoi colleghi alla macchinetta del caffè. "Conosciuto il capo?" chiede, girando il caffè con la paletta. "Si." "Aggiungerei purtroppo." dice l'altra ragazza. "Io sono Carla." Porge la mano libera, mostrando un piccolo sorriso. "Maggie." Mentre afferro la sua mano, la squadro per capire almeno un minimo la sua persona. "Piacere, Adrian." Adrian il solito nerd, non c'è neanche bisogno di squadrarlo, la sua espressione facciale dice tutto. "Maggie." ripeto, stringendogli la mano. "Settimana di prova, giusto?" chiede Blanca, riportando l'attenzione su di lei. "Così sembra." Sovrappongo le labbra, respirando profondamente.
Devo stare calma.
Non sapevo che per imparare a gestire le emozioni, avrei dovuto lavorare al MediaMarkt di Madrid.

Lo Yin e lo Yang.Where stories live. Discover now