1st chapter.

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1.

«Svegliati, Annabelle, muoviti»
«Ancora cinque minuti mamma»
«Muoviti ho detto, entro dieci minuti ti voglio in cucina, devi conoscere la tua insegnante»
Emetto un mugolio di disappunto, poi mi rendo conto della situazione. Siamo ai primi di giugno. Una qualunque ragazza ne sarebbe felice, ma io no. Penso che questa sarà l'estate peggiore della mia vita. Ho preso un quattro in matematica e a settembre dovrò dare un esame prima di essere ammessa al quarto anno, quindi i miei genitori mi faranno stare tutta l'estate immersa nei libri, con una tipa fastidiosa che mi dirà quello che devo e non devo fare. Un inferno, insomma.
Mi alzo e corro a farmi una doccia, indosso una gonna alta in vita, un top e un cardigan, con ai piedi le mie adorate all star. Lascio sciolti i miei capelli biondi, che cerco di domare con qualche forcina, perché non ne vogliono sapere di stare al loro posto. Scendo soddisfatta, sentendo già la conversazione di mio padre e l'insegnante.
Entro in cucina, recandomi di corsa verso il frigo.
«Non si saluta, Annabelle?» mi rimprovera mio padre.
«Buongiorno» rispondo seccata.
«Oh la scusi...è...»
«Un'adolescente, la capisco Mrs Adams, faremo i conti io e lei più tardi» mi guarda, posando lo sguardo sulle mie gambe, il che mi inquieta. Era una battuta la sua? Non è affatto divertente. Rispondo con un ghigno, mentre bevo il mio yogurt alla fragola. Si tratta di una donna che, pur essendo seduta, mostra di essere alta e di avere un fisico da modella. Dimostra vent'anni, ma ne avrà sicuramente qualcuno in più. Indossa un paio di skinny jeans che incorniciano le sue gambe accavallate, una camicetta bianca leggermente sbottonata, ha i lunghi capelli neri sciolti e del rossetto rosso mette in risalto le sue labbra carnose. Mi domando perché stia continuando a guardarmi, ma faccio finta di niente.
«Lei quando è disponibile, Miss Smith?» domanda mio padre, sorseggiando il suo caffè.
«Direi tutti i giorni...» continua a fissarmi, le volto le spalle per farle capire il mio disinteresse nei suoi confronti.
«Tutti i giorni? Forse è tanto! Io direi al massimo tre volte a settimana fino a luglio, cosa ne pensa?»
«Mi faccia fare il mio lavoro, Mr Adams, so bene come funziona. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, e se sarà necessario anche ad agosto» risponde, con tono autoritario, facendo zittire mio padre. Mi volto di scatto, è impazzita?
«Non se ne parla, io tutti i giorni la matematica non la studio» urlo, rivolta a mia madre.
«Annabelle, Santo Cielo, lo facciamo per te»
«Esagerate, come sempre, su tutto!» continuo ad urlare.
«La prima lezione?» mio padre fa finta di non sentirmi, il che mi innervosisce ancora di più.
«Direi oggi pomeriggio, sarò qui alle 15 in punto, Annabelle Adams» si rivolge a me, con un tono fastidioso, la odio.
«Fanculo» impreco, uscendo di casa velocemente.
Ho bisogno di vedere Josh, il mio "fidanzato",se così posso definirlo: ci frequentiamo da qualche mese, abbiamo rapporti molto intimi, ma non c'è mai stata nessuna richiesta di fidanzamento.
"Rispondi, cazzo, dai"
«Annabelle?»
«Dove sei?»
«A casa, perché?»
«Posso venire?»
«Oh, certo, ti aspetto»
Stacco la chiamata e cammino un po' più veloce. Josh è un bravo ragazzo ed è molto bello, ha la pelle costantemente abbronzata, gli occhi scuri e i capelli neri, per non parlare del suo bel fisico.
«È permesso?»
«Buongiorno Annabelle, Josh è al piano di sopra» mi accoglie sua madre che, come sempre, è impegnata nelle faccende domestiche. Fingo un sorriso e corro su per le scale. È in camera sua, sul letto, la porta è aperta e lui sta giocando alla play.
«Amore» si alza, mi lascia un bacio sulle labbra e chiude la porta alle mie spalle.
«Successo qualcosa?»
«Hanno trovato un'insegnante per le ripetizioni e quella stronza vuole venire a rompermi le palle tutti i giorni, dalle 15 del pomeriggio, a partire da oggi»
«Che merda» mi guarda «tranquilla piccola, ti farò divertire lo stesso»
Mi spinge verso il letto, mi poggia una mano sul fondo della mia schiena e mi fa sdraiare su di lui.
«Sei sempre così bella»
Mi bacia con passione, facendomi sentire la sua erezione sulla pancia.
«Mi daresti un aiutino?» mi sussurra, con tono malizioso. Annuisco e, velocemente, scivolo giù lungo il suo corpo, accarezzo i suoi addominali, gli lascio qualche bacio e succhio nei punti più delicati intorno all'ombelico, poi gli abbasso leggermente i pantaloni, seguiti dai boxer, lasciando che il suo membro esca dallo spazio stretto. Lecco la sua punta e poi comincio a succhiare, toccando tutta la lunghezza con una mano. Tengo lo sguardo fisso sul suo viso e, appena sento i suoi gemiti, riprendo con movimenti più veloci, alternando carezze con la lingua e con le mani.
«Cazzo»
Mi viene in bocca e ingoio i suoi spruzzi, continuando ad accarezzarlo più lentamente.

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