18th chapter.

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18.

Josh: sono giù da te, scendi

Josh: annabelle

Josh: porco dio annabelle svegliati

Josh: yo

Josh: mi senti?

Annabelle: perché cazzo hai lanciato un sasso alla finestra

Annabelle: mi hai fatta saltare

Josh: finalmente, cazzo, scendi immediatamente.

Poso il telefono sul letto, sbuffando per la situazione. Cerco di scendere le scale in modo più silenzioso possibile e mi precipito sulla porta ad aprire Josh. Non è più come lo ricordavo. Ha rasato i capelli cortissimi, ha un piercing al sopracciglio e il suo fisico è migliorato tantissimo. In questo mese deve aver fatto più allentamento del solito.
«Fammi entrare» ordina.
«Senti, sta zitto okay? Non voglio finire nei guai»
Sbuffa ed entra in casa, mentre io chiudo piano la porta alle mie spalle. Lo vedo dirigersi verso le scale, come se non fossero le tre di notte e come se fosse tutto esattamente normale. Non riesco a concepire quanto un ragazzo possa essere così stupido. Gli corro dietro senza fare troppo rumore, afferro la sua maglia e gli faccio segno di andare piano. Lui ride a labbra serrate. Lo prenderei a pugni in faccia.
Appena arriviamo in camera mia, accendo l'abat-jour e lui si siede sul letto, spogliandosi tranquillamente come se fosse a casa sua. Aggrotto le sopracciglia e incrocio le braccia.
«Che ci fai lì in piedi? Ricordi il nostro patto?»
«Abbassa la voce» lo zittisco, lui ride.
Mi fa segno con la mano di avvicinarmi a lui, ubbidisco con movimenti rigidi, non mi sento a mio agio. Mi guarda dalla testa ai piedi e solo ora mi accorgo di non essere così sexy come mi aveva chiesto: indosso una canotta lunga fin sotto al sedere, ho i capelli arruffati e sono completamente struccata. Non è una buona idea venire da me di notte.
«Niente male» sussurra. Mi fa segno di girarmi. Mi tira tra le sue gambe, passando le mani sulle mie natiche che ha quasi scoperto del tutto. Sento la sua erezione coperta dai boxer premere contro di me. Stringo forte gli occhi. Mi sposta i capelli su una spalla e comincia a giocherellare con la lingua sul mio collo. Poi mi fa inginocchiare tra le sue gambe e mi fa segno di toccarlo. Lo guardo supplichevole, lui mi tira i capelli e trattengo un piccolo grido, per poi ascoltarlo senza parlare. Passo le dita sulla sua erezione lentamente. Josh si toglie i boxer e mi tira i capelli in avanti, facendomi mettere le labbra sul suo cazzo. Emetto un mugolio di dolore, ma faccio come mi ordina. Comincio a leccare e lui muove il bacino, penetrandomi fino alla gola e facendomi venire quasi il voltastomaco. Faccio finta di niente e mi aiuto con le mani lungo tutta la lunghezza.
«Mh» geme.
Mi tira ancora i capelli facendomi alzare, mi sfila l'intimo e mi fa segno di raccogliere i suoi jeans dal pavimento. Estrae da una tasca un preservativo e lo indossa velocemente, per poi farmi sedere su di lui e penetrarmi forte. Mi aiuta a cavalcarlo muovendo i fianchi sotto di me e io stringo le lenzuola con le mani. Non è mai stato così violento con me, fa male.
«Josh» gemo «mi fai male»
Chiudo gli occhi e lui mi tira i capelli, avvicinando le mie labbra alle sue. Mi scosto schifata e lui mi guarda male. Continua a penetrarmi comunque con forza, fin quando i suoi gemiti diventano sempre più forti e viene nel preservativo. Rimane dentro di me ancora un poco, poi esce e mi fa sdraiare accanto a lui.
«Ma con tutte le puttane che dici di avere, perché proprio io devo fare questo?»
«Perché tu sei quella che preferisco»
«Ti odio»
Lui ride e passa un dito sulla mia entrata, poi lo lecca divertito. Mi fa segno di girarmi dall'altro lato e ubbidisco. Mi abbraccia da dietro, muovendosi leggermente contro di me. Chiudo gli occhi stanca e dolorante, non riesco a tenere le gambe chiuse.
Mi risveglio per via dei raggi del sole. Josh è ancora addormentato dietro di me. Sono le otto.
Mi giro verso di lui senza fare troppo rumore e lo guardo. Sembra così innocente da addormentato, non sembrerebbe capace di quanto ha fatto. Cerco di non pensarci, altrimenti lo prenderei a schiaffi.
«Annabelle sei sveglia?» urla mia madre dal corridoio, sussulto e l'infarto si placa quando noto la porta chiusa.
«Mmh?» rispondo, cercando di sembrare assonnata.
«Noi usciamo, non alzarti troppo tardi»
«Okay»
Quando non sento più rumori dal piano di sotto, sveglio Josh che comincia a mugolare e sussurrare qualcosa di incomprensibile.
«Ti sei addormentato qua, idiota, devi tornare a casa»
«Buongiorno bellezza» ha gli occhi socchiusi e comincia a strofinarli per svegliarsi.
«Josh, alzati»
«Hai qualcosa di meglio da fare che stare con me?»
«Ho lezione stamattina»
«Chiama la tua insegnante e smentisci»
«Ma...»
«Fallo» mi ordina e non posso rifiutare. Penso che è per il nostro bene, devo.
Mi alzo e prendo il mio cellulare, componendo il numero di Allyson.

Sex lessons➳ lesbian.Where stories live. Discover now