Addii

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Pov Vegas

Buio, parole in lontananza, un urlo.

Quando riapro gli occhi sono in un letto.Non è la stanza in cui sono svenuto, ne quella dove ero rinchiuso.

Sono solo...

Provo ad alzarmi, ma un dolore lancinante mi fa venire delle scosse lungo in braccio e noto una fasciatura piena di sangue intorno la spalla.

Ricordo un bambino ed io che cerco di colpirlo. Poi lo sparo. Ma chi ?

Si, Pete. Ricordo il suo viso incredulo dopo lo sparo.

Sento rumori di pistole fuori da questa stanza. Nonostante il dolore, riesco a mettermi in piedi.

Scendo delle scale che credo portino all'uscita e silenziosamente, cerco di non espormi. Sono disarmato e ferito, comunque la si vuole mettere, e qui,  sembra ci sia una guerra in atto.

Mi blocco quando vedo Pete e uno strano tipo fuori in giardino.

Quando lo vedo avvicinarsi a Pete, sento un prurito salirmi lungo le mani.
Qualcosa dentro di me, mi dice di scaraventarmi su quello stronzo, che inizia ad avvicinarsi a Pete, in un modo che non mi piace.

Cerco di calmarmi, ma quando lo vedo allungare la mano sul suo sedere, mando a fanculo tutti i propositi.

Contro il dolore alla spalla, tiro fuori le ultime forze rimaste e lo spingo il più lontano possibile da Pete.

Sono come accecato e prendo la pistola che lui ha fatto cadere.

Cosa mi prende? Perché mi dà fastidio ?

"Tanto sei un morto che cammina"

Ora lo so, Pete è Mio.

"Forse"

Dopo averlo ucciso, mi giro verso Pete che mi fissa senza emettere un suono.

"Dobbiamo parlare"

Pete rimane nella sua posizione e lo vedo stringere i pugni.

Forse è arrabbiato per prima. E la cosa mi turba.

Non voglio sia arrabbiato con me.
Non voglio essere guardato così...

Sono stato guardato in molti modi.
Con rabbia, con paura, con timore ...
Ma lo sguardo che mi rivolge Pete, è quello che gli vedo da quando sono qui.

Uno sguardo di pura tristezza.

"Io ... Ecco io... Non so cosa mi sia successo! E non so perché sono scattato così"
Mi mordicchio nervosamente le labbra mentre cerco di spiegarmi a Pete.

"Però... il solo pensiero che qualcuno ti sfiori ecco... mi fa bollire il sangue nelle vene"

Distolgo lo sguardo da Pete. Ciò che dico non è del Vegas che conosco.
Io non ho simili debolezze!

Ma qualcosa dentro di me comanda le mie azioni ed è talmente forte, che mi spinge a dirlo.

Non voglio che tu mi guardi così....

Pete, continua a rimanere in silenzio. Vorrei parlasse, così da sollevarmi da tutto questo.

"Per prima ,per quel bambino, io... mi disp..."

Non riesco a finire la frase, perché Pete mi si getta al collo.

"Per favore, possiamo rimanere così solo per qualche secondo"

Sento le sue mani stringermi, fa male, ma non voglio allontanarlo. Istintivamente gli metto una mano sulla testa e gli accarezzo i capelli.
Lo sento singhiozzare al mio tocco e farsi meno teso.

Per sempre TuWhere stories live. Discover now