La ragazza si svegliò pigramente, la testa pesante. Da quanto tempo stava dormendo? Le sembrava fosse passata un'eternità.
"Ryo...?" mugugnò, aggrappandosi alla sua spalla. "Sono stanca".
"Sí, ok" la rassicurò lui. Le fece passare il braccio sotto le spalle e la aiutò ad alzarsi. "Entriamo".

Sukuna aprì la doccia, spingendola sotto il getto tiepido. Ignorò le sue proteste.
"Raffreddati un attimo, o ti verrà la febbre".
"Santo cielo, è gelida!" si lamentò lei, cercando di divincolarsi. Sukuna sbuffò, la strinse fra le braccia e si ficcò sotto l'acqua con lei.
"Vedi di stare ferma" la rimproverò, chino sotto il soffione della doccia.
Y/N batté i denti, affondando il viso nel suo petto. Cercò di rubare quanto più calore poteva.
Quello strano abbraccio le diede il tempo di riflettere.
Perché diavolo si comportava in quel modo?
Era già la seconda volta che lo faceva: diventava violento, la distruggeva (ok, non che le dispiacesse particolarmente) e poi diventava improvvisamente attento e premuroso, come se volesse farsi perdonare. Che atteggiamento era?
Bah, spaccarsi la testa contro il muro non aveva senso. Meglio godersi quel lampo di affetto finché c'era.
Dopotutto, da quanto tempo desiderava un suo abbraccio? Un po' di calore umano?
Lasciò che il suo corpo si adattasse all'acqua tiepida. Il getto le infiammava i graffi sulla schiena, ma strinse i denti e si sforzò di rilassare i muscoli.
Sentì una delle sue grandi mani staccarsi e massaggiarle i capelli, con quello che credette essere shampoo. Si morse la lingua, ignorando il suo modo goffo di spettinarla che le avrebbe garantito un sacco di nodi.
"Non sono bravo come te con i massaggi" lo sentì mugugnare. Lei increspò le labbra, stringendosi ancora di più a lui.
L'orecchio appoggiato al suo petto le faceva rimbombare in testa il battito del suo cuore. Si godette quel ritmo calmo, lasciandosi cullare come se fosse musica.
Senza riflettere abbassò le mani per accarezzargli gli addominali. Riusciva solo a toccarlo quando non scopavano? Perché le impediva di...
Si fermò improvvisamente, alzando la testa. Le sue dita avevano sfiorato i punti della cicatrice che si era dimenticata di controllare.
"Ryo, la..."
Lo vide annuire. "Andiamo a letto, ci dái un occhio".

Rimanere con i capelli bagnati la mandava decisamente in bestia. Y/N li pettinò sommariamente all'indietro con le dita, sperando non si facessero troppi nodi. Che palle.
Si infilò lo yukata, rabbrividendo al contatto con quella seta magnifica. Sì, doveva decisamente comprarlo.
Si chinò sulla valigia e sfilò la cassettina del pronto soccorso che all'ultimo momento si era ricordata di portare. Controllò velocemente che ci fosse tutto: pinza, forbicine, disinfettanti. Un paio di guanti.
"Sdraiati a pancia in su" gli ordinò, inginocchiandosi di fianco al futon. Le tornò alla mente l'ultima volta che l'aveva medicato: era passato così poco tempo, eppure erano cambiate così tante cose... Ora essere in ginocchio accanto a lui nudo le sembrava quasi naturale.
Beh, naturale. Non esageriamo.
Aspettò che si sistemasse, e lasciò che il suo sguardo accarezzasse il suo corpo.
Le linee dei suoi muscoli guizzavano ad ogni movimento, scomparendo e riapparendo sotto la pelle e i tatuaggi. Lo guardò passarsi una mano sugli addominali, strofinando la cicatrice con un gesto meccanico, per poi passare a sfregarsi le cosce in un atteggiamento di attesa.
"Io ci sono" lo sentì farfugliare, come se si sentisse a disagio.
Alzò lo sguardo verso di lui in un sorriso calmo. "Non sentirai niente", lo rassicurò.
Lasciò perdere i guanti; si strofinò qualche secondo le mani per scaldarle, e appoggiò la punta delle dita sulla pelle vicina al taglio.
La tastó leggermente, aspettando che si rilassasse. "Bravo, così" mormorò, concentrata.
Sfilò con naturalezza la pinza e iniziò a tirare il primo punto. I suoi occhi non guardavano il campo, erano fissi in quelli di lui, per scorgere ogni indizio di dolore. Lui annuì, invitandola tacitamente a continuare.
Uno per uno tagliò e rimosse tutti i punti, con colpi morbidi ma decisi. Sì, la ferita si era chiusa, non era nemmeno gonfia.
"Sei guarito bene" lo rassicurò, strofinando la garza e il disinfettante. Il suo tono non sembrava essere particolarmente tranquillo, però, e Sukuna se ne accorse immediatamente.
"Ma...?"
Y/N si voltò verso di lui. "Ma cosa?"
Lo vide scrollare le spalle. "Ma c'è un ma, no?"

