It's a secret

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-Molto tempo fa, durante l'antico periodo dei Tre Regni, sotto il secondo imperatore della dinastia Lee, la Cina era da poco entrata in un periodo di grande splendore, e di grande vulnerabilità: da mesi ormai, infatti, subiva attacchi nei piccoli villaggi settentrionali da parte degli Unni, un popolo nomade di barbari, che uccidevano, saccheggiavano e distruggevano ogni cosa sul loro cammino. Gli imperatori ed i principi fino a quel momento si erano sempre tenuti a distanza da questo massacro all'interno dei loro palazzi, al sicuro dalle disgrazie e dal dolore portati dalla guerra, e si limitavano ad amministrare l'ordine nel regno e prender parte alle riunioni militari, esclusivamente assecondando le scelte difensive dei generali.

Qualcosa però, un giorno, cambiò: un giovane principe della dinastia Lee riuscì a cambiare questo comando indifferente sulla Cina da parte degli imperatori per sempre. -







Cantava il gallo incessantemente da ormai 10 minuti buoni, il sole non era ancora sorto del tutto, e già all'interno del palazzo si percepiva del movimento.

Mentre le persone all'interno della struttura si svegliavano, un giovane corvino si nascondeva agli occhi di tutti, munito della sua uniforme ormai quasi del tutto usurata e della sua spada, che nessuno avrebbe dovuto scoprire in suo possesso. Fu abbastanza fortunato anche quella mattina, nessuno lo vide o lo sentì arrivare mentre si destreggiava agilmente nei corridoi, nascondendosi dietro ogni cosa gli capitasse a tiro, e appena fu certo di aver campo libero corse verso la porta che conduceva alle sue stanze.

Appena vi fu dentro si tose i vestiti, li prese e li nascose insieme alla spada sotto alcune assi in legno scassate nel pavimento, che ormai erano diventate il nascondiglio perfetto. Rendendosi conto che quella mattina aveva fatto più presto del solito, si concesse il lusso di prepararsi con calma. Si preparò un bagno caldo e, appena fu pronto, si immerse nella tinozza per godersi un po'  di tranquillità.

Si medicò i piccoli graffi su braccia e gambe; fece per guardarsi allo specchio, dove troppo tardi si rese conto di averne uno anche sulla guancia, fin troppo evidente. Storse il naso a quel piccolo e fastidioso inconveniente, iniziando a preoccuparsi. Suo padre lo avrebbe visto e non se lo poteva permettere: non poteva scoprire che si allenava in segreto un'altra volta, non lo avrebbe accettato e lo avrebbe punito severamente per questo.

Aveva all'incirca 10 anni la prima volta che suo  padre lo scoprì,  ma una cosa non era cambiata rispetto ad allora, non  si capacitava del perché fosse così sbagliato: sua nonna, a quel tempo, gli aveva regalato una spada: affilata, lucente, col l'elsa ornata da un'orchidea, simbolo della famiglia, e da pitture in oro di dragoni cinesi. L'aveva amata dal primo momento che l'aveva avuta tra le sue mani, e l'amò ancor di più quando scoprì di avere un talento naturale per il combattimento: non gli ci volle molto per imparare i fondamentali solo vedendoli illustrati su una pergamena, e presto si appassionò profondamente anche all'arte sanguinaria della guerra e alla storia dei samurai e dei vari generali cinesi vissuti fino a quel momento. Ma questa felicità suscitata in così poco tempo da un unico oggetto, fu altrettanto velocemente distrutta da un'unica ingiusta realtà. Passarono poche settimane che suo padre scoprì tutto; pensava di renderlo orgoglioso, anche lui un tempo era stato un eroe valoroso, tanto da riuscire a diventare imperatore della nuova dinastia, ma ciò che vide nei suoi occhi fu l'esatto contrario dell'orgoglio. Gli prese la spada e disse chiaramente: "è meglio che non continui per questa via, Minho, non potrai mai essere un generale o un soldato valoroso, sarai un imperatore. Non farmiti più scovare ad allenarti con questa o ci saranno delle ripercussioni."

 E lo congedò portandosi via la spada. 

Gli ci vollero mesi per ritrovarla, e furono mesi terribilmente noiosi, in cui lo costrinsero ad imparare l'etichetta e i doveri di un vero imperatore. Cose che non lo interessavano al tempo, e che non lo avrebbero interessato mai più di tanto. Proprio per questo era determinato affiche ciò non si ripetesse.

Non si poteva assolutamente far scoprire, e non lo avrebbe permesso.

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In amore e in guerra-- MinsungWhere stories live. Discover now