18.

1.2K 47 2
                                    

📍MONACO

Ormai la febbre mi era passata e mi sentivo super in forma, tant'è che tornai a correre la sera e a seguire qualche masterclass di danza.
Mentre passeggiavo per le vie della città, presi coraggio e chiami Charles che mi rispose dopo due squilli:
- Principessa, che sorpresa. Che succede?
A suono di quel nomignolo, il mio cuore iniziò a battere forte e le guance si colorarono di rosso
~ Charles... ti ho chiamato perché vorrei parlare con te, non con rabbia o con rancore... se ti va ovviamente
- Dove sei? Sento dei rumori in sottofondo
~ Sono davanti al casinò ma posso venire dove vuoi
- Ci vediamo alla mia barca, tra 10 minuti

Quando chiusi la chiamata feci un respiro profondo, ero orgogliosa di me, dopo il nostro ultimo incontro nel suo stanzino, le cose tra noi si erano raffreddate parecchio ma nonostante tutto volevo comunque mantenere un rapporto con lui perché mi mancava.

Arrivai al porto, in lontananza vidi Charles appoggiato alla sua macchina, sembrava nervoso, si guardava costantemente intorno, come se avesse paura che non venissi. Quando lo raggiunsi ci salutammo con due baci sulla guancia e poi lo seguii sulla barca, mise in moto e ci allontanammo dalla costa. Mentre guidava con maestria la barca, mi limitai ad osservare ogni suo movimento, la luce del sole lo faceva brillare ancora di più di quanto non brillasse già di suo.
Dopo una lungo tragitto passato in silenzio, Charles spense il motore della barca e calò l'ancora, poi si girò verso di me e mi tese la mano per aiutarmi ad arrivare a prua. Ci sedemmo uno accanto all'altro, mentre guardavamo il mare, il monegasco mi spiazzò, "Anche io sono innamorato di te" disse. Mi girai di scatto verso di lui incredula, non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa, perché si comportava così, prima mi ama poi si allontana. Poi continuò, "Sono confuso Lucia, Charlotte vuole tornare con me, noi abbiamo condiviso quattro anni della nostra vita insieme, abbiamo superato molti ostacoli insieme, soprattutto all'inizio ma non so che fare ora, se riprovarci o no..", "Capisco..." dissi tornando a guardare il mare. Charles si girò verso di me, mi disse che non poteva chiedermi di aspettarlo e quindi, con un macigno sul cuore, tornammo al porto. Una volta scesi dalla barca, lo guardai dritto negli occhi e lo salutai, stavo per andare quando lui mi fece voltare di nuovo e mi baciò: fu un bacio passionale, intenso, un bacio che in realtà diceva molto più di quanto ci siamo in realtà detti in barca, un bacio da lasciarci senza fiato. Quando ci staccammo eravamo ansimanti, nessuno dei due voleva davvero che quel momento finisse ma Charles prese coraggio e se ne andò. Mi ci vollero alcuni istanti per riprendermi ma alla fine tornai in me e mi diressi verso casa.
Quel bacio sapeva di addio..

Nei giorni seguenti si diffuse subito la voce che Charlotte e Charles si stavano rifrequentando, onestamente ci ero rimasta male ma me lo aspettavo e una parte di me non lo biasimava affatto.  La voce di questo ritorno di fiamma si era sparsa nel paddock e le mie amiche quando mi videro, mi corsero incontro e mi abbracciarono forte. "Non sa che si perde" mi dissero in coro, anzi aggiunsero che ora finalmente potevo divertirmi come meglio credessi; spiegai loro che per ora non ne volevo sapere di avere altre relazioni o quel che erano, mi sarei concentrata solo a divertirmi con i miei amici e basta.
Mentre mi dirigevo al box RedBull, un braccio mi si appoggiò sulle spalle, mi girai basita e vidi un sorridente Pierre Gasly. "Quanta allegria oggi, a cosa dobbiamo tanta enfasi?" domandai sorpresa dal suo gesto, lui si abbassò al mio orecchio e mi sussurrò "Aspetta e vedrai" e fu propio in quel momento che difronte a noi si materializzò Charles, che appena vide il suo amico così affettuoso bei miei confronti, serrò la mascella e smise di camminare. Quando lo raggiungemmo, ci mettemmo tutti e tre a parlare tranquillamente, Pierre continuava a farmi degli occhiolini e non mollava la presa su di me nonostante a volte tentavo di staccarmi discretamente da lui.

La sera andai a bussare alla porta del francese per chiedere spiegazioni del suo strano comportamento di oggi ma non rispose nessuno. Così tornai nella mia stanza e mi inizi a preparare per uscire con Max, Daniel, Isa, Carlos, Carmen e George. A questo gruppo scoprì solo alla fine che si erano aggiunti anche Pierre, Charles e Charlotte.
Arrivammo davanti alla discoteca e ci recammo al privè che Daniel aveva precedentemente prenotato. La musica nel locale era proprio di mio gusto così io, Isa e Carmen scendemmo in pista per scatenarci come era nostro solito fare. A un certo punto, due mani si poggiarono sui miei fianchi, mi voltai e vidi un ragazzo piuttosto carino che si muoveva a ritmo di musica con me. Nel mentre dall'alto del privè, Pierre aveva assistito alla scena e con una scusa fece avvicinare alla balconata anche Charles che appena mi notò ballare con quel ragazzo, impazzì: lancio il cocktail che stava bevendo a Pierre e in una frazione di secondo mi prese per un braccio e mi tirò via dalle quelle braccia.
Mi trascinò per qualche metro, quando arrivammo in un punto meno affollato mi avvicinò al muro e mi urlò all'orecchio "Chi cazzo era quello?", io gli feci spallucce e non dissi niente, il monegasco mi si avvicinò pericolosamente e aggiunse "Stai giocando con il fuoco, vuoi vedermi impazzire? Nessuno può ballare con te, non così", rimasi sorpresa di questo suo lato quasi possessivo nei miei confronti ma mentre mi parlava alle sue spalle intravidi Charlotte, il macigno che fino ad allora sembra essersi alleviato si fece più pesante e così a malincuore risposi "La tua fidanzata ti sta aspettando, anzi ci sta guardando, non è rispettoso". Charles abbassò la testa e senza dire niente andrò via.

Balla con me, ChérieWhere stories live. Discover now