Chanel

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《La baguette era calda》Si scusa Reth porgendomene un pezzo su cui ha spalmato un po' di crema alle nocciole.
《È tutto buonissimo e bellissimo》lo ringrazio. Non mi godevo una mattinata così spensierata da tempo ormai, non me lo ricordo neppure più. Chissà cosa penserebbe mamma se sapesse come ho passato il mio fine settimana in Provenza, se approverebbe o meno. So che sono grande abbastanza da decidere per me, so anche che Reth non le piacerebbe particolarmente, visto la sua fama e io rimango pur sempre sua figlia.
《Colore preferito?》Mi chiede, addentando un buonissimo croissant.
《Tutte le tonalità dell'azzurro ma anche molti verdi.》
《In altra parole non hai un colore preferito》scuoto la testa, masticando il pane tostato con burro e marmellata.
《Mi sa di no》ammetto e poi scoppiamo a ridere. Mi piace questa leggerezza e il modo rilassato in cui parliamo del più e del meno, come mi piace molto il volerci conoscere senza dare troppo l'impressione di volerlo fare.
《Il tuo dipinto preferito?》domando io, mi piace la sua passione per l'arte, capisci molto da una persona e da ciò che lo interessa.
《La bevitrice di assenzio》la sua risposta è decisa e repentina, non ha neppure un attimo di esitazione. Alzo un sopracciglio, mi chiedo perché proprio quello, ma non ho il temo di fare altre domande perché Reth si mette in piedi, infila una maglietta e poi mi guarda.
《Voglio farti vedere un paio di cose prima di andare via, se rimaniamo qui, ho il sospetto che non usciremo fino a stasera. Non che non mi piacerebbe, sia chiaro. Non so se hai visto i vestiti che Babette ti ha messo in valigia》la indica e poi la sua mano si tocca la nuca. Parla a raffica e non è più rilassato.
《Si, grazie a proposito.》
《Figurati》metto un altro pezzo di pane in bocca e mi alzo anche io, nella valigia c'è l'imbarazzo della scelta e io non ho indossato altro che la sua camicia.
《Faccio una doccia》annuncio e raggiungo la valigia per prendere un cambio.
《È un invito?》I suoi occhi si illuminano e un sorriso si dipinge subito sul suo volto. Lo guardo ammiccando e mi avvio verso il bagno, inizio a slacciare la camicia e la faccio scivolare ai miei piedi, mi volto per guardarlo nuovamente con aria maliziosa e sorridendo, poi entro nel bagno, con il suo sguardo rovente puntato addosso.
Quaranta minuti dopo, usciamo dalla doccia, mi avvolge in un accappatoio morbido e mi bacia dolcemente prima di andare a recuperare un phon. Osservo un po' ciò che ho intorno, questa casa è bellissima, il bagno è rivestito di pietra chiara, sulle tonalità del panna, uno specchio lungo e stretto incastonato tra essa accompagna la parete che ospita i lavandini in pietra naturale rivestita con resina. Nel soffitto, grosse travi in legno, l'ambiente è stretto e lungo per conservare l'antichità delle mura, infondo al bagno una finestra, i vetri stile inglese. Adoro questo posto, Reth torna poco dopo, mi porge il phon e mi lascia un po' di privacy.

