Niente è... perfetta.

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Sono passati minimo tre giorni ed io e Najwa non abbiamo più niente da dirci. In realtà lei mi evita, per il fastidio che crea la mia presenza e io, invece, la evito per il senso di colpa e per la vergogna che provo solo a guardarla negli occhi. Per darmi delle informazioni sul mio lavoro d'ufficio manda Jaime, con il quale riesco a parlare a malapena e invece, per quanto riguarda l'altro lavoro non ne ho più saputo niente. L'ho combinata grossa e non posso negarlo, ma lei non può evitarmi così. Capite che me la sogno anche la notte?

"Jaime, aspetta." dico, fermandolo a metà ufficio. "Come sta il capo?" chiedo, stringendo subito dopo i denti, per controlare i sentimenti e le lacrime. Jaime, voltandosi verso di me, alza un sopracciglio, inarcando le labbra. "In realtà è molto diversa dagli altri giorni. Come se le fosse successa una disgrazia. Però ora che me lo chiedi..." Si avvicina alla mia scrivania, sulla quale poggia le mani, mentre il suo sguardo si ferma sul mio. "Tu come stai?" Faccio un grande respiro, per colmare i miei polmoni d'aria, in caso avessi una tachicardia. "Bene. Si, bene, bene." rispondo, liberandomi di quell'aria che ormai non serve più ai miei polmoni, mentre continuo ad annuire, sotto lo sguardo attento di Jaime. "Gli occhi non mentono, Maggie. E questa cosa mi fa pensare che tra te e Najwa è sbocciato qualcosa-" Batto le mani sulla scrivania, con rabbia, tanto da fare ribalzare il porta penne. Jaime, spaventato, si ricompone in linea eretta. "Tra me e quella fottuta donna non c'è niente. Letteralmente nulla!" Sorrido come una pazza, appena concludo la mia sclerata. "Scusami è che... Scusa." mi risiedo, riprendendo l'autocontrollo che mi sfugge sempre quando in realtà deve esserci. "Troverò il modo di farvi parlare." Alzo lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime. "No Javier. Ti ringrazio, ma ho altro a cui pensare e Najwa mi aiuterebbe solo ad incasinarmi la mente." rispondo, con sincerità, fregandomene se ciò può essere frainteso o spifferato tra i colleghi.
"Non ti preoccupare, sono certo che chiarirete." disse, raggiungendo la porta.
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"Ti odio, cazzo." Sono stufa di stare ferma nel mio ufficio, non posso più negare niente -e non posso neanche dire niente, infatti lo farò a modo mio- perché sono troppi anni che lo faccio. "Scusami?" si alza, venendo verso di me, che sto cercando di chiudere le porte. "Sei diventata scema?" chiede, levandomi di mezzo per chiudere le porte. "Perché ci stiamo comportando come due adolescenti?" chiedo, giungendo davanti alla scrivania, per prendere le caramelle dentro alla piccola ciotola. "È colpa tua, Maggie." mi raggiunge, schiaffeggiando la mia mano per non farmi prendere niente. "Dio, mi dispiace, ok? Quanto cazzo dobbiamo farlo durare? E poi siamo pari." Najwa rimane a bocca aperta appena sente ciò che ho detto. "È inutile che reagisci così, è vero." dico, prendendo una caramella gommosa, che apro lentamente. "Non me lo sarei mai aspettata da te." Annuisco, inarcando le labbra. "Perché io? Secondo te me lo aspettavo? Senti, non mi sono innamorata di una fottuta stronza." Mi cade la caramella, dopo aver realizzato quello che ho appena detto; Najwa mi guarda, non sa se sorridermi o se scaricarmi addosso tutta la sua rabbia. "Intendevo della tua persona, nel senso che avrei voluto essere come te." Fortunatamente riesco a scamparla. Se mai avesse capito ciò che volevo davvero intendere... Non voglio neanche pensarci.
"Sai cosa ti dico?" chiede, raccogliendo la caramella che ho fatto cadere dalle mie mani, come se fosse acqua. "No, cosa mi dici?" Afferro la caramella, per poi poggiarla sulla scrivania, così da dare tutte le attenzioni a Najwa. "Sei fottutamente patetica." Sbuffa una risata, mentre percorre il tragitto per raggiungere la porta. Io ovviamente non posso fare altro che seguirla.

