LA day 19: o di quando non è tutto oro ciò che luccica

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-Sono molto contento ti abbia chiestodi andare in veste di accompagnatrice e non di ghostwriter: sembramille volte più sereno quando è con te.

La voce di Nick mi stava arrivandoall'orecchio più forte di quanto fosse sopportabile per unatelefonata alle sei e mezza della mattina.

La sera prima, Gavin mi aveva lasciataguidare fino a casa mia, perché la madre gli aveva fatto unasorpresa ed era arrivata in città per la prima, richiedendo così lasua presenza per cena. Mi aveva raccontato di come fosse estremamentelegato alla madre e che lasciarla, per trasferirsi a Los Angeles, erastata a dir poco la cosa più difficile che avesse mai fatto. E sì,ci eravamo lasciati con un castissimo bacio a stampo che avevariacceso i ricordi di quelli sulla spiaggia, impedendomi di dormire.

-Comunque, passando al lato praticodella questione: ti serve un vestito.

Già: meglio pensare a quello, inveceche alle conseguenze di quello che era successo il giorno prima,anche se l'idea di farmi torturare ancora dai commenti acidi diHector mi fece accapponare la pelle.

-E a questo proposito, dopo le foto delgalà dell'altra sera, mi ha contattato una casa di moda moltoparticolare e sofisticata, che avrebbe piacere indossassi le lorocreazioni. Sì, credevano tu fossi un'influencer, ci ho messo cinqueminuti buoni a spiegargli che lavoravi per me, comunque ora ci tornautile. Ti prenoto un appuntamento in showroom per le dieci. Ti mandoi dettagli per mail. Ciao.

Le conversazioni con Nick mi lasciavanosempre con la strana sensazione di non essere efficiente abbastanzanella mia vita. Così, al posto di sentirmi spronata a migliorare,urlai a Mitch di prepararmi una tazza gigante di tea, tanto eropiuttosto convinta fosse in after per qualche torneo di videogiochi.

Mi alzai dal letto e valutai qualefosse l'atteggiamento più maturo da mantenere: scrivergli unmessaggio con un vago buongiorno, spingermi più in là parlandodirettamente di quello che era successo o fare lo struzzo enascondere la testa, facendo finta di non esistere?

L'ultima opzione mi allettava, maconsiderai non fosse la più produttiva: tutto sommato, Nick sarebbestato orgoglioso di me.

Afferrai il cellulare e digitai ilmessaggio prima di potermene pentire.

Buongiorno Mr Universo. Pronto perla prima?xx

C'era ancoraqualcuno che chiudeva i messaggi con "xx" oltre a quelli la cuiadolescenza era stata rovinata da Gossip Girl? Non aveva importanza,perché la risposta arrivò dopo meno di cinque secondi.

Sarebbe meglio chiedere: tu seipronta per la prima? Non vedo l'ora di vederti e di presentarti unapersona. Ah, sì: e di baciarti di nuovo.

-Merda! Merda!Merda!!

-Che c'è? Il ragazzino ha il penetroppo grande?

-Mitch!

-Mi domandavo solo se le illazionifossero vere...

Sì, era di nuovo sbucato fuori dalnulla. Almeno però in mano aveva il mio tea, che mi porse senzasmettere di aspettare una risposta con quella sua espressione da"tanto ho comunque ragione io".

-Non so di cosa tu stia parlando e nonlo voglio neanche sapere. Comunque no, il problema non riguarda ilsuo pene.

-Quindi l'hai visto?

-No, cazzo! Smettila Mitch! Ora nonriesco più a togliermi dalla testa l'immagine di Gavin con un penecosì lungo da strisciare per terra. Ti odio!

-Quindi non l'hai visto. Mi spieghi cheaspetti a fare sesso con quel ragazzino?

-Forse il fatto che ci conosciamo dameno di una settimana?!
-Come se questo ti avesse mai fermata.

Fanculo ai giochi alcolici che Meg miaveva convinta a fare in presenza di Mitch: finivo sempre per direcose che non dovevo.

Diario di bordo di chi non è mai salito a bordoWhere stories live. Discover now