Percorriamo le strade di Grasse, le case formano dei vicoli stretti e allegri, i muri sono un po' scrostati, le insegne colorate e vintage. In alcuni negozi di abbigliamento, vi sono dei vestiti appesi fuori con targhette che ne annunciano i saldi. Di solito mi piace guardare tra quegli appendini ma con Reth al mio fianco non mi sento molto a mio agio nel fare shopping.
Grasse è la città dei profumi e si possono incontrare negozi con marchi importanti anche girando per le stradine, entriamo in tutte quelle che troviamo, Fragonard e  Molinar,  poi Reth mi guida fino  all'officina dei profumi Galimar, rimango ammalianta osservando tutto. 《Ho sempre desiderato venire qui》 confesso a Reth, è accanto a me, mi sfiora la mano, la vita, alcune volte la spalla. È delicato e discreto.
《Perché un Roux ha fondato tutto questo negli anni venti?》
《Già》ammetto, mi prende la mano e mi tira un po' verso se.
《Eravate parenti? Visto il talento innato che hai con i profumi, che il tuo DNA fosse collegato al suo non mi verrebbe difficile crederlo》
《In realtà non lo so. Ho fatto delle ricerche ma non sembra ci sia nessuna parentela con il giovane coltivatore di gelsomini e fiori d'arancio. La mamma è nata in Provenza, ma poi non è venuta qui da quando sono nata.》
《E perché?》questa domanda mi prende alla sprovvista, non mi va di parlare dei motivi per i quali la mamma non è più venuta in un luogo che amava.
《Credo abbia a che fare con mio padre e i suoi parenti, sono tutti qui》
《Oh》 esclama Reth pensieroso, ma non aggiunge altro e gliene sono grata, stringe solo un po' di più la sua mano alla mia, regalandomi un'inspiegabile senso di pace. Ci muoviamo tra boccettine antiche, essenze, saponi, profumazioni varie. La guida, una donna alta e bionda parla con contagioso entusiasmo a chi come noi sta visitando l'officina dei profumi. Sia Reth che io ascoltiamo interessati cose che già conosciamo bene.
《Servono tre tonnellate di petali di rose per produrre un kg di essenza pura》spiega, poi inizia a parlare dei vari metodi più utilizzati e antichi per estrarre le essenze.
《A me piace molto l'enfleurage a freddo》lo guardo sorridendo.
《Anche a me, gelsomino e narciso vanno trattati con cura》rispondo.
《Chissà perché non avevo dubbi, li associo a te, fragili ma forti allo stesso tempo.》mi accarezza il viso, non togliendomi gli occhi di dosso, poi con naturalezza accarezza le mie labbra, si allontana e fa scorrere la mano sulla mia spalla, tirandomi a sé e facendomi rimanere semplicemente vicino a lui.
Vorrei che tutto questo non finisse mai.
Finito il giro da Galimar, ci fermiamo a mangiare in un ristorante tipico, è rustico, con i tavolini in legno disposti ordinatamente in un cortile, le tovaglie a scacchi rosse e bianche, il gelsomino che arrampica maestoso in tutto il muro che circonda il ristorante. Mangiamo boef en daube e bouillabaisse, infischiandocene di mischiare carne e pesce, beviamo vino bianco e rosso, calissons e couronne des rois per finire. Ridiamo, ci accarezziamo fugacemente e guardiamo intensamente.
《Ho voglia di te》sussurra al mio orecchio, facendomi eccitare subito. Chiudo gli occhi, invasa dalla pelle d'oca nel sentire la sua mano scivolare sulla mia coscia, a coprire la scena solo una sottile tovaglia.
《Reth》mi mordo le labbra e stringo le gambe, se c'è una cosa che mi chiedo è come farò a farne a meno dopo aver provato il sesso con Reth Dubois.
Il contatto si interrompe e la sedia stride sul pavimento,  apro gli occhi e lo vedo pirgermi la mano, entriamo nel ristorante raggiungendo la cassa e pagando il conto alla cassiera dagli occhi color delle castagne più vispi che abbia mai visto, poi usciamo dal locale. Le  mani che si stringono e la voglia che aumenta. Reth individua una piccola rientranza, il retro di due abitazioni, mi tira con sé e sbatte con convinzione la mia schiena al muro, le mani appoggiate all'angolo della mia testa. Si guarda un po' intorno per accertarsi che non ci sia nessuno,  le ante sono chiuse e le strade per niente trafficate a quest'ora.
《Mi fa paura la voglia che ho di te》 gli sfugge, i nostri occhi sono fissi l'uno nell'altra, mordo ancora le labbra prima di avvicinarmi alle sue per baciarlo, ricambia con passione e le sue mani scivolano sotto la mia gonna, poi dentro le mutandine. Non posso crederci,  non è da me fare certe cose, per di più in strada e in pieno giorno, ma non riesco a fermarlo. Vorrei non fare altro, ancora e ancora. Interrompe il bacio e posa la fronte sulla mia, il fiato corto di entrambi. Chiude gli occhi e continua a torturarmi con le dita.
《Sei sempre così bagnata per me, io... Dio mi fa impazzire tutto di te Chanel》il mio bacino si muove sulle sue dita, sono inebriata da tutto ciò che lo riguarda. È come una fragranza, avvolgente, calda e attraente, qualcosa che indosseresti a ogni occasione.
Reth Dubois è la mia disfatta.

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