29 - I loved -

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Ginevra's POV

"Vi saluto bellissimi." Disse Enea chiudendosi alle spalle la porta di casa

Sentì Leo trattenere una risata, e mi morsi l'interno della guancia per non ridere con lui.

Scossi la testa e bevvi un sorso della tisana che mi ero preparata.

Con Sole e Cami che dormivano da qualche minuto, Enea che era appena uscito, la sottoscritta era sul divano con Leo, intenti a cercare qualcosa da vedere.

Anche se avevo l'impressione che come al solito, saremmo finiti su Netflix.

Prima però, dovevo dirglielo.

"Leo"

Quando lo chiamai, si voltò subito verso di me.

"Si?"
"Possiamo parlare un'attimo?" Gli domandai e lui annuì

"Certo."

Mi osservò mentre io cercavo di capire come iniziare.

"Si tratta di Nicolò vero?" Domandò ed io ni morsi il labbro

Annuì e lui mi sorrise sincero.

"Al matrimonio mi sono fatta coraggio e mi sono aperta.
Gli ho chiesto di rimanere qualche giorno a Roma, anche se come sai avevo paura che fosse troppo tardi.
Fortunatamente non lo era.
È rimasto per quel poco che ha potuto.
Abbiamo avuto modo di parlare, di aprirci l'un con l'altro e ci stiamo dando una possibilità." Dissi e lo vidi sorridere felice

"Ne sono davvero felice Gin." Mi disse con quella di sincerità che lo caratterizzava da sempre

Gli sorrisi.

"Perché me lo stai dicendo?" Mi domandò

Feci un bel respiro e lo guardai negli occhi.

Quelle pozze azzurre mi guardavano con dolcezza.

"Perché tu resterai sempre una delle persone più importanti della mia vita.
Una di quelle senza la quale non potrei vivere.
Sei il mio pilastro, il mio Leo." Gli dissi sincera e lui mi sorrise nuovamente

Avere la "sua benedizione" per me era davvero importante.

Per questo ero grata a Nicolò.
Perché l'aveva capito.
Mi aveva capita.

"Signorina, te l'ho detto.
Con chiunque sia io voglio solo che tu sia felice.
Per qualsiasi cosa, mi troverai sempre al tuo fianco.
Anche tra cinquant'anni resterò sempre il tuo Leo e tu per me sarai sempre la mia Gin." Disse ed io sentì gli occhi farsi lucidi

Posai la tazza sul tavolino e lo abbracciai.

Lo strinsi forte, come lui strinse me.

Restammo un po' così.
Stretti l'uno all'altro.

"Mi raccomando, non farlo vincere!" Mi disse quando ci staccammo

Scoppiai a ridere capendo a cosa si riferiva.

Nicolò rimaneva un pilastro dell'Inter, come io rimanevo gobba fino al midollo.

"Puoi stare tranquillo.
Per quanto possa amarlo, non mi vedrà mai con quei colori." Dissi e lui rise

"Lo so, ti conosco.
Era giusto per dirlo." Mi rispose divertito

Risi.

Quello che gli avevo detto era vero.

Amavo Nicolò.

Lo amavo tantissimo, anche se a lui non lo avevo ancora ammesso.

Questo però non significa che avrei messo la maglia nerazzurra.

Ero sempre stata tifosa della vecchia signora fin da piccola, e di certo non avrei smesso adesso.

Nonostante la forte rivalità, ero sempre stata rispettosa bei confronti della tifoseria avversaria, dopotutto ognuno aveva la propria squadra del cuore e andava rispettato.

Ma io lo sapevo, che Nicolò non me l'avrebbe mai chiesto.

Sapevo che a lui bastava semplicemente che io fossi lì.

Ed io sapevo che sarei stata lì.
Accanto a lui.

GOAL AL CENTRO DEL CUORE - Nicolò BarellaWhere stories live. Discover now