14 - breaths -

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Ginevra's POV

"Sorpresa!"

Federico saltò in aria per lo spavento e scoppiammo tutti a ridere.

"Auguri!" Esclamarono i nanetti correndogli incontro

Federico si abbassò alla loro altezza e li abbracciò.

"Grazie piccoli."

Camilla, Alessandro, Leonardo ed Edoardo sorrisero e quando Federico si rialzò iniziammo tutti ad avvicinarci per poter fare come la piccola banda di monelli.

Federico sorrise e ringraziò tutti.

Il sorriso che aveva era quello di una persona grata per tanto affetto.

Ma ei, ti amiamo tutti Chicco.

Ma i suoi occhi per quanto felici, ovviamente non stavano fermi.

Cercavano loro.

Le sue bubi.

Capì che le vide quando i suoi occhi iniziarono a brillare e si incamminò.

Lasciò subito un bacio a Swami, che gli diede Sole tra le braccia.

E lì, ovviamente si perse Federico.

***

Quella sorpresa a Federico mai l'avrei dimenticata.

Mi ero divertita tantissimo.

Avevamo mangiato fino a scoppiare, avevamo ballato tutto il giorno fermandoci solo per cenare, per poi rimettere la musica e riballare.

Avevamo visto un video con le foto imbarazzanti di cui parlava Lorenzo e per le quali Federico aveva giurato vendetta, capendo che ovviamente dietro a quell'idea c'erano i suoi amici e in particolare il suo migliore amico che continuava a fare il finto tonto.

Avevamo visto Federico sotto shock quando aveva visto il videomessaggio di auguri da parte di Kakà, suo idolo calcistico.
Impresa quasi impossibile, a meno che tu non sia Nicolò Barella ovvio.

Era per questo che Swami gli aveva dato del dannato mito.

Chicco era palesemente tornato bambino quel giorno, circondato dalle persone care a da almeno un migliaio di regali, che ovviamente quel mini esercito di nani l'aveva aiutato ad aprire.

Erano quasi le 23 di quel 26 ottobre.

Tra poco meno di un'ora la mia Camilla avrebbe compiuto cinque anni.

Come stava crescendo in fretta.

Mi lasciai scappare un piccolo sospiro che non passò inosservato al padre di mia figlia.

"Ei, tutto bene?"

Annuì e puntai gli occhi su di lui un'attimo.

"Pensavo a quanto Camilla stia crescendo in fretta." Dissi e lui sorrise

"È vero.
Sembra ieri che è nata." Mi rispose sorridente

Contagiò anche me, che prima risi e poi copiai il ragazzo accanto a me e sorrisi.

"Vado un'attimo in bagno Leo." Dissi e lui annuì

Attraversai la casa dei miei bubini e mi diressi verso uno dei due bagni, quello più vicino, bisognosa di rinfrescarmi un'attimo.

Aprì la porta che era socchiusa, notando che c'era già qualcuno.

"Scusami, non avevo visto che era occupato."

"Tranquilla, mi stavo solo lavando le mani." Mi rispose

Gli accennai un lieve sorriso e vidi Nicolò darmi le spalle per un secondo, così da potersi asciugare le mani.

Avanzai di un solo passo, e quando lui si voltò incrociai i suoi occhi.

Sentì l'ansia salire.
Il cuore battere più velocemente, il respiro diventare più pesante.

Non mi accorsi nemmeno che si era avvicinato, fin quando non mi chiese se poteva uscire.

Scossi la testa come a risvegliarmi dallo stato di trans in cui ero momentaneamente finita, e notai che ero davanti alla porta.

Mi spostai verso il muro facendogli spazio e lui avanzò.

Ma prima di uscire si voltò nuovamente verso di me.

Incrociando di nuovo, il suo sguardo con il mio.

Eravamo talmente vicini che sentivo il suo respiro, ma non abbastanza vicini da concedermi di sentire il suo battito.

Ero consapevole che stavo rischiando la sanità del mio cuore, ma non riuscivo ne a parlare ne distogliere lo sguardo.

Ne tantomeno a muovermi.

Sussultai però quando fece un passo indietro e si mise esattamente difronte a me.

"Sei bellissima oggi." Sussurrò

Persi un battito.

"In realtà lo sei sempre, ma questo vestito ti sta da Dio." Sussurrò successivamente per poi squadrarmi al volo facendomi sentire completamente nuda ai suoi occhi.

Quando riportò gli occhi sui miei, non neanche dire come ma mi ci ritrovai fronte contro fronte, naso contro naso, cuore contro cuore.

E ad entrambi bastò riaprire gli occhi per spingerci leggermente più avanti e far combaciare le nostre labbra.

Nicolò mi strinse il fianco con la mano, mentre mi stringeva a se.

Con la gamba diede un colpo alla porta che si chiuse.

Io portai le braccia intorno al suo collo, allungando le mani ed infilandole tra i suoi capelli.

Glielo tirai leggermente e gli scappò un piccolo gemito.

Lui in risposta però mi strinse anche l'altro fianco, attaccandomi completamente a se.

Sembrava una cosa sbagliata.
Eppure, mai uno sbaglio fu così piacevole.

Mentre le nostre lingue danzavano insieme, ed io continuavo a tirargli leggermente i capelli, lui ebbe la brillante idea di portarmi sul precipizio della follia.

Mi sbatté contro il muro, intrappolandomi tra esso e il suo corpo.

Poi per un nano secondo staccò le sue labbra dalle mie, ma prima che potessi dire o fare qualcosa, mi guardò negli occhi e poi scese a baciarmi il collo.

Un gemito mi scappò via.

E lo sentì sorridere.

Gli tirai nuovamente i capelli e quando si staccò dal mio collo con un sorriso da schiaffi sul viso, gli presi il volto tra le mani e lo ribaciai.

E lo feci fino a quando non bussarono.

Sussultai ma Nicolò mi mantenne stretta a se.

"È occupato." Dissi a fatica fissando la porta

"Ginevra sono io, Cami ti cercava." Sentì dire dalla voce di mio fratello, il cui tempismo mi ritrovai a maledire mentalmente

"Arrivo subito." Dissi
"Va bene, ti aspettiamo." Mi rispose

In quel bagno si sentivano solo il mio respiro e quello di Nicolò.

"Dovremmo darci una sistemata." Sussurrò

Scossi la testa e mi allontanai da lui notando lo stato in cui ero.

Chiusi gli occhi e sospirai, consapevole che quella volta non potevo dare colpa all'alcol e a nessuno che non fossi io.

GOAL AL CENTRO DEL CUORE - Nicolò BarellaWhere stories live. Discover now