'Certo che c'è un ma, idiota'.
La ragazza si mordicchiò un labbro, tornando a fissare il suo addome. Aveva finito di medicarlo, non poteva sfuggire alla conversazione fingendo di fare altro. Rispose tutto nella scatola e fece per alzarsi, ma lui fu più veloce e la bloccò per il braccio.

"Dimmelo".
La ragazza rabbrividì.
Quell'ordine sembrava essere partito direttamente dal suo stomaco, dalle sue viscere, e sembrava essere rotolato verso la sua bocca unicamente con lo scopo di risvegliare in lei qualche istinto primordiale. Y/N crollò di nuovo sulle ginocchia, come un cane all'ordine di sedersi. Gli occhi sgranati fissi sull'addome, provó a formulare una risposta sensata.
"Non... Non hai intenzione di dirmi come hai fatto a fartelo, vero...?"

Sukuna inspirò profondamente. Aprì la bocca per rispondere, ma lei fu più veloce.
"Me l'hai detto tu di non pensare ad altro questi giorni. A niente di quello che succede fuori". Si tormentó l'orlo dello yukata fra le dita. "Per questo non volevo chiedertelo. Dobbiamo pensare solo a cose felici".
"Brava" ribatté lui, stringendo le labbra. "Ti sei risposta da sola".
Y/N lasciò passare qualche secondo, ma quando vide che il discorso era terminato si alzò e si avviò verso il bagno.


Erano circa le cinque, quando la cameriera sporse la sua testa dalla porta scorrevole.
"É l'ora del tè" si giustificò, aspettando un loro cenno di assenso. Y/N si diresse
verso di lei, finalmente grata che qualcuno interrompesse quell'atmosfera pesante.
"Arriviamo subito" le rispose affabilmente. "Dove si terrà la cerimonia?"
"Nel padiglione esterno. Vi aspetto in corridoio per accompagnarvi".
Si accomiatò con un piccolo inchino, per poi sparire di nuovo da dove era arrivata.
"Ryo-" la ragazza si voltò per chiamarlo, ma l'uomo era già dietro di lei, i geta ai piedi e lo yukata annodato in modo trasandato. "Andiamo" incalzò, annoiato dalla sua esitazione. "La vecchia ci aspetta".

"Nei Ryokan, la cerimonia del tè è una delle tradizioni più importanti da seguire" gli stava spiegando, accompagnandoli nel frattempo fra i vari locali dell'hotel. Y/N osservava rapita ogni scorcio, pentendosi di non aver portato dietro una macchina fotografica.
Ogni angolo sembrava un piccolo dipinto. Nulla era lasciato al caso: minuscole mensole riempivano spazi che non si era accorta nemmeno che ci fossero; bonsai meticolosamente potati rinfrescavano le pareti; archi di legno rotondi erano flessi sotto nicchie che ospitavano squisiti altari ai Kami. Seguire la donnina senza perdersi in quel labirinto di meraviglie era davvero impossibile, e si aggrappò al braccio di Sukuna per farsi guidare.
"Qui c'è il nostro bancone in legno di ciliegio, uno dei mobili più antichi che abbiamo" si stimó lei, senza rallentare il passo.
L'occhio di Y/N cadde sui due grandi vasi rossi di ceramica posti ai lati del tavolo. Erano stretti in una corda marrone - spago? No, sembrava più spessa - annodata ad arte fino a formare dei disegni sulla superficie liscia. Corrugò la fronte, improvvisamente interessata.
Sukuna seguí l'oggetto del suo sguardo, e non poté frenare il sorriso che gli stava scoprendo i denti.
"Che guardi, ragazzina...?" si chinò a sussurrarle all'orecchio. Lei si rizzó sulla schiena, spalancando la bocca.
"Niente, perché..."
Il loro borbottare fu interrotto dalla loro accompagnatrice, che si era improvvisamente fermata.
"Eccoci arrivati al padiglione del Vuoto" annunciò, facendosi da parte e indicando col braccio l'entrata. La salutarono con un inchino, ed entrarono.

—————————
NdA
Il Padiglione del Vuoto.
Che bella immagine.
Alloraaaaa ragazz*, tutto bene? Passato una buona settimana?
La storia ha passato le 2000 visite, e per questo ringrazio ognuno di voi per ogni volta che siete passati da queste parti e avete speso del tempo leggendola! Grazie davvero, possono sembrare parole scontate ma senza di voi questa storia non sarebbe mai andata avanti!
Ridi e scherza siamo già al capitolo 30, e non ho ancora parlato dei fuochi dell'ultimo dell'anno aiuto sta storia non finisce piuuuú
Preparate i fazzoletti per il prossimo capitolo mi raccomando

Vi amo
Mako

P.S. Ero in giro in vacanza e beccatevi cosa ho trovato!

 Ero in giro in vacanza e beccatevi cosa ho trovato!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Just wanna smash his faceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora