Reth

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Odio quando mio padre mi guarda così, con quell'aria delusa e severa. Vorrei poter dire che non ha più lo stesso effetto che aveva su me quando ero solo un sedicenne, ma non posso. Che io sia un bambino, un adolescente o un uomo, quello sguardo mi fa soffrire, questo però non ha mai fatto sì che io mi fermassi prima di fare qualcosa di sbagliato. Adesso, comunque, non mi importa, perché di sbagliato in me e Chanel non vedo niente.
《Mi sembrava di essere stato chiaro con te》esordisce, come se mi avesse mai detto di stare lontano da lei.
《Quando? Precisamente》affondo le mani nelle tasche del mio pantalone dalla stoffa pregiata, ne posso avvertire la morbidezza, è come se mi coccolasse le mani e in questo momento mi è utile, mi aiuta a mantenere la calma.
《Ti avevo detto di...》
《Piantala, papà. Non sono un ragazzino al quale puoi dare ordini su chi frequentare o meno》lo interrompo.
《Sono un uomo che sa quanto quella ragazza abbia sofferto nella sua vita. Conosci la sua storia? Conosci la storia di sua madre? Ti assicuro che se conoscessi anche un minimo di quello che hanno passato, capiresti che prima di sperare cazzate dettate dal tuo modo di essere, ci andresti con i piedi di piombo!》è furioso, la mascella serrata e gli occhi rossi. Non lo vedevo gesticolare così da moltissimo tempo.
《E tu, tu perché la conosci così bene la loro storia?》sembra spiazzato dalla mia domanda, ma in realtà ci sono molte cose che vorticosamente mi passano nella mente. Una sensazione che mi porto dentro da quando ho conosciuto per la prima volta Chanel.
《Eravamo amici da molto tempo, con la famiglia della madre. Sua madre ha significato molto per me.》
《Molto più che la mamma, vero? Tanto che per stare accanto alla madre di un'altra persona, hai abbandonato a sé stessa la madre di tuo figlio!》una rabbia furiosa cresce dentro me. Ad ogni parola, ad ogni tassello che colloco nel puzzle della mia schifosa vita.
《Reth》 il suo sguardo adesso dice altro, non è furioso o deluso è quasi rassegnato.
《Come vedi, papà, a quanto pare, nello sparare cazzate dettate dal nostro modo di essere, siamo in due.》Mi allontano dal terrazzo sul quale mi ero appoggiato e gli passo accanto dandogli una spallata. Non vorrei mettere in secondo piano il dolore di Chanel e la sua storia, ma non posso permettermi nemmeno di accantonare il mio, di dolore,  perché la vita di mia madre, quella vita preziosa, solare, gioviale, che ho visto appassire come una rosa spezzata, che ho visto arrendersi, scomparire e uccidersi nel giro di pochi mesi vale quanto il suo, di dolore. Quello che è successo dopo, quello che ha portato me a fare quasi la fine di mia madre, ha importanza quanto il dolore provato da qualcuno che non è la tua famiglia. È questo che vorrei capisse mio padre. Passa il tempo a preoccuparsi di cosa penserebbe la gente, a essere dispiaciuto per il dolore altrui, ma non ha mai dato sufficiente peso al mio. Chanel è seduta accanto ad Adrian, nonostante tutto quello che è appena successo un moto di rabbia si agita dentro me. Forse dovrei calmarmi, perché di certo non voglio rovinare nulla nell'arco di poco tempo... mi avvio verso il mio posto e mi chino per sussurrarle all'orecchio: 《Andiamo via?》mi guarda stranita, poi un sorriso dolce si dipinge sul suo volto
basta quello per far apparire uno spiraglio di luce nel buio che avvolge la mia anima in questo momento.
《Non vuoi mangiare il dolce?》
《Il dolce più buono, per me, sei tu... e ti mangerò entro un paio d'ore》stringe le labbra e fa scoccare la lingua.