"Tu sei patetica. Sei così patetica che, certe volte, vorrei sbatterti al muro." Cazzo, non l'avrei mai detto. Mi sento veramente Macarena in questa posizione: io attaccata al muro con Najwa davanti a me, che fortunatamente non prova a strozzarmi. "Non era mia intenzione offenderti." dico, cercando di uscire da questa ridicola situazione. "Non mi sono offesa... Volevo solo metterti paura." Ridendo, si stacca da me, continuando a camminare. "Fanculo!"

"Senti, volevo chiederti per quel lavoro... sono fuori?" chiedo, guardando la donna attraverso lo specchio. "Certo che no." Si volta asciugandosi le mani. "Sei la più intelligente lì dentro. Hai del talento con quelle mani... Voglio dire..." Vedere Najwa in imbarazzo è la cosa più gratificante di questa giornata. "Ho capito. E ti ringrazio." Si congeda con un cenno della testa, ma non voglio che finisca qui, proprio per nulla. Ma che dovrei fare? In fondo non so neanche cosa provo, dove finirò con una donna come Najwa? Ho fatto troppe fantasie.
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Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Ogni suo movimento è puro fuoco per i miei occhi e per la mia... amica lì sotto. Adesso è davanti a me e sta parlando del tasso criminale in quest'ultimo mese; mi guarda dall'alto, è così eccitante e vorrei lo facesse in un altro ambito. Ma come potrei mai esprimere i miei desideri, compresi quelli sessuali, a Najwa? La donna che, fino a d'ora, sembra la copia sputata di Zulema, che non nego sia una donna molto scopabile -e cari fan, mi dispiace dirlo così, ma lei è mia, sia Zulema che Najwa, soprattutto Najwa- però non mi convince, perché alla donna sexy che ho davanti, quel carattere non calza.
"Posso andare al bagno?" chiedo, durante i dieci minuti di pausa. "In realtà volevo andare a fumare." Inarco le labbra, non capendo cosa c'entri con il mio bisogno di arrivare al bagno. "Voglio fumare con te." Mi trattengo dal leccarmi le labbra e sorridere come una scema per la sua richiesta. Infatti mi limito ad annuire leggermente, mentre si alza per giungere nella sala fumatori.

"Non c'è nessuno?" chiedo guardandomi intorno. "Certo che no, sono tutti al biliardo... Meglio così, giusto?" Inizia ad accarezzarmi i capelli, mentre aspira il fumo della sigaretta. Quanto mi fai sesso Najwa Nimri.
"Si, hai ragione." Sorrido, voltandomi completamente verso di lei. Non avevo notato così tanta bellezza quando sono arrivata qui, per il colloquio. Mi sono subito concentrata ad offenderla, ad escluderla, a disprezzarla, ma non le ho mai fatto un complimento per la sua fottuta bellezza.
"Sai... Sei bella." Cerco di mantenere lo sguardo furbo della donna, che evidentemente sta trattenendo quel suo bel sorrisetto. "Beh, grazie. Anche tu lo sei." Casca subito in una risata, che -non so se definirlo involontario- le fa poggiare la mano sulla mia coscia.
E poi mi chiedo se sono stupida io o lei che manda segnali compromettenti. Siamo stupide entrambe, si, è logico.
"Non avevo mai fatto caso alla tua pelle." dico, iniziando a percorrere un filo immaginario che parte dalla mano e finisce sulla spalla. "E-E cos'ha?" chiede balbettando, mentre aggrotta le sue sopracciglia. "Niente, è... perfetta." Mentre dico ciò, la mia mano è già dietro la sua nuca per farle i grattini, che le fanno leccare le labbra. "Ok, è finita la pausa." Alzandosi dal divanetto, spegne la sigaretta, proseguendo verso l'uscita.
"Non ci sto capendo un cazzo." bisbiglio, mentre mi passo una mano sul viso dalla disperazione e subito dopo aver spento la mia sigaretta, mi alzo per proseguire la lezione, se così si può definire.

Lo Yin e lo Yang.Where stories live. Discover now