17 - heartbeat -

417 37 2
                                    

Ginevra's POV

Da quando la sera precedente mi aveva mandato quel messaggio, non avevo fatto altro che pensare a cosa volesse Nicolò, perché voleva vedermi.

Avevo persino dimenticato della tesi.

E in quel momento, non erano cambiate le mie domande.

Nicolò era passato a prendermi e stava guidando diretto chissà dove.

Io mi ero limitata a salutarlo, non avevo aperto bocca.

Non sapevo cosa dire.

Mi stavo sforzando di non voltarmi verso di lui, concentrandomi sul paesaggio delle vie di Roma in movimento.

"Siamo arrivati." Disse spegnendo l'auto

Scossi la testa, risvegliandomi.

Riconobbi il piccolo bar, e trattenni o meglio provai a trattenere un sorriso.
Fallendo.

"Tu come lo conosci questo posto?" Domandai e voltandomi per la prima volta a guardarlo

Lo vidi sorridere.

"Me ne ha parlato Chicco." Mi rispose

"Mi ha detto che Swami lo ha portato qui quando è sceso a Roma la prima volta.
Il giorno in cui si sono baciati per la prima volta."

Scoppiai a ridere ricordando quel giorno, la faccia di Swami appena rientrata, i miei scleri.

"Quei due si sono innamorati già a Forte dei Marmi." Dissi seguendolo mentre entrava

Nicolò annuì ridendo.

"Poco ma sicuro.
Ma sono due scemi e non l'hanno capito."

"Già." Risposi concordante

Ci sedemmo ad uno dei tavoli un po' più nascosti.

Posai la borsa e mi voltai, trovando Nicolò intento a guardarmi.

Persi un battito.

"Buongiorno, posso portarvi qualcosa?" ci chiese gentilmente una cameriera

"Un cappuccino e una treccia piccola." Dissi guardandola ma sentendo gli occhi di Nicolò su di me

Mi sembrava di bruciare.

"Una spremuta e un cornetto integrale."

"Ve li porto subito."

Quando la ragazza si allontanò, sentì Nicolò lasciarsi scappare un sospiro, ma restare in silenzio.

Nessuno proferì parola, fino al momento in cui la ragazza tornò con la nostra ordinazione.

Quando fummo nuovamente da soli, ebbi il tempo di bere un sorso del cappuccino, che Nicolò aprì bocca.

"Speravo di sentirti.
Ma sapevo che non sarebbe successo." Quasi sussurrò

Deglutì, sentendo come il mio cuore accelerò i suoi battiti.

"È stato meglio così." Sussurrai e lo vidi sospirare

Nicolò chiuse gli occhi e si tenne il viso con una mano.

"Io ci provo Ginevra, chi ho provato.
Ma non ci riesco.
Non riesco a non pensarti." Disse aprendo gli occhi e puntandoli nei miei

È lo stesso per me.
Avrei voluto dirgli, ma non lo feci.

"Credo di essere impazzito, perché l'ultima partita che abbiamo giocato in casa, mi sono voltato un'attimo e ti ho immaginato lì, sulla tribuna di San Siro."

L'ennesimo battito perso.

"Anche se so bene che è letteralmente impossibile, vista la tua fede calcistica." Disse divertito e strappandomi un sorriso divertito che però gli nascosi

"Tra qualche giorno parto per Cagliari, e dovevo vederti prima di partire.
Non potevo aspettare il matrimonio dei bubini."

GOAL AL CENTRO DEL CUORE - Nicolò BarellaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora