Who are you?

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§

"Avete sentito la vecchia Lee, dobbiamo fare qualcosa"

"Cosa? Dobbiamo mandare qualcuno a farlo ragionare, ma chi? Nessuno dei protettori ne sarebbe capace, e tanto meno nessuno di loro vuole avere a che fare con quel testardo del figlio di Lee! Tanto lo sapete che non darebbe ascolto a nessuno..."

"Specialmente dopo che abbiamo ignorato tutte le sue preghiere..."

Un paio di orecchie da volpe sbucarono improvvisamente dall'alto.

Tutti si voltarono in quella direzione.

"Forse voi si, ma io no"

"Rieccoci, Yang. Devo aggiungerla alla lista delle infrazioni che hai commesso negli ultimi secoli?"

"A quanto vedo non sono gradito qui, e pensare che volevo dare una mano..."

Gli spiriti e i guardiani si guardarono tra loro, sospettosi.

"Che hai in mente, scaltra volpe che non sei altro?"

"Oh, credetemi, dopo questo non solo impedirò a quel marmocchio di mandare all'aria il nome della sua famiglia, ma vi farò anche desiderare di non togliermi il piedistallo!"

Tutti si guardarono, ridendosela all'affermazione del ragazzo.

"Allora è deciso: fermerai quell'incosciente e, se non riuscirai, perderai per sempre il tuo posto come protettore"

"Perfetto! Allora... siamo d'accordo?"

...

<<Soldati!>>

Tutti i presenti nel centro dell'accampamento si voltarono verso la voce, e sbiancarono al solo vedere di chi fosse.

<<Pretendo i nomi dei responsabili!>>

E fu così che si ritrovò putate addosso le dita di tutto l'accampamento, mentre era rannicchiato al suolo ricoperto di riso bollente, con Jeongin nelle stesse identiche condizioni di fianco a lui.

Ma partiamo dall'inizio: vi starete chiedendo come abbia fatto Lee Minho a finire in una situazione del genere. E per spiegarvi ciò, dobbiamo partire dal loro ingresso nel campo...

Appena entrati nell'accampamento, Jeongin aveva subito dato a Minho dei "consigli" su come sembrare più "maschile". In che senso?

Nel senso che, come abbiamo già fatto intuire, Minho non aveva la minima idea di come si comportassero le persone normali che non erano cresciute a palazzo come lui: secondo Jeongin, Minho talvolta aveva dei modi di fare troppo "sofisticati" e "delicati" per un ragazzo normale.

E non ci soffermeremo sul dargli ragione, perché sappiamo già che fosse così. Non che fosse una cattiva cosa, anzi, lo aveva sottolineato anche l'albino, ma trovare un ragazzo con i modi di fare di Minho in un accampamento militare, composto principalmente da ragazzi di famiglie umili, dava molto da pensare.

Lo stesso Minho si era ritrovato a dargli ragione: i ragazzi lì erano molto più semplici, più rozzi... alcuni di loro avevano abitudini che lo disgustavano al quanto e chiaramente anche una scarsa igiene. Parlavano usando termini che Minho non si era mai nemmeno immaginato di pensare, e gran parte di questi erano insulti di vario tipo, di cui Minho credeva che quei ragazzi nemmeno conoscessero il significato.

Cercava di non lamentarsene solo perché non voleva passare per un ragazzino ricco e viziato che si crede superiori a qualsiasi cosa respiri: ma la verità era che era altamente disgustato dal loro comportamento.

Oltre a ciò, non poté evitare di sentirsi estremamente osservato mentre camminava con Jeongin per l'accampamento: non capiva perché, era vestito come loro, non aveva nulla di diverso; aveva la loro stessa identica uniforme, nulla in più, nulla in meno. Eppure quei ragazzi continuavano ad osservarlo dalla testa ai piedi, in un modo che non gli piaceva affatto.

