Chanel

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Mi ha baciata ancora! Non posso crederci e non posso credere di avergli ficcato la lingua in bocca per prima!
Irritata. Ecco come mi sento. Seduta sulla sua lussuosa auto, assumo una postura rigida, incrocio le braccia al petto e osservo i palazzi, le auto, le persone, la torre Eiffel, animare gioiosamente la città. Adoro Parigi, tutto ciò che rappresenta: arte, raffinatezza e baguette gustosissime.
《Hai messo il broncio?》Mi chiede a un certo punto.
Il broncio? Cos'avrei due anni?
Guardo solo cose più interessanti di te.》scoppia a ridere e io alzo gli occhi al cielo.
Razza di presuntuoso.
Finalmente arriviamo a casa mia, Reth posteggia e slaccia la cintura di sicurezza, scende dall'auto e viene aprire il mio lato di portiera.
Che galante, almeno in questo.
Mi porge la mano e l'afferro, il contatto è banale eppure lo sento ovunque. I suoi occhi, scuri e intensi, mi fanno tremare le gambe.
《Grazie, anche per il passaggio. Di cui non avrei avuto bisogno se mi avessi lasciata in pace. A proposito, perché quella farsa?》chiedo curiosa, ho aspettato fin troppo per chiederlo.
《Quale farsa?》che aria innocente, in quella faccia.
《Seriamente?》
《Saliamo e ti rispondo...》chiude la portiera e si avvia verso il portone. Confermandomi che non ho capito male.
《Non salirai a casa mia》
《Perché? Sei segretamente sposata?》
Sono segretamente terrorizzata, in realtà.
《Ma per favore! Non ti conosco abbastanza, non è mia abitudine far salire sconosciuti in casa》
《Non sono affatto uno sconosciuto, Chanel》sbuffo e mi avvio verso il portone con fare nervoso, perché Reth e il suo modo di fare non mi rilassano per niente.
《Posso offrirti solo una tisana, molto rilassante》lo informo.
《Tipico delle ragazze noiose》afferma stuzzicandomi, decido di ignorarlo.

Casa mia non ospita un uomo da troppo tempo ormai, per molteplici ragioni, la più importante è che non mi fido di loro, non dopo... scaccio via quel pensiero, non voglio prenda forma adesso. Apro la porta e tolgo le scarpe, accendo la luce e l'ambiente caldo e ordinato si illumina. Amo casa mia e non vorrei portare dentro qualcuno che possa macchiarla, un domani, di brutti ricordi.
《Entra pure》è strano averlo qui, tra le mie cose, la mia quiete. Reth si guarda intorno, spudoratamente. È a suo agio, come se fossimo amici da sempre e lui conoscesse me e ciò che mi circonda da sempre.
《Cosa ti piacerebbe bere?》chiedo per pura educazione, la mamma sarebbe delusa da me nel caso non lo facessi e io non deluderei mai la mamma.
《Mi piacerebbe un Lecompte, ma mi accontenterò della tisana》Sorride continuando gironzolare. Ha un'aria rilassata, le mani intrecciate dietro la schiena, il sorriso spavaldo dipinto sulle labbra. Lo adoro e detesto allo stesso tempo. Vado in cucina e afferro due bicchierini ballon e verso un
Calvados Pays d'Auge Lecompte, alla faccia di Reth Dubois e le sue battute, sapevo che prima o poi mi sarebbe tornato utile. Afferro i bicchieri e vado verso il salone, Reth si è messo comodo, ha tolto la giacca e si è seduto sul mio divano, le braccia appoggiate sullo schienale. Non mi piace invada così bene i miei spazi, mi schiarisco la voce e poso i bicchierini sul tavolino del salone, poi mi siedo anche io. Oggi mi sento stranamente stanca ma euforica allo stesso tempo.
《Non posso crederci!》esclama annusando il liquido versato nel ballon.
《Uomo di poca fede...》lo canzono un po'. Porta il bicchiere alle labbra, quelle labbra che vorrei baciare ancora e ancora, maledetta me.
《Ma questo è invecchiato》dice dopo averlo gustato.
《Dodici anni》
《Andrebbe conservato per gli eventi speciali》sposta lo sguardo su me e mi guarda con una profondità che mi fa tremare il sangue nelle vene.
《Potrebbe diventarlo》continua.
《Un evento speciale? Ne dubito. Adesso Signor Dubois, perché tutta quella scenetta?》si passa la lingua sulle labbra e sorride prima di rispondere.
《Ivette Thomas voleva il tris, io non avevo voglia di offrirle un altro giro sulla giostra.》Squallido e patetico. Mi alzo di scatto dal divano e inizio a camminare nervosamente nel mio salone.
《Cioè mi hai usata per liberarti di Ivette? Sei davvero patetico!》Reth si alza e viene verso me, vorrei mantenesse la distanza e allo stesso tempo che la azzerasse.
《Non mi pare avessi di meglio da fare》risponde brusco.
《Ma se mi stavo divertendo!》
《Con Adrian Thomas? Il ragazzo più palloso dell'intera galassia?》schiocco la lingua e lo guardo truce.
《È simpatico e talentuoso, affascinante e molto educato, a differenza di qualcuno》puntualizzo.
《Per la mia educazione lamentati con mio padre》si avvicina pericolosamente a me, le labbra a pochi centimetri dalle mie, il mio cuore martella ancora una volta in maniera frenetica ma questa volta mi dispiace, non cederò affatto.
Lo spingerò via.
Così appoggio la mia mano sul suo petto e mi paralizzo, perché a differenza di quello che si direbbe il cuore di Reth Dubois batte frenetico, a ritmo con il mio.  I nostri sguardi si incrociano ancora e nonostante la voglia di baciarlo sia palese, ingoio e gli propongo di guardare un film. Ha lo sguardo stupito, almeno quanto il mio, ma si limita ad annuire e accomodarsi nuovamente sul divano. Optiamo per un classico e Reth fa scegliere me, Jules e Jim inizia a venire proiettato sullo schermo.
《Hai fame?》chiedo a un certo punto.
《Non particolarmente》siamo seduti sul divano, non so come siamo finiti attaccati l'uno all'altra. Mi sento stranamente a mio agio e mi piace l'intimità che si sta creando, devo solo tenere bene a mente che sto passando del tempo con Reth Dubois, il Re degli inganni sentimentali.
《Se non delle tue labbra》sussurra poi.
Mi giro di scatto verso di lui, lui si avvicina di più a me. Ho già l'acquolina in bocca, il sapore dei suoi baci è sublime, il calore della sua lingua inebriante. Non so a quale lato dare la meglio, a quello che gli salterebbe addosso o a quello che mi implora di stargli lontano.
《È una pessima idea, Reth》lo informo,  poco convinta.
《Mh, mh》accorcia ancora di più le distanze, 《Sto per baciarti. Questa volta ti avviso》mi sfotte, non hi il tempo di pensare neppure a una risposta sagace perché le sue labbra sono già comode sulle mie, la lingua si muove con maestria a contatto con la mia e questo divano... inutile dire che è un complice inadeguato per i miei buoni propositi, perché Reth sa farci divinamente e inspiegabilmente sono sotto di lui. Sento il suo peso, il suo profumo, la sua lingua, il suo sapore. Mi invade, avvolge, mi fa sparire tra il suo essere e io lo lascio fare, senza opporre nessuna resistenza, perché se c'è una cosa che so per certo è che non posso combattere quello che sento, che mi trasmette.
È così che passiamo il resto della serata, tra dita che esplorano piccoli lembi di pelle e labbra che si consumano.

You are my drugDove le storie prendono vita. Scoprilo ora