《Mi hai convinta》ammette, poi fa stridere la sedia sul pavimento prima di alzarsi. Abbiamo gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli di Emilie, la rossa dell'azienda. Una volta le ho dato una ripassatina, ma non è stato nulla di che. Almeno per me, perché a quanto pare lei sperava in qualcosa di più.
《Vai già via?》papà è tornato, ci guarda con disappunto e per questo mi viene anche più voglia di dimostrargli che posso fare ciò che mi pare. Per questo prendo la mano di Chanel e la stringo alla mia.
《Si, domani sarà una giornata impegnativa》risponde con educazione
《ci vediamo domani.》continua, poi salutiamo tutti con un cenno.
《Stai attenta, Chanel.》sussurra mio padre, come se io non potessi sentirlo.
《So badare a me stessa, Jerome. L'ho sempre fatto》gli sorride, poi posa il suo sguardo su me, mi sorride e mi fa cenno con la testa per andare via da lì.
L'aria è fresca e frizzante, mi sento in dovere di allontanare dalle mie spalle quel peso che mi porto, devo farlo per questa meravigliosa ragazza che accanto, mi avvolge con il suo fascino. Mi lascio andare allo charme Parigino, ricordandomi che è nota come città dell'amore. Mi sento ridicolo anche solo a pensarci.
《Va tutto bene?》chiede Chanel, ha uno sguardo dolce e sincero, come se davvero gli interessasse di me, di come mi sento. È da molto che non mi succedeva ed è un'altra cosa che mi fa smuovere sensazioni gradevoli dentro.
La tiro a me e le bacio la spalla, poi mi viene in mente un'idea, la trascino con me fino alla riva del fiume Senna. È pieno di gente, passeggiano con calma e allegramente, gli alberi adornati con piccole luci colorate, rendono il panorama più suggestivo. Tra tutta questa gente, io e Chanel siamo i più eleganti, è come se spiccassimo in mezzo alla folla, e mi piace che ci si possa notare, mi piace che ci si possa distinguere dalla massa. La osservo, mi cammina accanto con eleganza, in silenzio, come se avesse capito che è ciò di cui ho bisogno e gliene sono grato.
Tutto sembra sparire intorno a noi, rimaniamo io, i miei pensieri, le nostre mani strette l'uno a l'altra e un'intimità naturale, spontanea e genuina. Tipico di quando si sta accanto a Chanel.
《Vieni con me》le dico.
《Dove andiamo?》il suo entusiasmo è mesto ma percettibile, gli occhi le brillano sotto le luci al neon delle strade, il suo azzurro mi ci fa perdere dentro, mi confonde.
《Lì》Indico un piccolo banchetto che affaccia sul fiume 《fanno le migliori mille-feuille della zona》
《Oh mio Dio! Ti adoro!》mi posa un bacio sulle labbra, fugace e spontaneo. La sua vitalità è come una vitamina di cui il corpo, una volta provata, non può più fare a meno.
《Lo so, piccola, lo so...》scoppia a ridere e mi trascina con sé verso il banchetto.
Seduti su degli scalini che danno sul fiume, eleganti e non curanti di nulla, io e Chanel gustiamo il nostro dolce, lei una mille-feuille al cioccolato bianco e fragole io crema chantilly e frutti di bosco.
《Ci vorrebbe un po'di vino》ammette.
《Appena arrivati a casa ne berremo un bel bicchiere》
《Chi ti dice che tornerò a casa con te?》mi provoca.
《Te lo dico io》rispondo ammiccando e addentando un altro pezzo di dolce. Lei ride, il viso illuminato dalle luci, i nostri sguardi si incrociano e l'elettricità che c'è tra noi è quasi palpabile. Il cielo è colmo di stelle, la serata è così serena e tranquilla da farci dimenticare tutti i nostri fardelli, tutte le nostre sofferenze. Per la prima volta nella vita ho voglia di conoscere la vita di qualcuno, la sua storia. Io voglio sapere tutto di Chanel.
《Chanel, ti va di raccontarmi la tua storia?》chiedo, porgendole un pezzo della mia deliziosa torta.

《Chanel, ti va di raccontarmi la tua storia?》chiedo, porgendole un pezzo della mia deliziosa torta

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