Nel suo cuore sperava che lo guardassero così a causa del suo compagno albino, ma sapeva che quelle attenzioni fossero rivolte a lui: si sentiva come quando a palazzo tutte le servitrici si fermavano solo per guardarlo mentre passava.
E quei ragazzi lo stavano guardando nello stesso modo: affascinati e completamente assorti, gli sguardi languidi di alcuni di loro lo fecero quasi rabbrividire. Odiava da morire quel tipo di attenzioni, lo mettevano a disagio. Ma ovviamente non lo avrebbe lasciato a vedere.

Dopo un pò, Jeongin lo avvicinò a sé, per poi sussurrargli qualcosa all'orecchio.

<<Minho, dietro di noi, c'è uno che ti sta divorando con lo sguardo... e non in senso positivo...>>

<<C'è un senso positivo?>>

<<Scusa, a volte dimentico che non capisci certe cose... a ore cinque, vicino alla tenda con le spade: alto, con i capelli lunghi neri, gran figo, ha delle belle labbra>>

Minho si voltò e, con la coda dell'occhio, riuscì ad intravedere il ragazzo di cui stesse parlando Jeongin: lo stava effettivamente guardando, e quando si voltò, riuscì a notare come insieme a lui ci fosse anche un altro ragazzo, molto più basso e più muscoloso, con i capelli corti e leggermente mossi.

Ad un tratto si alzarono e si diressero nella loro direzione.

<<Minho, andiamo via...>>

<<Ehi ehi, dove andate signorine!>>

Il ragazzo dai capelli lunghi si avvicinò ridendo, insieme al suo amico.

<<Come scusa?>>

<<Hai capito bene cadavere vivente, parliamo con voi!>>

<<E con chi abbiamo l'onore di parlare?>> Minho domandò con indifferenza e il suo solito sguardo neutrale.

<<Vedi di non darmi sui nervi, principessa, non ho voglia di fare a botte, non vorrei romperti un unghia!>> I due ragazzi di fronte a loro iniziarono a ridersela di gusto, mentre Jeongin iniziava a perdere le staffe. Minho era abbastanza infastidito, ma anche qui, che senso aveva mostrarlo? Non avrebbero risolto nulla così-

<<Ma ti senti come parli? Questo è il miglior spadaccino che io abbia mai visto, è un combattente eccezionale, quindi fossi in te tornerei a farmi la piega, piuttosto che stare qui a sparare cazzate!>>

Minho lo aveva calcolato? No. Jeongin se ne pentiva? Assolutamente no. I due ragazzi si erano incazzati? Assolutamente si.

E nonostante Minho volesse presentarsi all'accampamento in modo diverso, si ritrovò a dover svolgere un duello spada contro spada con il ragazzo dai capelli lunghi di cui non sapeva il nome; e sfortunatamente per lui, Jeongin e quel ragazzo basso avevano iniziato a fare il tifo, attirando così l'attenzione di tutto l'accampamento, che aveva iniziato ad incitarli a continuare, circondandoli, come se fossero in un'arena.

A quel punto aveva messo da parte la calma e l'indifferenza per fare spazio all'impulsività: stava combattendo contro quel ragazzo sconosciuto con tutta la rabbia e gli impulsi che aveva represso in tutti quegli anni, e stava dimostrando a tutto l'accampamento chi tra i due comandasse.

Se solo non fosse stato per un imprevisto: il compagno dello spilungone nel mentre si era fatto spazio tra la folla, e quando lo scontro si spostò abbastanza verso la cambusa(che puntualmente era costituita da un semplice tavolo al centro dell'accampamento), lo fece inciampare mettendogli tra le gambe un bastone.

Il risultato fu che cadde contro il tavolo facendo cadere a terra una pentola enorme piena zeppa di riso bollente, nel quale fu spinto dal ragazzo, che si atteggiava a vincitore per una vittoria rubata. Il suo amico nel mentre né approfittò per prendere Jeongin per le spalle e buttarlo al suo fianco.

Cercò di rialzarsi da terra, ma la sua testa fu nuovamente spinta al suolo dal piede del ragazzo, che ora aveva un sorriso strafottente sul volto.

<<Hwang Hyunjin. Vedi di ricordarti questo nome principessa, perché non ti darò pace>>

§

In amore e in guerra-- MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora