Capitolo 10

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Mi condusse nella sua stanza.

"Ecco il mio letto. Mi metterò sulla poltroncina così non ti disturbo né ti metto in imbarazzo", disse.

"È pur sempre il tuo letto. Non mi disturbi, vieni."

Salì sul letto e cominciammo a guardare un film.

Mentre mi addormentavo, sentii che mi baciava la fronte e mi accarezzava il viso.
Aprì gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono ma non riuscii più a smettere di guardarlo.

Di colpo si avvicinò e mi baciò.

Non me lo aspettavo.

Fu un bacio meraviglioso, ma non andammo oltre.

Dopo ci addormentammo.

Il giorno seguente andammo a scuola a piedi e regnò un silenzio tombale tra di noi. Pensavo di aver rovinato tutto.

Dopo essere entrata, andai in classe.

Ero estremamente stanca e, per errore, mi addormentai in classe durante l'ora di italiano.

"Veronica! Veronica! SIGNORINA MILLER!" gridò la professoressa.

Mi svegliai spaventata.

"Mi scusi, professoressa... Non accadrà mai più... Posso andare a rinfrescarmi la faccia?" dissi dispiaciuta e ancora assonnata.

"Oh certo, e nel frattempo vai dal preside! Non è la prima volta, signorina Miller!" gridò.

Sbuffando, andai in bagno e poi subito dal preside.

Toc toc!

"Avanti", disse il preside con la sua voce tonante.

"Buongiorno..."

"Signorina Miller, perché è qui?"

"La professoressa mi ha rimproverata per essermi addormentata per sbaglio in classe per 5 minuti... Non so come sia potuto succedere... Le ho detto che non succederà più, ma lei mi ha ordinato di venire qui da lei."

"Signorina, che cosa le succede? Ha un aspetto stanco e turbato. Se ha bisogno di aiuto, il corpo docente è a sua disposizione."

"Non succede nulla. Non ho più la forza di fare nulla. Vorrei solo tornare a casa."

"Signorina, se vuole le faccio il permesso di andare a casa e contattiamo sua madre."

"NO", gridai appena nominò mia madre.

"Posso tornare in classe?"

"C-certo, signorina... Buona giornata", disse il preside preoccupato.

Alla ricreazione incontrai Alessandro.

"VERONICA, STAI BENE? TUTTO OK COL PRESIDE?" chiese preoccupato.

Mi ispezionò il viso e le braccia.

"Sì, sto bene, tranquillo. Con il preside va tutto bene."

"PERCHÉ NON MI HAI RISPOSTO IERI NOTTE?" gridò.

"Stavo dormendo. Calmati, Ale."

"CALMATI? Ero indeciso se chiamare la polizia e tu mi dici di calmarmi?"

"Scusa..."

"Va bene, okay. Andiamo a prendere un caffè?" disse sospirando.

"Oggi non mi va."

"No, basta, sei strana. Dimmi immediatamente cosa è successo."

"Ale, ti ho detto che non è successo nulla."

Mi guardò con uno sguardo come se volesse sapere di più e cedetti. Gli raccontai di aver parlato con Edoardo la sera prima, ma non di aver dormito da lui.

"Quindi mi stai dicendo che ti piace Edoardo?"

"È un bel ragazzo... Ma ora non ho le forze per iniziare una relazione, quindi non so."

"Va bene, l'importante è che stai attenta. Non mi fido di quel tizio e non voglio che qualcuno ti faccia del male."

"Grazie, Ale... Ora devo andare."

"Ti accompagno?"

"No, tranquillo."

Gli diedi un bacio sulla guancia e me ne andai a casa.

Lacrime d'amoreWhere stories live. Discover now