Ho i miei problemi.

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Non so se sia stata una buona scelta licenziarmi. Adesso che cammino per raggiungere la mia auto penso a cosa cazzo ho appena fatto. Magari per essere ancora più stronza, mi lascerà senza un lavoro e dopo aver risposto male al capo, non potrò più tornare là.
Santo cielo. Sono fottuta.

"Perché mi hai permesso di farmi licenziare?" chiedo istericamente, appena ritorno da Najwa. "Ti ridò il vecchio lavoro . Te l'ho detto." "E come so che non è una delle tue stronzate?" Rimane a bocca aperta, a causa della mia domanda. Subito dopo ritorna alla realtà, lanciando la lattina vuota che aveva in mano fino ad un secondo fa. Capendo la gravità del mio errore, decido di correrle dietro: "Najwa, io-" Mi sbatte la porta del bagno in faccia. Non so se arrabbiarmi per il suo gesto, o stare zitta e buona in un angolo, tenendomi così le responsabilità delle mie azioni. Opto per la seconda, anche se mi è risultato difficile al principio; mi siedo sul primo scalino, che devi prendere per percorrere gli altri se decidi di di raggiungere il piano di sotto e aspetto, aspetto e spero di calmare le acque con Najwa.

Mi sveglio di colpo, quando sento un gran trambusto provenire dalla cucina. Così prendo velocità e in pochi secondi sono col mio sguardo preoccupato su tutta la cucina. "Che c'è? Non ti va più bene neanche il mio essere maldestra?" dice, lasciandosi per un istante le pentole in mano per potermi riservare quel suo sguardo che, in teoria, dovrebbe intimidire le persone, ma non ha ancora capito di non essere Zulema e che io non sono Macarena. "No." rispondo acida, ricordandomi di tutto ciò che ha detto su di me e di tutto ciò che mi ha fatto in tutto questo tempo. "Bene. Adesso esci da casa mia." La guardo sbalordita per la sua richiesta e per dispetto mi siedo sul pavimento, guardandola con sfida, mentre lei è impegnata a rimettere le pentole al loro posto.
Finalmente mi nota, adesso che sono sdraiata sul pavimento. Così si alza e per qualche istante mi guarda dall'alto. "Sei ancora qui?" chiede e io annuisco. "Fanculo." Mi afferra le caviglie e cerca di trascinarmi fuori, ma oppongo resistenza con tutta me stessa. Infatti riesco a scappare e a chiudermi in camera sua. Najwa continua a battere alla porta, mentre a me viene in mente una cosa a cui non sa resistere: il mio corpo. Inizio a spogliarmi ad una velocità che nemmeno Flash conosce e subito dopo apro la porta. "Santo Dio." Sposta lo sguardo sul pavimento, così mi avvicino a lei per azzerare le distanze e... Lascio tutto alla vostra immaginazione (siate ampi con le idee, ma anche un po' perversi).
*********
La mattina dopo mi sveglio sul letto di Najwa, che oltretutto è ancora di fianco a me. Di solito si alza prima, perché sa che mi dà fastidio svegliarmi da sola, senza neanche un cuscino accanto.
Decido di fare la stronza e svegliarla nei peggio modi: aprendo le serrande e le tende con forza, mentre urlo cose a caso. "Porca puttana!" Si alza di scatto, mentre si tocca la faccia impaurita. Io sono qui, che mi sto piegando in due dalle risate, infatti mi guadagno un bel cuscino in pieno volto e non l'avrei mai detto, ma ha fatto abbastanza male. "Dai, muoviti. O facciamo tardi a lavoro." Si mette una mano davanti alla bocca, e non per sbadigliare, ma per indicare paura. "Oh no, e cosa ci succederà? Che paura!" "Si, continua a prendermi in giro, ma io posso benissimo rimetterci con la busta paga." Annuisce, guardandosi attorno. "Giusto."
Si alza e si veste.

"Maggie!" Jaime mi accoglie a braccia aperte, riempiendomi di gioia con la sua particolare risata. "Quanto mi sei mancata." Mi accarezza la schiena ed io faccio lo stesso, chiudendo gli occhi per godermi quell'abbraccio. "Anche tu."
Saluto in seguito tutto il personale, per poi raggiungere il mio amato ufficio di sempre, che forse mi è mancato più di ogni altra cosa, o persona ad essere sincera.
Oggi non c'è molto lavoro da fare. Tutti si annoiano, fissando quel cellulare per aspettare qualche telefonata e ripetere la solita frase: "Sta parlando con l'azienda N&co, come possiamo aiutarla?" Anche se è esasperante star dietro a tutte quelle persone, dei quali la maggior parte ha una connessione di merda, sarebbe confortante riceverne alcune, sapremmo di avere ancora speranze per diventare più ricchi di quel che siamo, o meglio che loro sono già. Io ho perso tempo e adesso ho perso l'opportunità di diventarlo. Non so come, ma questa azienda guadagna soldi a palate.
***********
Il momento più temuto della giornata è arrivato: devo uscire con Andrès, che ho deciso di lasciare, non voglio più tradirlo, perché non ci sto bene nel farlo e facendolo infliggo anche a lui del dolore. Il problema è che non so proprio come fare.
"Andrés ti ho tradito, sbattendomi quella stronza di Najwa. Per tutto questo tempo sei stato un rimpiazzo e scusami se adesso ti mando a fanculo."
Tranquilli non l'ho veramente detto. Sto solo cercando di formulare un discorso davanti allo specchio, spero di non essere l'unica pazza a parlarsi da sola allo specchio.

"Andrés, ho chiesto di vederti per parlarti di una cosa..." Subito sta sull'attenti, cercando di capirci qualcosa dal mio sguardo. "Cosa?" chiede, dopo qualche istante di silenzio. "Non voglio più continuare la nostra storia." Inizia a boccheggiare, come se volesse iniziare un pianto prolungato. "Perché?" domanda, guardando le nostre dita intrecciarsi. "Ho i miei problemi."
Una scusa migliore non potevo inventarla?
"Ma quelli possiamo risolverli insieme, io e te." Come immaginavo. "No, ok. Mi sono spiegata male... Quest'ultimo mese ho capito di non provare più niente nei tuoi confronti. Mi dispiace dirtelo così, ma non potevo più fingere." Lui annuisce, per poi scoppiare in lacrime e scusarsi per questo suo momento di debolezza. Si alza, ringraziandomi per questi meravigliosi mesi e dicendomi che accetta la mia scelta, ma subito dopo dice di doversene proprio andare.
"Ciao bella." Queste sono le ultime parole che ho sentito uscire dalla bocca di Andrès, prima di vederlo allontanarsi da me con le lacrime che non cessano il loro percorso.
Mi faccio schifo da sola. Per tutti questi mesi l'ho trattato come un rimpiazzo e l'ho usato per uscire da quel fottuto appartamento, che se non era per lui era diventato colmo di fazzoletti bagnati dalle mie lacrime e ci sarebbe stato un puzzo orribile, perché non mi sarei mai fatta una doccia. È stato veramente un ragazzo d'oro con me, mi ha subito trattata da regina, ma io sono attratta da persone denominate "malesseri", ma soprattutto... sono attratta dalle donne.

Lo Yin e lo Yang.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora