Un altro posto, un altra vita.

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Il corpo di Liam era già stato caricato, il coroner stava parlando con dei poliziotti.
«...sembrerebbero segni di artigli, e denti ma non so identificarne la specie. Il dottor Prust dice che non sapeva che questo Liam continuasse le sperimentazioni del dottor Gard. Credo si possa concludere che qualsiasi bestia fosse lo abbia aggredito.»
«Il dottor Taylor dice che ha tentato di sedare la bestia ma che ha sbagliato mira colpendo il collega. Sembra molto scosso.»

Miriam fu fermata da un agente.
«Signora non può entrare!»
«Ma io lavoro qui!»
L'agente guardò il suo taccuino
«Lei è la dottoressa Fares?»
«Sì, sono io!»
«Il dottor Prust ha già garantito per lei, dice che non era presente al momento del decesso.»
Miriam capì che il dottor Prust l'aveva tenuta fuori, da un lato la liberava dal dover nascondere l'esistenza di Nero, dall'altro evitava che la ragazza potesse rivelare verità scomode.

Gli agenti non avevano voglia di cercare altra verità che non fosse quella concordata fra gli scienziati coinvolti. Così come fu per Jeff Gard che confessò prendendosi la responsabilità dell'omicidio di Wilson e delle sperimentazioni illegali, anche per questo "incidente" vollero subito chiudere il caso.

Miriam vinse un concorso come dirigente di un importante laboratorio in uno sperduto paese asiatico. La parte più triste fu salutare Regina. Con i bagagli a terra e le lacrime agli occhi abbracciò l'anziana a lungo, promise di tornare a trovarla almeno una volta all'anno. Regina promise di prendersi cura del gatto. La bestiola si era ripresa, aveva solo un andatura buffa e non molto slancio nei salti.

Miriam pagò di sua tasca il volo privato con trasporto speciale per portare con se Nero. Dovette convincerlo ad entrare in una cassa di legno adibita per il trasporto di animali di grossa taglia e non fu facile, innervosito, per un po' non si fece vedere. Il volo privato le consentì di essere l'unica a vedere il contenuto della cassa. Inventò una strana malattia dell'animale simile all'ebola per cui era rischioso avvicinarsi.

Fu un cambiamento importante per entrambi.
E adattarsi non fu facile, ma Miriam aveva studiato tutto con cura. La casa dove avrebbero vissuto era in un bel posto isolato, sul retro vi era un bosco dove Nero avrebbe potuto cacciare, per quanto potesse provare ribrezzo non poteva privarlo della sua indole predatrice.
Dal tetto Nero poteva accedere ad un'ala della casa esclusivamente a suo uso. Ma spesso condivideva gli spazi con Miriam.

Con il tempo cominciò ad interessarsi agli studi di Miriam. La ragazza notava quanto velocemente apprendesse, gli fornì libri e testi su cui lui si mise d'impegno.
Arrivarono ad un accordo per cui Nero si impegnava ad indossare dei pantaloni. Per un paio di giorni fu intrattabile ma una punta di vanità lo aveva spinto a specchiarsi e trovare che ci guadagnasse in mistero. Insomma era un figo nonostante il becco con un paio di jeans neri addosso.

Anche la sua jeep arrivò in Asia dopo un paio di settimane. Capitava di notte che Nero si affiancasse all'auto e le mostrasse i denti fingendo di volerla aggredire lei rideva e lui era felice.
Il lato oscuro di Nero era solo dormiente ma egli era sempre più capace a tenere a bada la rabbia.

A volte Miriam non lo vedeva per settimane, lo cercava sia sul tetto che nelle stanze di sopra. Erano i giorni in cui Nero mostrava più inquietudine e indolenza.
Quando cominciava a preoccuparsi Miriam attendeva la notte e con una torcia si inoltrava nel bosco. Aveva imparato ad imitare il verso dei corvi, dei gufi e della civetta e li riproduceva nell'oscurità fra la selva. Era il suo gioco preferito seguirla al buio e in silenzio, capitava che lei si girasse e lui fosse a pochi centimetri da lei, altre volte si gettava ad afferrarla e la faceva gridare di paura portandola in alto fra le fronde e costringendola ad aggrapparsi a lui mentre volava.

