Capitolo 3

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Passarono due lunghi anni.

Iniziai a frequentare il liceo e scelsi di studiare scienze umane.

Morì il marito di mia madre. Quando egli spirò, ella non versò neppure una lacrima, fingendo cordoglio davanti ai parenti.

Io non ebbi il coraggio di presentarmi al funerale. Sconosciuto era e sconosciuto rimase.

Appena mia madre tornò dalla cerimonia funebre, esclamò: "Sei una stronza. Ti avevo detto di venire a quel maledetto funerale e, come sempre, mi hai disubbidito. Sei solo una delusione per me." Sbatté la porta di casa e gettò la sua borsa a terra.

"Non l'ho mai considerato né gli ho mai voluto bene. Secondo te dovevo andare al funerale?"

"Non hai mancato di rispetto solo a lui, ma anche a me. È grazie a quel 'fottuto vecchio', come lo chiami tu, che fino ad oggi abbiamo avuto di che vivere. Sei un'ingrata!"

"Non voglio ascoltarti, non mi interessa."

Piena di rabbia, ella prese una bottiglia di vino e un calice, iniziando a ubriacarsi.
Ero stanca di vivere quella vita.
Non immaginavo cosa ella potesse fare ora, senza quel bastardo.
Era una mantenuta.
Sapevo soltanto che tutto sarebbe peggiorato.

Ormai avevo perso ogni speranza.

Lacrime d'amoreWhere stories live. Discover now