Capitolo 1 - Pietas

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Il clangore delle spade riecheggiava per tutto il bosco.

Alle orecchie della principessa Penelope era come un mantra: la aiutava a restare concentrata mentre sferrava i colpi contro i nemici in sella alla sua fidata Artemide.

Trovava che ci fosse qualcosa di innaturale nel modo in cui la fauna sembrava ritirarsi durante una battaglia. Era tutto un caos, ma al tempo stesso era come se tutto tacesse.

Penelope era cresciuta in quei boschi e lì era stata addestrata non solo a combattervi, ma anche ad ascoltarne gli abitanti e osservarne la conformazione, così da riuscire a trovare ripari e viveri in caso di necessità.

Disarcionò uno dei cavalieri di lady Clorinda e si abbassò appena in tempo per schivare una freccia piombata dalle fronde.

In quel momento, il bosco sembrava deserto se non per quegli eserciti di uomini ottusi che si credevano onorevoli nel versare il sangue dei loro simili. La natura doveva proprio odiarli e chissà se, alla fine della guerra, li avrebbe perdonati.

Anche lei si batteva, ma lo faceva per necessità: doveva difendere la sua dimora, la sua terra e il suo lignaggio. Suo padre le aveva insegnato a lottare per difendersi, non per diventare un'assassina, e non avrebbe mai voluto abbassarsi a tanto. Persino Achille aveva rispettato un codice d'onore, finché Ettore non aveva spezzato la vita di Patroclo.

In realtà, era la prima volta che prendeva parte attiva a una battaglia, sebbene fosse stata addestrata fin da quando era piccola. Aveva compiuto diciotto anni appena tre giorni prima e, quando le loro truppe erano state colte di sorpresa nei boschi, suo padre le aveva rivolto una sola, significativa occhiata di avvertimento: stai in guardia, ricorda quello che ti ho insegnato.

Se la stava cavando bene. Molto bene.

Sferrò la sua lancia contro un cavaliere nemico che veniva nella sua direzione, ma lo mancò. Imprecando in un modo che poco si addiceva a una reale, sguainò la spada e bloccò un colpo di punta che mirava alla sua spalla. Scagliò un fendente dopo l'altro, facendo indietreggiare il nemico finché non riuscì a disarmarlo.

Non aveva ancora inferto un vero colpo mortale, ma sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento, se non voleva che toccasse a lei perire.

Si voltò, udendo un secondo cavaliere arrivarle alle spalle e si preparò a difendersi. Con la spada sollevata, parò appena in tempo un affondo pericoloso.

Il sangue le si gelò nelle vene quando riconobbe lo stemma dipinto sulla sua armatura, un giglio bottonato rosso.

Parò appena in tempo un dritto e contrattaccò. Il cavaliere riuscì a schivare il colpo e indietreggiò appena.

Quello non era un cavaliere qualsiasi: era Ross di Lungofiume, il Primo Cavaliere di lady Clorinda.

Anche se non poteva studiare i suoi occhi, protetti dall'elmo, aveva sentito tante voci sul suo conto: di come uccidesse senza provare pietà alcuna, guardando le sue vittime senza mostrare nessuna emozione.

Penelope non sapeva se fossero notizie vere o meno - era difficile affrontare un corpo a corpo così ravvicinato e sopravvivere per raccontarlo - ma non riusciva a spiegarsi come si potesse essere tanto indifferenti mentre si stroncava una vita umana. 

In quanto principessa, aveva ricevuto un'educazione completa, che includeva la conoscenza delle lingue antiche come il greco e il latino. Dunque, aveva letto l'Eneide e ricordava ancora come Enea, nonostante i suoi sbagli in quanto uomo e amante, fosse un guerriero capace di pietas: la pietà verso i nemici. 

Lei l'aveva sempre ritenuto un valore imprescindibile, che suo padre le aveva insegnato dal primo giorno di addestramento, ma era consapevole che fosse una virtù di ben pochi cavalieri.

Il regno delle Cascate Where stories live. Discover now