Quando il volo era esageratamente veloce Miriam capiva che Nero era più nervoso e lo abbracciava sulla schiena aggrappandosi con tutte le sue forze sperando di non cadere. Entrambi a modo loro rivivevano il tuffo in un burrone da cui sarebbero potuti non risalire più.

Nero si era ristabilito, sembrava più forte e più robusto. Le piume erano lucide e sempre pulite, nere con le sfumature del petrolio.

A volte lo vinceva l'istinto e la abbracciava in un modo che Miriam considerava troppo intenso.
A volte, quando lui si risentiva del suo tenerlo a bada se ne andava per mesi, e Miriam si trovava a desiderare quell'abbraccio.
Nero sentiva tutto questo dall'odore di lei.
Capiva che avevano molto più di quello che avesse mai sperato.

Mantennero una corrispondenza con Jeff Gard, Nero rifiutava di scrivergli ma leggeva emozionato le lettere di Jeff che Miriam gli lasciava sotto la porta per poi ritrovarle spiegazzate nel cestino. Lei le riprendeva, le piegava con cura e le metteva in un cassetto, e spesso lui andava a rileggerle con più calma.

Miriam raccontava a Jeff la nuova vita del figlio. Gli mandò anche una foto di spalle che aveva fatto di nascosto, quando era rimasta sorpresa dal portamento fiero dell'uomo uccello. Jeff le aveva risposto commosso e quella lettera fu l'unica che Nero non cestinò, e tenne custodita gelosamente per se.

Miriam non ebbe mai relazioni stabili, ma riuscì a instaurare amicizie solide e durature e a queste persone presentò anche Nero.
Generalmente erano tutti affascinati da lui, che restava piuttosto silenzioso fino a quando non era certo di potersi fidare. Lui quando era in questa compagnia si adattava  a mangiare cibi cotti, anche se poi Miriam lo vedeva star male di stomaco.

La sua amica Gianna, una ragazza minuta dal vitino sottile e i fianchi morbidi che lavorava per lei, un giorno le confessò di essersi invaghita di Nero. La ragazza tentò qualche approccio e lui rimase spiazzato da quel nuovo interesse. A Miriam fece una battuta che la colpì: «Un'altra con il gusto dell'orrido!»
E lo disse con una piega amara nell' espressione.

Lui neanche immaginava quanto fosse affascinante, con quella posa ritta a gambe larghe e la schiena arcuata.
Sembrava uscito da un manga con tutta la sua storia e la personalità.

Miriam lo guardava e lui sentiva il suo apprezzamento dall'odore di lei.
E respirava Nero, forte a pieni polmoni, e seppur con naso di uccello l'epitelio olfattivo era ben sviluppato.
La guardava e a volte fuggiva per ritrovare quella parte di oscurità che gli permetteva di non bruciarsi alla luce di lei e di questa nuova vita.
Ma tornava da lei illuminando egli stesso la sua esistenza.

🐦‍⬛........Fine.......🐦‍⬛

Il finale è un po' "ni"
Cambiato in corso d'opera.
Avevo ipotizzato una corrispondenza con Jeff Gard incentrata sul proseguo della ricerca per una cura per il figlio, per farlo diventare un uomo almeno per il volto. Uniti Nero, Miriam e Jeff avrebbero collaborato per una cura risolutiva.
Ma poi oltre ad essere poco credibile (vabbè! Meno)avrei dato una nota eccessivamente romantica nella storia tra Nero e Miriam.
E forse un Nero senza faccia di corvo non mi sarebbe neanche piaciuto più!
Non l'ho ancora cancellata, la tengo come bozza. Chissà..

Se vi è piaciuto lasciatemi una stellina.
Ma anche se non vi è piaciuto 😜.

Mi piacerebbe avere le vostre impressioni sulla storia e sul finale, e consigli per opere future.

In effetti credo di avere anticipato la stesura di questo per una nuova idea che ho in testa.
Anche se credo che sia un progetto un po' ambizioso, vorrei tentare con un romanzo storico.

Si vedrà.

Ricordate!
Se lo cominciò lo finisco!
Se non lo finisco mi è successo qualcosa di brutto.

Nero Where stories live. Discover now