Sarà importante.

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Nuovo giorno, nuove emozioni... In realtà, le emozioni sono sempre le stesse, ma amplificate.
Najwa fa sempre le stesse identiche cose dopo ciò che abbiamo fatto -anche perché sono passati diversi giorni-, ma ogni cosa che fa mi manda in palla, specialmente quando mi guarda con quegli occhi che hanno il fatidico potere di intrappolarti ogni volta e so che l'ho già detto, ma è così vero che non posso negarlo.
"Maggie, potresti accompagnarmi nel mio ufficio?" chiede, facendo un cenno con la testa a Jaime, da lontano, così da dargli il comando della situazione.
"Non dovrei seguire la lezione?" chiedo, fissando le sue labbra. "Non preferisci seguire me?" chiede, sorridendo. "Mi stai dando della sottona?" La donna davanti a me sbuffa una risata, chiudendo nello stesso momento la porta d'ingresso del suo ufficio. Inizio a vagare in quest'ultimo spazioso ed elegante, come Najwa, che è attaccata alla porta, in attesa di qualcosa e forse ho capito anche cosa... No, impossibile. Non vorrebbe mai niente da me, anche perché non ha avuto nemmeno l'idea di riprendere quel "discorso" e neanche mi ha fatto capire di voler riprodurre quell'episodio. Comunque, in ogni caso, farò la finta tonta per non fare le mie solite figuracce.
"Bionda." Dopo un sospiro, mi volto verso l'interessata, accennando un piccolo sorriso. "Rossa." La donna ridacchia e subito dopo decide di staccarsi dalla porta, per incamminarsi verso di me. "Non ricordarmi del colore dei capelli... Poi voglio ritornare bionda." Annuisco, restando ferma e aspettando il suo arrivo. "V-vuoi copiarmi?" Non è mai un buon segno iniziare a balbettare, soprattutto se si tratta della vicinanza dei nostri corpi. "Forse. Ma, quasi sicuramente, non sarò bella come te." La ciocca di capelli davanti ai miei occhi, viene spostata dietro al mio orecchio, mentre Najwa non stacca gli occhi dai miei.. Se il mio intento era di non fare figuracce, mi sarà molto difficile riuscirci, vista la tensione sessuale che si sta creando. Poi la sua presa sicura sui miei fianchi non è il massimo per resistere a non cadere in tentazione.
A spezzare la magia è il suo dannato telefono, che inizia a squillare, come se non ci fosse un domani.
"Sarà importante." dico, cercando di sbirciare di chi si tratta e nello stesso tempo riesco a minacciare con lo sguardo Najwa, ma spero non si sia capita la mia gelosia. "In effetti lo è." borbotta, rispondendo alla chiamata, mentre con passo svelto esce dal suo ufficio, lasciandomi qui come una scema, di nuovo. E non l'aspetterò qui, non aspetterò i suoi comodi solo perché è il capo. Infatti dovrei proprio ritornare al piano di sotto, dove mi aspettano Jaime e gli altri impiegati.

Dopo dieci minuti, Najwa è tornata tra noi, ma avrei voluto il contrario, visto che sta riservando solo a me quegli sguardi omicidi, che ti mettono una fottuta paura addosso. Ma non volendo mostrare la mia debolezza, le sorrido ogni volta che mi guarda, sperando in qualche modo di addolcirla, perché dopo so già cosa mi aspetta...

"Non dici niente?" chiede Najwa nel mezzo della lezione, vedendomi distratta. E credo di sapere il motivo. "Cosa dovrei dire?" Riprendo una posizione corretta, per poterla guardare meglio negli occhi. "Non saprei." risponde, poggiando i pugni sul mio banco, per poter continuare quel contatto visivo, che a momenti potrebbe mettermi i brividi, sia per la paura che per l'eccitazione. "Non ho da dire niente." dico, scuotendo leggermente la testa e subito, per provocare la donna che ho davanti, poso il mio sguardo sulle sue labbra, leccando appositamente le mie e adesso ho spostato i miei occhi sui suoi. "Lezione finita." Avvisa gli altri, distogliendo lo sguardo dal mio.
Tutti hanno la libertà di andarsene, tutti tranne me. Sono trattenuta dalla rossa, che continua a guardarmi, aspettandosi delle scuse per non averla aspettata, visto che stavamo iniziando qualcosa di piccante...
"Dannazione. Parla." mi impone Najwa, dopo qualche minuto dal mio silenzio. "Ciao." dico, sorridendole. A questo punto, si alza con rabbia, che l'ha portata ad avere così tanta violenza in quello scatto da far cadere la sedia girevole della scrivania, su cui era seduta pochi secondi fa. "Fai la persona seria, una volta nella tua cazzo di vita." A passo svelto arriva davanti a me, che indietreggio per paura di essere colpita dalla Najwa violenta.
La donna se n'è accorta adesso, come se mi sapesse leggere la mente -oppure sono gli occhi che mi infamano- infatti si ferma, si blocca sul posto come se fosse stata pietrificata con un incantesimo e chiude gli occhi, respirando.
"Perché non mi hai aspettata?" chiede, facendo un passo indietro. "Tutta questa scenata per non averti aspettata?" chiedo, anche se già sapevo del motivo, ma che ci posso fare? mi piace fare la finta tonta. "Io- No- Senti, avevamo iniziato una cosa che mi interessava portare a termine." bisbiglia, seguendomi con lo sguardo, mentre annuisco alla sua affermazione. "C'è sempre tempo, il problema è trovare la persona che ha voglia di fare certe cose con te, Najwa." Aggrotta le sopracciglia, incrociando immediatamente le braccia al petto, non avendo capito il mio discorso. "Che vorresti dire con questo?" chiede, contraendo subito dopo la mascella. "Voglio dire che se continui a comportarti come una pazza, alla gente passa la voglia." Annuisce, guardando il pavimento. Un po' mi sento in colpa, dopo questo. Ma quando mai non mi sento in colpa? Poi perché dovrei sentirmi in colpa per ogni sciocchezza e non riuscire a vedere il male che hanno e che mi fanno le persone? Persone a cui darei il mondo, persone che non farebbero lo stesso per me, mi lascerebbero per strada, anche perché se ripenso a momenti passati con quella gente, sono sempre io la sciocca in cerca di mille attenzioni.
Come fanno gli altri? Come fanno a fregarsene di tutto e di tutti? La risposta è facile: per loro essere la prima scelta di qualcuno è un gioco da ragazzi, per loro è così semplice essere importanti per qualcuno... io invece non ho nessuno su cui contare, infatti se tu mi venissi a chiedere: "qual è la prima persona che per qualunque problema chiameresti, e sei sicura al 100% che correrebbe da te?" io non sarò mai in grado di risponderti a questa semplice fottutissima domanda, perché quel pensiero fisso mi fa rispondere "nessuno".
forse l'unica persona di cui sono sicura al 1000% è mia mamma, ma proprio perché è mia mamma verrebbe.
sono stanca di farmi dare poco valore, che per carità lo merito, però dopo tutto mi piacerebbe tanto avere qualcuno che tiene davvero a me, come io tengo a loro...
E adesso Najwa non so come prenderla, non so mai che dirle, invece prima sapevo il come e il perché, sapevo anche di poter contare su di lei per qualsiasi cosa. Com'è possibile cambiare così tanto?
Non sto chiedendo tanto.
Sto solo chiedendo di riavere la Najwa Nimri di prima.
"Najwa, mi dispiace ma non mi dispiace." dico, prima di aprire la porta per andarmene.

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