Capitolo 2 - Seth

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«Quindi avete perso l'orecchio?»

«Non siete divertente, Leon.»

«Sciocchezze, io lo sono sempre. Ma mi sentite? O devo parlare più forte? Tipo così!»

«Ci sento benissimo, ma se volete posso promuovervi a banditore di corte. Sono certa che sareste più utile alle aste di paese.»

«Non amo mischiarmi con la plebe.»

«Tranne quando si tratta di mischiare la biancheria.»

«Principessa! Il linguaggio!»

Penelope fece una smorfia ben poco principesca e mandò giù un ampio sorso di rosso, poi passò la bottiglia a Leon.

Si trovavano sulla torre di guardia ovest, mentre il sole tramontava spruzzando il cielo d'arancio, a dividere una bottiglia di vino sgraffignata dalla scorta personale di re Giacomo.

La principessa aveva il collo bendato e i lunghi capelli sciolti sulle spalle a nasconderlo. Non perché se ne vergognasse, ogni ferita era motivo d'orgoglio per un soldato; ma quella in particolare le ricordava che non avrebbe dovuto essere ancora viva per raccontarlo.

Aveva confidato solo a Leon quanto era accaduto quella mattina col Primo Cavaliere Ross. Si era scervellata per ore, cercando di capire perché un cavaliere così spietato avesse risparmiato la figlia del suo nemico. Anche lei era un ostacolo all'ascesa al trono di Clorinda. Lasciarla vivere senza una ragione equivaleva a un tradimento nei confronti della "sua regina".

«Le guerre non dovrebbero andare così.» Leon diede voce ai suoi pensieri. 

Era perplesso e osservava il sole calante trangugiando vino come se non fosse del tutto sicuro che l'indomani ce ne sarebbe stato un altro.

Leon era tante cose. Era uno degli arcieri più in gamba del regno. Era tra gli uomini più fidati di re Giacomo. Era un discutibile poeta, o forse i poeti li amava soltanto, in tutti i sensi possibili. Viveva di arte e bellezza e sfacciataggine. Ed era la persona di cui Penelope si fidava di più al mondo.

«Però», aggiunse, «capisco perché lady Clorinda l'abbia scelto come Primo Cavaliere.»

«Cioè?»

«Nessuno dei due ci sta con la testa. Una vuole usurpare il trono, l'altro risparmia la legittima erede. Fossi in lei, l'avrei già fatto decapitare.»

«Non credo lo sappia qualcuno, a parte noi tre. Non c'era nessuno nei paraggi.»

«Una signora non dovrebbe mai imboscarsi con un gentiluomo, soprattutto se fa parte dello schieramento nemico.»

Penelope sospirò. «Vorrei solo capire perché l'ha fatto. Perché il Cavaliere più temuto del regno mi avrebbe risparmiato la vita?»

«Forse ha letto l'amore smisurato nei vostri occhi, e vi ha riconosciuto la sua anima.»

Nel suo racconto a Leon, aveva tralasciato solo le ultime parole del Primo Cavaliere: "ho già commesso abbastanza peccati per oggi, come sfigurare la vostra bellezza." Erano state solo un modo per destabilizzarla, non erano rilevanti.

«Non credo proprio. Ha detto che lo guardavo come fosse uno gnomo in groppa a un centauro.»

«Questo tizio mi piace. Potrei offrirgli da bere, o la notte migliore della sua vita. Se non fosse un nemico, sia chiaro.»

«Voi avete un debole per gli animi sensibili, non credo che un cavaliere sanguinario faccia al caso vostro.»

«E al vostro, principessa?»

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