Capitolo 24 - Sola andata

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Ungheria, Mogyoród

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Ungheria, Mogyoród.
Hungaroring.

Era una cosa buffa il sesto senso. Quella piccola vibrazione che sentivi dentro di te, che provava ad avvisarti che qualcosa, da lì a poco, sarebbe successo. Positiva o negativa che fosse, quella sensazione era sempre qualcosa di strano da avvertire. Compariva dal nulla, disturbava i tuoi pensieri e ti portava a farne altri che conducevano, senza ulteriori possibilità, allo sgomento.

Era lì, ti stava avvisando, eppure non sapevi mai dire riguardo cosa.
Voleva metterti in guardia? Prepararti ad affrontare un ostacolo? O semplicemente darti una delusione che, nel profondo, già ti aspettavi?
E da dove arrivava poi? Quale parte del corpo o del cervello avvertiva che qualcosa stava per succedere e sceglieva di mettere al corrente anche le restanti?

L'unica certezza che Jourdan aveva, riguardo quel sesto senso presente in ognuno di noi, era che, quando capitava a lei di avvertirlo, non si trattava mai di buone notizie. Quella mattina, di ormai sette giorni prima poi, non era stato altro se non l'ennesima conferma.

Si era rigirata per un po' tra le lenzuola, in dormiveglia, prima di decidersi ad abbandonare del tutto il sonno e aprire gli occhi, dando ascolto a quella sensazione che le consigliava di farlo già da tempo. Nel buio di quella stanza, creato dalle tende che solo Lewis poteva aver chiuso la notte prima, dato che lei non si ricordava minimamente di averlo fatto, si guardò attorno. Non udiva alcun rumore e non vedeva nulla che potesse attirare la sua attenzione. Si voltò su un fianco, allungando un braccio sul materasso, tastando con la mano solamente quest'ultimo.

Tirandosi a sedere, si rese conto di essere da sola, non solo in quel letto, ma nella camera.
Aggrottò le sopracciglia, rimembrando piano piano dove si trovasse. Le immagini della sera precedente le scorsero veloci nella testa, ricordandole di come fosse salita in auto con lui, del loro essere stati incapaci di trattenersi dal saltarsi addosso in ascensore e del modo in cui avevano fatto sesso, con quelle emozioni e sensazioni talmente amplificate che sembrava quasi fosse la prima volta per entrambi.

Si ricordò la frase di Lewis, in cui le diceva di restare se voleva, di non farlo se non se la sentiva. E lei non ci aveva nemmeno rimuginato su più di tanto, sopraffatta dal sonno e stordita da tutte le sensazioni provate, che ancora le rendevano i muscoli intorpiditi. Si era semplicemente addormentata, non accorgendosi più di nulla di quello che le succedeva attorno.

Lewis, comunque, in quel momento non c'era e lei ipotizzò dovesse essere uscito per andare a correre o magari prendere la colazione. Notò solo qualche secondo dopo che, oltre a lui, erano sparite anche tutte le sue cose. La sera prima non aveva fatto caso a nessun dettaglio di quella stanza, troppo presa dal momento, ma era certa di aver intravisto, con la coda dell'occhio, una valigia e un borsone adagiati sopra l'apposita panca accanto all'armadio. Quella mattina, invece, erano spariti.

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