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"Hai congelato gli studi?!"

"Si Max, dopo tutto quello che è successo lo scorso anno, mi sento di dover prendermi una pausa per capire cosa voglio fare del mio futuro. Sono molto confusa a riguardo"

Io e Max ci trovavamo seduti ai capi opposti di un divanetto, avevo steso le gambe su di lui e mentre parlavamo, il mio migliore amico disegnava dei cerchi immaginari sulla mia caviglia.

"Lo sai che non sono d'accordo, studiare è importante e poi non ti mancano molti esami alla laurea quindi secondo me dovresti continuare".

Prima che potessi dire qualcosa, sentii le porte del MotorHome aprirsi e difronte a noi si piazzò Daniel, raggiante come sempre, che con un sorriso a trentadue denti mi disse "Beh, piombi qui all'improvviso e non vieni nemmeno a salutare lo scapolo d'oro della Formula 1", scoppiai in una fragorosa risata e prontamente mi alzai ad abbracciare Riccardo. Mi sollevò da terra mentre mi stringeva e sé e mi disse che era contento di vedermi, almeno non era più solo a domare l'uragano Max.

Passammo tutto il pomeriggio insieme, Horner ci aveva soprannominato "i magnifici 3" perchè abbiamo una complicità tale che dall'esterno è difficile da gestire, soprattutto quando litighiamo. A un certo punto decidemmo di andare a fare un giro della pista a piedi, e una volta completato il percorso Max fu richiamato al box perchè doveva parlare con il suo ingegnere, mentre io e Daniel ci sedemmo all'uscita della PitLane. Dopo un breve silenzio, Riccardo si girò verso di me e con una dolcezza nel viso mi chiese "Sicura che vada tutto bene scricciolo?", "Sto cercando di rimettere insieme i pezzi Daniel, non è facile e sicuramente ci vorrà del tempo ma con voi al mio fianco credo di poter ritornare a respirare".

Riccardo mi mise una mano sul ginocchio sinistro e ritornò a guarda la pista in rigoroso silenzio.

Lo scorso anno non era stato facile per me, sono successe una serie di avvenimenti che mi hanno distrutto psicologicamente. Mi sono chiusa in me stessa e ho allontanato un pò tutte le persone che avevo vicino, per cercare di restare il più sola possibile. Molti di loro non aspettavano altro forse, visto che sono sparite completamente, ma Max e Daniel non mi hanno mai lasciato andare, tant'è che Max mi fece videochiamare da suo Padre quando lo scorso anno vinse il suo primo titolo mondiale; Daniel invece mi chiamava tutti i giorni e oltre che interessarsi a me, mi chiedeva consigli su cosa fosse meglio fare della sua carriera che si trovava a un bivio: continuare a correre senza più quel fuoco che gli ardeva dentro oppure cercare di recuperare la sua passione lontano dalla pista per poi tornare su una monoposto più in forma che mai.

Fu allora che realizzai che io e Daniel ci trovavamo nella stessa situazione, ci sentivamo entrambi come una macchina rotta, difettosa ma stavamo cercando di ripartire.

"Ce la faremo Dan, ci prenderemo la nostra rivincita. Torneremo a essere felici!".

Ore 19.30

Ormai era quasi ora di cena. Siamo tornati tutti in hotel circa un'oretta fa e ho avuto giusto il tempo di farmi una doccia e cambiarmi al volo perchè dopo poco sentì qualcuno bussare alla mia porta. Andai ad aprire ed era Max. "Sei pronta per andare a cena oppure ho il tempo di farmi un pisolino di 6/7 ore?", feci la classica faccia offesa da film, molto teatrale, a tal punto da far scoppiare a ridere il mio migliore amico. " Certo che non sei cambiato di una virgola! Evidentemente a colazione continui a mangiare pane e acidità!" dissi ridendo.

"Dio quanto mi sei mancata! Non ridevo così da un pò." - "Oh Emilian, dolcezza mia, mi è venuto il mal di stomaco a sentire tutto questo zucchero, mi sa che cenerai da solo", ridemmo e una volta che ebbi finito di prepararmi uscimmo dalla mia stanza e ci dirigemmo verso la sala del pranzo/cena dell'hotel.

Una volta aperte le porte scorrevoli che dividevano il corridoio dalla sala da cena, vidi tutti i team riuniti per aree. Quando entrai alcuni piloti e ragazzi dei team che conoscevo mi vennero subito a salutare, tra cui George, Alex e Carlos. Quest'ultimo quando mi vide mi corse incontro e mi abbraccio molto forte, gli lasciai un lieve bacio sulla guancia e gli chiesi come stava lui ma soprattutto la mia amica di avventure, Isa. Carlos mi rispose volto velocemente perchè era arrivata la cena e Christian Horner mi fece cenno di sedermi al loro tavolo, così congedai Sainz e mi diressi verso il mio posto a sedere.

La cena proseguì molto bene, tra una battuta e l'altra in un clima molto disteso. Tra una chiacchiera e l'altra si erano fatte le 22.00 e tra non molto i piloti avevano il coprifuoco in vista delle prove libere di domani. Andarono tutti a dormire tranne me e Carlos che ci sedemmo sui divanetti della hall per parlare un pò, fino a quando non incontrai colui che, a mia insaputa, avrebbe rimesso insieme i pezzi che qualcun altro aveva distrutto.

"Carlos!", una voce ci fece sobbalzare e quando mi voltai nella direzione del suono che ci aveva spaventato, i miei occhi affondarono in un oceano verde, dal quale forse, non sarei stata più in grado di emergere.

Balla con me, ChérieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora