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- Anna, puoi rispondermi per favore? - chiese Austen.

La doccia. L'acqua aveva sciolto tutto e io non me ne ero nemmeno accorta. Cazzo, cazzo, cazzo.

- Anna? - mi chiese ancora lui con una leggera preoccupazione nella voce. Vedevo come si stesse controllando per non risultare eccessivamente preoccupato, ma la paura mi stava pompando a gran velocità nelle vene. Come avevo fatto a non accorgermene? Dovevo inventare qualcosa, perchè non ci riusivo?

- Io.. - 

Iniziai a vedere tutto a tratti a chiazze nere e non capii più niente. Che avrebbe pensato di me, adesso? Quali lividi aveva visto, e quanti ne aveva visti? Avevo bisogno di stare da sola, di spazio. Lo avevo deluso, me lo sentivo, il suo sguardo e la sua voce ne erano la prova.

Mi ritrassi al suo tocco e cercai di correre verso il bagno, ma ero molto debole in quel momento e Austen mi riuscì a raggiungere senza sforzo. Mi strinse a se leggermente senza troppa pressione, ma in modo da tenermi ferma. Il mio respiro si fece più accelerato, ero in panico, non riuscivo a pensare. Piano piano delle lacrime iniziarono a scorrermi lungo il viso dall'agitazione, mentre iniziavo a mugulare qualcosa. Avevo paura che mi avrebbe fatto del male o che mi avrebbe fatto comunque qualcosa, non avrebbe avuto torto. Era una cosa che gli avevo nascosto, avrei capito la sua rabbia, me lo sarei meritato.

- Ehi, ehi, ehi - mi sussurrò tra i capelli. Allentò la presa e mi voltai leggermente per guardarlo mentre utilizzavo una mano per coprirmi il viso.

- Non voglio farti nulla.. perdonami.. - iniziò a dire con una nota dispiaciuta. Titubai qualche secondo. La mia mente iniziò a ripulirsi. Non voleva farmi del male.. ero io che stavo scappando, lui voleva solo capire e io gli avevo sbattuto la porta in faccia.

Lui non è loro. Ti puoi fidare.

Alzai la mano libera e l'appoggiai sul suo petto, come per dirgli che avevo compreso. Come a dirgli che mi fidassi di lui. Pose la sua mano sulla mia e mi abbracciò piano. Aveva capito come mi stessi sentendo, ma non era di lui che avevo paura.

Sono loro a spaventarti. Come hai fatto a reagire così, non vedi che lo hai spaventato?

Da abbracciati ci dirigemmo verso il letto e ci sedemmo per poi stenderci.

- Dormi qui stanotte.. - mi sussurrò quasi supplichevole. Era preoccupato.. non volevo questo.

- Austen.. - 

- Non voglio forzarti ora a parlarne se non vuoi.. dormiamoci un attimo sopra, si vede che sei distrutta. Ne parleremo domani - disse soccandomi un piccolo bacio sulla guancia. Annuii e si alzò dal letto per prendere qualcosa dal cassetto del comodino. Era un tubetto viola con disegnata qualche luna sopra. Prese dal suo interno due di quelle che sembravano caramelle gommose e me ne porse una. La osservai in modo un po' sospetto. I miei mi davano spesso le loro "caramelle speciali" quando ero piccola (così le chiamavano) per farmi addormentare, dato che soffrivo d'insonnia, e compresi solo da più grande che fossero degli allucinogeni. 

- E' melatonina. La prendo quando ho bisogno di dormire e funziona. E' naturale, la danno anche ai bambini - mi spiegò con calma vedendo la mia espressione interrogativa. Presi dalla sua mano la caramella e iniziai a masticarla, anche lui fece la stessa cosa. 

- Ci serve riposare un po' - disse ancora, stavolta accarezzandomi i capelli. Ripose nel cassetto il tubetto e mi fece segno di coricarmi sotto le coperte prima di spegnere la luce della piccola lampada. Lo feci e tempo pochi secondi mi ritrovai abbracciata a lui mentre mi carezzava la schiena dolcemente.

- Mi dispiace.. - iniziai, ma Austen mi interruppe.

- Adesso cerchiamo di dormire. Quando saremo svegli ne riparleremo. -

Dovevo inventarmi qualcosa per quando ci saremmo risvegliati. Dalla mia reazione doveva aver capito che ci fosse sotto qualcosa, ma non potevo dirglielo, no. 

Chiusi gli occhi mentre qualche altra lacrima mi scendeva dagli occhi e sentii Austen stringermi di più a se. Cercai di trattenere qualche piccolo scossone che mi stesse arrecando il pianto, ma non ci riuscii. Dovevo smetterla, lo avrei fatto preoccupare ancora di più. 

- Shh, riposati.. è tutto okay - mi sussurrò Austen dolcemente, facendo dei piccoli grattini tra i miei capelli. Mi rilassai un po' e gli scoccai un leggero bacio all'angolo del labbro. Lo sentii sorridere leggermente e successivamente tornammo ad abbracciarci.

Chiusi gli occhi e sentii la melatonina fare effetto.

Mi dispiaceva che Austen avesse scoperto quei lividi sul viso, non sarebbe dovuto succedere. Sono stata distratta..

Sperai in cuor mio che non scoprisse cosa si trovasse su ogni angolo del mio corpo.. non volevo che si allontanasse, ma ne avrebbe avute sicuramente tutte le ragioni se lo avesse scoperto.

A quel punto, però, il sonno prese il sopravvento e tra il tepore delle coperte, l'abbraccio di Austen e il pigiama comodo, caddi in un sonno profondo.

Ciò che gli occhi non vedonoWhere stories live. Discover now