Ventitré

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Il jet privato era in volo da almeno venti minuti quando Julian era finalmente riuscito a contattare una delle sedi estere dell'organizzazione, ricevendo le indicazioni per raggiungere un'altra città.

Dopo aver messo il mezzo in modalità pilota automatico aveva raggiunto gli altri passeggeri "ci stanno aspettando in Italia, quindi dovremo sicuramente fermarci per fare rifornimento"

"L'Italia dista tantissimo da qui, perché ci stanno mandando così lontano?" Jeongyeon stava bevendo mezzo bicchiere di vino per calmare i nervi.

"È molto più facile farsi accogliere lì rispetto ad altri paesi. Mi hanno detto che non è necessario cambiare i nostri nomi, ma dovremo comunque falsificare i documenti dato che quelli che avevamo sono esplosi col resto della nostra città"

Katarina era appoggiata alla porta del bagno, pensierosa "che altro ti hanno detto? Siamo nei guai?"

"Assolutamente no, anche se eravamo stati mandati per evitare una strage simile non siamo i responsabili di quanto è successo" si era avvicinato a lei per accarezzarle il viso "dovresti mangiare qualcosa e riposare un po', tutto questo stress fa male a te e al nostro bambino"

"Sto bene Jul, adesso abbiamo tante altre cose a cui pensare" il suo sguardo si era mosso tra i sette giovani rimasti senza un posto in cui andare "cosa facciamo con loro?"

Minjun aveva smesso di mangiare la barretta di cioccolato che aveva tra le mani e si era dimostrato terrorizzato "volete abbandonarci di nuovo?"

Tutte le spie erano rimaste in silenzio e lo stesso era stato per le adolescenti. Essendo più grandi e mature si stavano sforzando di non piangere, ma la tristezza trasmessa dal più giovane tra loro era impossibile da sopportare.

"Non voglio tornare in un orfanotrofio, voglio stare con voi!" si era aggrappato alle gambe delle sue mamme adottive, stringendo la presa sui loro pantaloni "sarò un bravo bambino, lo prometto"

Nayeon si era abbassata alla sua altezza, asciugandogli le guance "è davvero questo quello che vuoi? Non siamo dei veri genitori e i lavori che facciamo aiutano la gente, ma sono comunque brutti e pericolosi"

L'abbraccio che le aveva dato non aveva alcun bisogno di parole, ma essendo un bambino non era capace di stare in silenzio "mi piacete così"

Anche Jeongyeon sembrava sul punto di mettersi a piangere "purtroppo è contro le regole, si può creare una famiglia soltanto tra colleghi per evitare che il rendimento lavorativo ne risenta"

"Io direi che le regole possano anche andare a fanculo" Jihyo stava fissando un punto imprecisato "io mi ritiro, questa vita non fa più per me. Voglio stare in pace e lontana dai guai"

A guardarla con occhi sognanti era stata la maggiore delle sue figlie "questo significa che.."

"Che potremo continuare a vivere tutte insieme?" Dahyun non era solita finire le frasi degli altri, ma in quel momento aveva una sete di risposte tale da averla fatta agire d'impulso.

La spia aveva sorriso leggermente "se a Momo va di lasciare la sua carriera e sposarmi per davvero potremo stare tutte e quattro insieme, ma ho deciso di tenervi con me in ogni caso quindi al massimo avrete una mamma single"

"Col cavolo, non lascerò tutto il divertimento a te" la mora si era messa in mezzo alle sue figlie per abbracciare entrambe "o tutte o nessuna. Mi licenzio anch'io"

Sharon aveva guardato la scena in silenzio, sentendosi felice per loro. Poi, totalmente a caso, si era voltata verso le sue mamme "voi cosa state aspettando a dire di volerci sopportare per tutta la vita? Anch'io ho bisogno di un momento strappalacrime"

Blame It On MeWhere stories live. Discover now