Una vita non basterà

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Pov Pete

Vegas aveva scelto un piccolo Resort vicino al mare. Avevamo un bungalow con entrata privata verso la spiaggia.

Non andavo al mare da mesi e mi era mancato. Per uno nato su un isola, era stata dura.

"Ti piace ?"

Mi sussurrò Vegas all'orecchio. Aveva un passo così leggero che non avevo sentito il momento in cui era entrato in camera e si era avvicinato.

La sua voce era così calda , che il solo respiro mi fece venire i brividi. Ma dovevo resistere, non avevamo ancora parlato di quanto successo.

Mi scostai delicatamente "Molto, ma tu sei abile nel farti perdonare" Il mio sarcasmo non lo colpì minimamente, Vegas sapeva il potere che aveva su di me e due frecciatine non lo avrebbero fermato.

"Beh" disse avvicinando una mano alla mia guancia"avevi detto che non mi avresti fatto respirare,no?ma come puoi notare lo sto facendo"

Sei fuori strada

Gli diedi una gomitata allo stomaco che lo fece bloccare per un minuto.

"Visto? Stai ancora respirando?"
Era così divertente vederlo sopreso.

"Per quanto ancora c'è l'avrai con me?"
Disse tenendosi lo stomaco.

"Mm valuterò" aprii la valigia e gli tirai il costume che gli andò dritto un faccia.

"Io vado in spiaggia,tu fa come vuoi" gli sorrisi e uscii dalla stanza.

Anche se stavamo insieme da tanto, con Vegas, il nostro stuzzicarci non era cambiato. Faceva parte della nostra relazione, uno fingeva di scappare solo per essere inseguito. D'altronde Vegas aveva ragione, Venice, la famiglia principale, ci avevano tolto tanto tempo che ... avevamo smesso di essere una semplice coppia.

La spiaggia era quasi deserta, ma faceva così caldo che mi tuffai immediatamente. Feci qualche bracciata e con la maschera mi immersi in profondità per osservare la fauna marina.
Riemersi per vedere se Vegas mi avesse raggiunto,ciò che vidi mi fece nuotare verso la riva velocemente.

Vegas era arrivato e si stava togliendo la camicia probabilmente per raggiungermi.
La sua pelle chiara era ancora più lucente alla luce cocente del sole.
Io ero un normale ragazzo del sud, con la pelle perennemente abbronzata anche senza prendere il sole e quindi un ragazzo con la pelle chiara era tremendamente affascinante. E Vegas, lui, lo era oltre ogni modo.

Ma non era di certo stato questo ad aver suscitato il mio nervosismo.
Vegas ha sempre avuto intorno a sé un aura accattivante, quando arrivava in un posto catalizzava su di sé tutta l'attenzione. E anche questa volta non era stato diverso, di fatti dopo poco un ragazzo con un pallone gli si avvicinò.

Quello che vidi mi fece salire uno fastidioso formicolio alle mani.

Non solo perché questo tizio, che doveva essere un bagnino o qualcosa del genere, di quelli che si tolgono la camicia per far vedere i risultati della palestra, stava palesemente flirtando con il mio ragazzo.
Ma quello che più mi irritò era il modo cordiale di Vegas. Il suo sorriso caloroso faceva trasparire un qualche tipo di interesse verso ciò che quel ragazzo diceva.

Arrivato vicino a loro, il fastidio crebbe ancora di più.

"Davvero se venissi ne sarei felice"
Disse il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.

"Venire dove ?"
Mi affiancai a Vegas con un espressione per niente amichevole.
Se Vegas era oltremodo geloso, io lo ero, e lo ero spaventosamente.

" Pete, a quanto pare la sera organizzano delle feste qui, e ci hanno invitato" Vegas me lo disse con continuando a prestare attenzione al ragazzo,che appena mi vide si sorprese. Forse pensava che Vegas fosse un viaggiatore solitario.

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